La Gazzetta dello Sport

È Gattuso-mania Piace dentro e fuori ma lui resta fedele

●Un club estero si è informato su Rino, che però vede solo il Milan. La società presto scioglierà il nodo

- Alessandra Gozzini MILANO

Afine maggio scorso Gattuso era annunciato come allenatore della squadra Primavera e a metà settembre era addirittur­a un tecnico delle giovanili in crisi: aveva esordito con cinque gol subiti dal Sassuolo e una tripletta inflitta da Odgaard, danese ancora poco conosciuto ma ben noto a Rino. Per colpa sua – o per merito, dipende dai punti di vista – Gattuso uscì sconfitto nel primo derby della nuova carriera rossonera. Da lì c’è stata un’inversione di marcia: Rino ha accelerato e rimesso in piedi la Primavera e nello stesso periodo – siamo a metà ottobre - la società iniziava pubblicame­nte a dirsi soddisfatt­a del suo lavoro e meno di quello di Montella. A fine novembre il grande sorpasso: dai ragazzi all’eredità di Vincenzo. In queste settimane Gattuso ha corso (e fatto correre) tanto da avvicinare il grande traguardo: come ogni bravo allenatore che si rispetti, anche Rino oggi è alla guida di una grande squadra e ha i suoi estimatori.

CORTEGGIAT­ORE STRANIERO A sentire Gattuso i corteggiat­ori non avrebbero motivo di fare avance: Rino sostiene di essere come la squadra che allena, tutto tranne che attraente. «Non dobbiamo pensare di avere gli occhi azzurri e i capelli biondi e di essere diventati Brad Pitt. Dobbiamo essere tutti brutti, neri come Calimero e con le occhiaie». Nemmeno sul lavoro Rino si sente all’altezza se a fine dicembre si definiva «l’allenatore più scarso della Serie A». Ma un conto sono le parole e un altro i fatti. Di solito si è più sciolti nelle chiacchier­e mentre Rino lo è nella sostanza. In quindici partite da allenatore del Milan è uscito sconfitto tre volte, mentre le vittorie sono più del doppio: otto. Quattro, infine i pareggi. Così c’è chi si è fatto avanti ed è qualcuno che è rimasto molto colpito a un’attenta osservazio­ne: un club estero, forse anche più di uno, ha fatto arrivare a Gattuso messaggi di grande interesse. Ma Rino è già impegnato in una lunga e intensa storia (d’amore): per la carriera da giocatore prima e da allenatore poi l’oggetto del desiderio si sente profondame­nte legato al Milan e il «tradimento» oggi non è nemmeno considerat­o. Chi lo apprezza ha invece fatto altre consideraz­ioni: la squadra è reduce da nove risultati utili consecutiv­i e i risultati sono la conseguenz­a della tattica e dell’umore, cioè di quanto avviene in campo e subito fuori. Bonaventur­a e Romagnoli lo hanno ribadito giovedì sera: «Con Gattuso c’è stata la svolta e noi vorremo di continuare con lui». Lo vuole anche il Milan, di sicuro nel massimo rappresent­ante dell’area sportiva che Rino lo ha scelto due volte: Mirabelli, d.s. rossonero, ha riportato Gattuso al Milan da allenatore dei ragazzi e poi – con l’a.d. Fassone e la proprietà – lo ha promosso tra i grandi.

CONTRATTO Nel salto Rino ha dimenticat­o di rivedere il contratto: ha ancora l’accordo – per durata e ingaggio – di quando ha iniziato mesi fa. Fino al 2019 – almeno – potrà essere milanista a 120 mila euro a stagione ma più indizi, ultimo il pressing estero, suggerisco­no al club di rivedere qualcosa. Più che sullo stipendio, oggi l’adeguament­o è legittimo, sulla data di scadenza: non ci sono incontri fissati ma ora il Milan ha un motivo in più per ingelosirs­i e muoversi con più fretta possibile.

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Tutto il gruppo, compreso l’infortunat­o Conti, festeggia con Gattuso l’ultima vittoria in campionato, il 4-0 di Ferrara sulla Spal ANSA

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