Toro Mazzarri con 3 trappole Juve C’è l’amuleto Marchisio
●L’allenatore pensa a un 4-1-4-1 camaleontico con una mediana fitta pronta a trasformarsi E per aiutare Belotti ecco un Falque tuttofare
Il Toro è pronto a piazzare le trappole anti-Juve. Walter Mazzarri, in questi giorni ha lavorato su numerose varianti tattiche, dalla difesa a quattro a quella a tre, ma su un filone ben preciso: un centrocampo folto, una squadra compatta e pronta a ripartire per catapultarsi in avanti non appena torna in possesso palla. Un Toro a fisarmonica, verrebbe da dire, ma in casa granata piace anche l’immagine della fionda, con l’elastico che si tende fino a lanciarsi all’attacco del rivale. Domani, il Toro potrebbe dunque cambiare pelle proprio per la Juve, come accadde a Marassi contro la Samp. A Genova, 15 giorni fa, bastò una mossa per trasformare i granata: dentro un mediano (Acquah), fuori un esterno (Berenguer) e il Toro visse 90 minuti non vincenti ma molto convincenti. Domenica scorsa, contro l’Udinese, c’era sì di fronte un avversario temibile, ma la priorità fra le mura amiche era la vittoria. Compito portato a termine con il ritorno ad un 4-3-3 nei numeri quasi spregiudicato, con Niang di nuovo sulla fascia e Belotti al rientro da titolare.
IAGO FALQUE RADDOPPIA Domani, però, c’è da alzare la palizzata. «Io metto in campo la squadra migliore anche in virtù delle caratteristiche dei rivali», dice Mazzarri che sta pensando ad un 4-1-4-1 con Rincon baluardo davanti alla difesa, un centrocampo con Iago Falque, Baselli, Obi e Ansaldi, e Belotti punta centrale. Un contesto tattico mutevole, con Mazzarri che sa di poter ribaltare la squadra con un cenno: Baselli che scala avanti e via al modulo ad albero di Natale, con Obi, Rincon e Ansaldi in mediana, e la coppia di trequartisti Iago Falque-Baselli alle spalle del Gallo. Di certo, domani, una chiave di volta sarà proprio Iago Falque, cui spetteranno compiti di raccordo fra centrocampo e attacco. L’uomo più in palla del Toro sarà chiamato a partire dalla destra, a coprire la fascia ma con la licenza di accentrarsi per fare da spalla a Belotti.
LA CRESTA DEL GALLO Belotti è tornato al momento giusto: dopo il gol all’Udinese, ha nel mirino la 50ª rete in A che vorrebbe segnare alla Juve già perforata due volte, sempre al Grande Torino. In settimana il Gallo ha lavorato sodo e ora è pronto a sacrificarsi. Garantirà tante rincorse per alzare il pressing e spera di essere servito faccia alla porta. «Perché – come dice Eraldo Pecci – quando parte e ha campo davanti è terribile: contro l’Udinese sembrava di veder galoppare verso la curva Maratona Paolino Pulici con la gobba di Ciccio Graziani».
IL PATTO DA DERBY Il rientrante Acquah, che torna dopo la squalifica – e le arrabbiature – post-Samp, ha l’energia per mettere in difficoltà Mazzarri nella scelta degli uomini. In vantaggio, però, c’è Ansaldi: «Io da centrocampista ho già giocato – dice l’ex interista –. Questa non è una partita, questa è “la” partita. Per me, piemontese di origine, giocare nel Toro è un motivo d’orgoglio. La tensione? Noi cerchiamo di stare tranquilli ma la tensione cresce perché vogliamo vincere». E mentre Moretti e Molinaro, che giocarono il derby vinto nell’aprile 2015, indicano ai compagni la strada, lo spogliatoio ha stretto un patto: uno per tutti, tutti per uno, è il senso dello spirito che lievita nel chiuso dello spogliatoio del Fila.