Brescia non stecca Ale Gentile va k.o. e Bologna s’arrende
● Leonessa unica delle prime 4 ancora in corsa. Diana: «Che bel regalo». Ramagli: «Con Ale fuori, tutto ha perso senso» BRESCIA
Nel segno di Brescia. È da ottobre che la Germani non molla i quartieri alti della classifica di A: nel primo turno di questa Coppa Italia dove i pronostici sono andati incredibilmente a farsi benedire, ci pensa proprio la Leonessa (numero due del tabellone) a restare in gioco come unica sopravvissuta delle prime quattro, dopo la fragorosa eliminazione di Avellino, Milano e Venezia. Non deve neppure sbattersi più di tanto, nel centrare l’impresa, contro una Virtus arrivata incerottata all’evento di un Mandela Forum strapieno, per uno spettacolo di pubblico e tifo davvero di alta qualità, grazie al muro della gente giunta da Brescia e da Bologna (con i virtussini in evidente vantaggio numerico).
COLPO DEL K.O. Nell’unica sfida finora giocata in campionato, era il 12 novembre, Brescia violò il Paladozza 76-74 con un canestro a tre secondi dalla fine di Luca Vitali. A distanza di tre mesi, il leit-motiv della sfida cambia notevolmente: tutto questo equilibrio non c’è anche se all’inizio Brescia cerca subito di scappare (+11, 26-15) verso la fine del primo quarto, per farsi riprendere nel quarto successivo sul 32 pari con una tripla di Lawson, solo quando la difesa cala un po’. Ma Bologna (comunque in testa solo nei primissimi minuti) a poco più di un minuto dalla fine della seconda frazione accusa un colpo micidiale, quello che vale il k.o. con largo anticipo: succede che Alessandro Gentile, fino a quel momento dignitosissimo, è costretto a tornare in panchina per una contrattura al flessore della coscia destra (si parla di uno stop di un mese circa, oggi se ne saprà di più). Ciao a tutti, addio sogni di semifinale contro Cantù. Già senza Pietro Aradori e con Stefano Gentile non al top per il colpo al polso destro preso domenica a Sassari, trovarsi CIAM anche senza Gentile jr è tremendo per le ambizioni di coach Ramagli. E anche, va ricordato, per il coach azzurro Meo Sacchetti: l’Italia la prossima settimana tornerà in campo per le gare che la dovranno portare al Mondiale 2019 (Olanda in casa e Romania fuori le avversarie), farlo senza Aradori, Crosariol e Ale Gent non è proprio il massimo.
REGALO «Mi sono e mi hanno fatto un bel regalo di compleanno - dice Andrea Diana, ieri 43enne -. La forza è stata quella di approcciare la partita senza tensione. Dovevamo entrare in campo leggeri, pensando anche a divertirci. Abbiamo avuto la forza di giocare insieme, in difesa ci siamo aggrappati alla zona che ci dà tanti vantaggi». In effetti la Germani è andata via sciolta quasi in progressione, sfiorando alla fine i 100 punti. «Una partita difficile che è diventata difficilissima con l’infortunio di Ale, abbiamo dovuto inventare giocatori fuori ruolo, situazioni che non ci appartengono, ha perso di significato - racconta un amarissimo Alessandro Ramagli -. Per come si è sviluppata c’è poco da aggiungere. Non mi preoccupa la sconfitta quanto quello che ci aspetta. Scoccia non averla potuta giocare al completo, ma mi dà più fastidio andare a giocarmi la fase decisiva del campionato senza due giocatori chiave come Aradori e Ale».