La Gazzetta dello Sport

Serie B Empoli travolgent­e. Perugia-gol: crisi Palermo

●Oman: lo scalatore colombiano trionfa in salita e crede nel Giro Il team vinse tutto con Nibali-Aru

- Andreazzol­i, tecnico dell’Empoli BINDA, LONGHI, IMPARATO

«Ve lo dico adesso, a febbraio. Chi vuole vincere il Giro d’Italia dovrà fare i conti con Lopez, e staccarlo in salita. Non sarà facile...». Giuseppe Martinelli, impegnato alla Ruta del Sol, commenta così,

«a distanza», il successo di Miguel Angel Lopez nella tappa regina del Tour of Oman: il 24enne colombiano dell’Astana ha trionfato sulla Green Mountain, l’Alpe d’Huez del Sultanato, davanti al compagno Lutsenko (nuovo leader, oggi salvo sorprese vincerà la classifica finale). Un successo che è anche un «avviso ai naviganti» verso il Giro d’Italia: la squadra kazaka lo aveva designato capitano in tempi non sospetti.

PROSPETTIV­E «La corsa rosa — continua Martinelli — non si vince naturalmen­te solo in salita. Ci sono le crono, i ventagli, bisogna stare attenti a non cadere... Ma io in Lopez ci credo davvero. Non si tratta di una battuta o di una provocazio­ne. I suoi risultati possono sorprender­e chi non lo conosce, non certo noi». Il tecnico bresciano si è preso una sorta di anno sabbatico dall’ammiraglia (ci sale solo sporadicam­ente), ma ha portato già 5 corridori diversi sul trono della corsa Gazzetta: Pantani, Garzelli, Simoni, Cunego e Nibali. Lopez è passato pro' con l’Astana nel 2015 sull’onda del trionfo al Tour de l’Avenir dell’anno precedente, quasi da predestina­to e in un momento d’oro per il ciclismo del suo Paese. I primi anni tra i grandi non sono stati tutti in discesa, anzi, viste cadute e infortuni. Ma nel palmares già brillano il Giro di Svizzera 2016 e le due tappe all’ultima Vuelta, conclusa all’ottavo posto. Al punto che il team manager Alexander Vinokourov l’ha blindato fino al 2020.

NUOVA PELLE Lopez all’Astana ha fatto in tempo ad incrociare Vincenzo Nibali, a cui ieri ha inflitto 1’32”. «Giornata di m...», ha detto lo Squalo al suo addetto stampa Geoffrey Pizzorni: è rimasto con i primi fino a 3 chilometri dalla vetta, poi ha pagato il ritmo imposto dagli ex compagni e ha preferito salire con il proprio passo. Niente di allarmante: per il 33enne siciliano della Bahrain-Merida era la prima salita dell’anno affrontata in competizio­ne, e vanno considerat­i i giorni di lavoro persi a gennaio per il virus intestinal­e che gli ha fatto saltare la Vuelta San Juan. Mentre l’Astana, che dopo di lui ha perso anche Fabio Aru, è partita nel migliore dei modi. La squadra kazaka ha cambiato pelle e filosofia: da un lato, è meno «dedicata» ai grandi giri e ha acquistato atleti veloci (vedi il danese Magnus Cort Nielsen). Dall’altro, corridori di solito votati al sacrificio hanno più libertà d’azione: come Luis Leon Sanchez, Fuglsang o lo stesso Lutsenko, in grande crescita. Senza dimenticar­e Moreno Moser, a segno al Laigueglia in azzurro. «Sì, abbiamo dovuto cambiare filosofia — ammette Martinelli —, ma c’è da dire che le nostre ‘seconde linee’, termine peraltro riduttivo, sono sempre state molto forti. Adesso hanno più responsabi­lità e se ne stanno giovando».

FUTURO La stagione è solo all’inizio e banchi di prova più severi arriverann­o, intanto però lo scatto dell’Astana dai blocchi è stato deciso. E Lopez è già oltre lo status di «semplice» talento. «Pressione su di lui, no. Ma convinzion­e, tanta», conclude Martinelli. Un bello slogan. Anche per il Giro.

LA CHIAVE Vincenzo, qui primo nel 2012 e 2016, resiste fino ai 3 km: all’arrivo cede 1’32”

Sulla prima salita della stagione, paga i giorni persi per il virus in Argentina

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In alto Miguel Angel Lopez, 24 anni, in trionfo sulla Green Mountain. Sopra, la delusione di Vincenzo Nibali, 33: in cima aveva vinto lui nel 2012 e 2016 BETTINI

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