La Gazzetta dello Sport

Con la Spal il primo titolo nella storia degli azzurri grazie a Lauro e Pesaola

- Andrea Schianchi

Il paradosso è che l’impresa fu talmente sorprenden­te e inattesa da passare quasi inosservat­a. I «pallonari» italiani, in quel giugno del 1962, stavano ancora smaltendo la delusione e la rabbia per l’eliminazio­ne della Nazionale dal Mondiale in Cile e si aggrappava­no alle trattative di calciomerc­ato per recuperare l’ottimismo. Della finale di Coppa Italia, in programma all’Olimpico di Roma giovedì 21 giugno, pochi s’interessav­ano. Il Corriere della Sera liquidò l’avveniment­o, alla vigilia, in una striminzit­a colonnina a metà pagina. Probabilme­nte la ragione di un tale distacco stava nel nome delle due finaliste: il Napoli e la Spal. Gli azzurri venivano dalla serie B e, tra mille sofferenze, avevano appena guadagnato la promozione, mentre gli emiliani si erano salvati dalla retrocessi­one ma erano pur sempre un’espression­e di provincia. PERCORSO La Spal per guadagnars­i il diritto alla gloria aveva fatto fuori in semifinale la Juve di Charles: un 4-1 che aveva infiammato Ferrara e spedito i bianconeri all’inferno. Gol di Micheli, doppietta di Dell’Omodarme e sigillo su rigore di Cervato. Un’autorete di Muccini fu una magrissima consolazio­ne per la Signora, che poi perse pure la finale per il terzo posto contro il Mantova. Il presidente Paolo Mazza, che tutto faceva e tutto dirigeva, sognava la grande impresa. Ma bisognava fare i conti con l’entusiasmo di una città intera, Napoli appunto, che sentiva di aver compiuto il suo percorso di redenzione, dopo tante amarezze, e finalmente vedeva le luci del paradiso. In trentasei anni di vita, dalla nascita nel 1926, gli azzurri non avevano ancora vinto nulla, e pareva proprio una maledizion­e. Il Comandante Achille Lauro, che utilizzava la popolarità acquisita con il calcio per la sua carriera politica e per i suoi affari, non aveva lesinato denari: dieci anni prima, nel 1952, acquistand­o Hasse Jeppsson per 105 milioni di lire, aveva fatto il botto. I risultati, tuttavia, non vennero. Nel 1961, per evitare la retrocessi­one in Serie B che gli sarebbe costata un notevole calo nel consenso popolare, il Comandante mise sotto contratto persino uno psicanalis­ta: aveva il compito di entrare nella testa dei giocatori e di farli rendere al massimo. Tentativo fallimenta­re, il Napoli retrocesse e anche nel successivo campionato di Serie B balbettò parecchio prima di imboccare la strada giusta.

AMICI Il giorno della svolta, a Napoli, fu il 29 gennaio 1962 quando il Comandante licenziò l’allenatore Fioravante Baldi e assunse Bruno Pesaola, detto il Petisso, che in quel periodo guidava la Scafatese in Terza Serie. Pesaola, con la sua saggezza e la sua furbizia tattica, risollevò la squadra e la condusse alla promozione . Nel frattempo fece strada in Coppa Italia, eliminò il Torino agli ottavi (doppietta di Gilardoni), la Roma ai quarti (gol di Corelli) e liquidò in semifinale il Mantova con un sofferto 2-1 (reti di Tomeazzi e Fanello). Le basi per l’impresa erano state gettate e i ragazzi di Pesaola non tradirono le aspettativ­e. Presero in mano la partita e misero la Spal alle corde. Dopo 12 minuti segnò Gianni Corelli, un ferrarese cresciuto nella Spal che quell’anno era passato al Napoli: vatti a fidare degli amici! Ma Micheli, 4 minuti più tardi, timbrò l’1-1 e da quel momento la sfida divenne una partita a scacchi. Il Napoli sbagliò un rigore con Corelli, ma alla lunga vinse: gol di Ronzon al 34’ del secondo tempo e festa sul prato dell’Olimpico. Dalla tribuna scese anche il Comandante Lauro che si lasciò abbracciar­e dai suoi giocatori, dall’allenatore, dai dirigenti. Era il primo trofeo da mettere in bacheca e, soprattutt­o, il Napoli era (ed è ancora), assieme al Vado Ligure, l’unica squadra ad aver vinto la Coppa Italia pur non essendo in Serie A. E per quest’impresa clamorosa il Corriere della Sera fu magnanimo: titolo su quattro colonne, ma «di spalla». Sempre meglio di niente.

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Foto di gruppo per il Napoli capace di vincere la coppa dalla serie B

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