Avellino è solo Rich e Fesenko Meo in semifinale
●Cremona sprinta al supplementare, la Sidigas tradita dalla panchina. Sacripanti: «Non era serata»
Toc toc, la Cenerentola Cremona bussa alla porta della Coppa Italia con veemenza. Facendo un rumore mica da ridere e svegliando la gente del Mandela Forum perché butta giù dal castello dei sogni nientemeno che la numero uno del tabellone di queste Final Eight, quell’Avellino che tra l’altro è ancora in testa alla classifica di A assieme a Milano e Venezia. L’ottava fa fuori la prima all’esordio dopo un overtime, mica male.
RUGGITO Meo Sacchetti se la ride, al termine di una gara a strappi, con molte stecche irpine e la capacità della Vanoli di ruggire sempre, anche dopo un inizio da tragedia, sotto 20-8 con Fesenko che faceva a fettine tutti quelli che gli capitavano attorno. Succede però che invece di ricevere un apporto seppur minimo dalla panchina, Avellino stecca e trova ardore agonistico praticamente in tre, con i soli D’Ercole, Rich e Fesenko a contrastare i vivaci lombardi che sul -10 (22-12) piazzano il 16-0 di break di ossigeno puro. La Sidigas riprende poi il comando, per lasciarlo nell’ultimo quarto. Quando ci pensa super Drake Diener a piazzare la tripla del pareggio sul 58, imitato dall’interessantissimo Ricci.
ARBITRI Un tecnico fischiato a Sacripanti a -2’33” dalla fine (seguirà anche uno a Sacchetti: nel finale gli arbitri hanno un po’ esagerato con i fischi...) sembra far chiudere il cerchio con sette punti in undici secondi e un +6 da gestire prima del Rich contro tutti che trova praticamente da solo il pareggio che manda ai 5’ supplementari. Favorita la più forte, ossia Avellino? Macchè, la piccola Cremona è sempre più lucida, non sbaglia un colpo e poi c’è sempre lui, super Drake, tanto voluto da Meo in estate per far da chioccia a una squadra che, ricordiamolo, è stata ripescata dalla A-2. «Siamo forti mentalmente - spiega lo stesso Drake -, questa è la nostra principale virtù. Peccato quel finale dei tempi regolamentari quando abbiamo sprecato un vantaggio di sei punti gestibile sicuramente meglio. Avevo detto che questa Coppa Italia avrei voluto vincerla, lo ribadisco. Ora possiamo iniziare a sognare. E meno male che c’è questo giorno di riposo, per un vecchio come me è fondamentale, mentre per gli altri conta poco. La chiave della vittoria? Abbiamo svoltato in difesa con la zona, Avellino è andata in difficoltà e noi siamo stati bravi ad approfittarne».
SCAMBIO MAGLIE Meo Sacchetti è su di giri, un po’ arrabbiato per i fischi finali degli arbitri, ma la vittoria gli fa dimenticare tutto. «Senza offesa, abbiamo meritato il successo - attacca il c.t. della Nazionale che nell’intervallo ha scambiato le maglie con Giovanni Simeone della Fiorentina -, bravi ad uscire fuori all’inizio da una situazione drammatica, tirando malissimo, con scelte davvero brutte in attacco. Poi abbiamo preso coraggio, nel secondo tempo abbiamo difeso meglio di come facciamo di solito, non sbagliando tiri aperti. Bravo Ricci, un giocatore che mi sorprende sempre più, non mi aspettavo fosse così bravo. Poi vorrei ricordare anche Sims, uscito fuori alla distanza. Sono molto contento, come non esserlo. È sempre bello giocare queste competizioni dove i tifosi delle varie squadre possono sedersi uno accanto all’altro». Restano gli sconfitti, delusi al cubo e con l’assenza di patron De Cesare che negli ultimi due mesi ha praticamente «abbandonato» la squadra. «Dispiace per tutti - il commento del tecnico della Sidigas Pino Sacripanti -, nonostante il buon inizio non siamo stati capaci di capitalizzare il vantaggio. I problemi seri ci sono stati con la circolazione della palla contro la 3-2. Ho ruotato poco? Eh, ma la panchina non mi sembrava proprio in serata...».
SIAMO PARTITI MALISSIMO, POI LA REAZIONE È STATA CORAGGIOSA
BRAVO RICCI, MI SORPRENDE, NON PENSAVO FOSSE COSÌ FORTE
MEO SACCHETTI ALLENATORE DELLA VANOLI