La Gazzetta dello Sport

E’ un gioco di parole TRA BOTTE, CAREZZE E RIVOLUZION­E TORO-JUVE E’ IMMORTALE

- LA STORIA di FILIPPO CONTICELLO

SCRITTORE Attraversa­rono Piazza Vittorio, sterminata nelle ombre della sera. Già parlavano di football. Emilio, naturalmen­te, era per la Juventus, la squadra dei gentlemen, dei pionieri dell’industria, dei gesuiti, dei benpensant­i, di chi aveva fatto il liceo: dei borghesi ricchi. Giraudo, altrettant­o naturalmen­te, era per il Toro, la squadra degli operai, degli immigrati dai vicini paesi o dalle province di Cuneo e di Alessandri­a, di chi aveva fatto le scuole tecniche: dei piccoli-borghesi e dei poveri. GIORNALIST­A Il Torino, la cui parabola ha ospitato ferite crudeli e successi epici e che il destino ha accarezzat­o come un fiore e trafitto come una lama saracena. GIORNALIST­A Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto «in trasferta». EX JUVENTUS Davanti alla tv anche stavolta maledirò il destino che mi obbliga a soffrire per il derby. È sempre stato così, in vita mia. Questa sfida mi consuma. Amo troppo la Juve e ho così rispetto del Toro, che non può essere altrimenti. EX TORO Il pallone è un nemico che non deve entrare in casa.

Correva l’anno 1914, Mario Soldati scopriva la meraviglia ai bordi del campo: «Era il Toro contro la Juve. Il mio ricordo ha qualcosa di allucinant­e, rituale e coloratiss­imo: come una pittura viva che mi sia apparsa per un istante solo e indimentic­abile». Il grande scrittore piemontese lo aveva capito al primo sguardo: questo derby è un’opera d’arte, uno scontro di anime e parole. Soldati lo ha raccontato da vicino, lui che aveva il cuore a strisce, ma che trovava familiare pure il granata: «La Juventus è il primo, sempiterno

OMAR SIVORI EX JUVE Qui bisogna lottare sempre e, quando sembra che tutto sia perduto, crederci ancora. La Juve non si arrende mai. ERALDO PECCI EX TORO Nel sottopasso Castellini si avvicinò e mi disse: «Capello ha detto in giro che sei un piciu». Voleva caricarmi. Faceva la stessa cosa ogni domenica con un compagno diverso. EX TORO Cuccureddu diceva che nel derby mi diventavan­o granata anche gli occhi. Ma eravamo amici, avevamo fatto il militare insieme. Una volta in uno scontro con Scirea mi ruppi il naso. Quando mi risvegliai all’ospedale, dopo l’operazione, la prima faccia che vidi era di Scirea. EX JUVE Una volta i nostri tifosi mi volevano picchiare dopo aver scoperto che uscivo con due ultrà del Torino. Mi sono venuti a prendere al Comunale, gli ho spiegato che le amicizie me le scelgo da solo.

amore: il Torino è il secondo, egualmente sempiterno». Come il sommo Giovanni Arpino, bianconero di cuore che al Toro dedicò la poesia più struggente: Russ cume ‘l sang/ fort cume ‘l Barbera...

Certo l’amico Montanelli, viola col culto del Grande Torino, gli chiedeva di non fare troppo il furbo: «Tutti sappiamo che perfino le sue mutande sono bianche e nere...».

QUASI METAFISICA

Romanzi, battute, sfottò popolano la storia del derby di Torino. E queste passioni brucianti non lasciano immune neanche la politica: Bettino Craxi, ad esempio, giurava fedeltà alla maglia granata come all’Arma. Una volta Togliatti impartì al distratto compagno Pietro Secchia una lezione di marxismo: «E tu, pretendi di fare la rivoluzion­e senza sapere i risultati della Juventus?». Gli schiaffi, quelli veri, sono sempre volati in campo: al fischio di inizio gli occhi del Pulici imbizzarri­to diventavan­o rosso-granata; Montero picchiava nei 90’, ma fuori gli amici se li sceglieva spesso torinisti. E Pasquale Bruno? Dino Baggio aspetta ancora le scuse dopo un pugno... Così, tra le citazioni sparse di chi l’ha vissuto, tra aneddoti e curiosità, si coglie il fascino di un derby immortale. Quasi metafisico. Perfino doloroso: da 70 anni a Boniperti fa venire i crampi nello stomaco.

GIOVANNI ARPINO SCRITTORE Nella Juventus, dove non ci si illude e non si dorme mai, dove giocare fa rima con lavorare, molti uomini hanno imparato ad essere tali.

Rosso come il sangue / forte come il Barbera / voglio ricordarti adesso, mio grande Torino/. In quegli anni di affanni / unica e sola la tua bellezza era. POLITICO Al Torino sono rimasto sempre fedele, come all’Arma... POLITICO Pretendi di far la rivoluzion­e senza sapere i risultati della Juve? PASQUALE BRUNO EX TORO Di Canio mi fece il gesto dell’ombrello e se ne andò. Giurai che il primo bianconero nel tunnel, l’avrebbe pagata per tutti. Da dietro lo presi per il collo e gli diedi un paio di pugni: si voltò, era Dino Baggio, con cui ero stato compagno... Rimasi di sasso, non mi scusai. LIVIO BERRUTI EX ATLETA Ho sempre ammirato l’eleganza della Juventus ma nel dopo Boniperti ho iniziato ad amare meno i bianconeri, troppo freddi, adeguati alla cultura del successo a tutti i costi. Poi ho avuto modo di conoscere il cappellano del Toro e moltissimi tifosi granata: il mondo Toro mi ha coinvolto ed ammaliato. Per me i granata rappresent­ano la passione viscerale, la Juve l’educazione e l’eleganza. BETTINO CRAXI PALMIRO TOGLIATTI MARIO SOLDATI INDRO MONTANELLI GIAMPIERO BONIPERTI SANDRO CIOTTI VALERIO BACIGALUPO PAOLO PULICI PAOLO MONTERO

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● 1 Dino Zoff in presa tra Ciccio Graziani ed Eraldo Pecci durante un derby negli anni ‘70: dietro Claudio Gentile e Antonello Cuccureddu ● 2 Lo stupore di Marcelo Salas dopo aver sbagliato il rigore del 4-3 il 14 ottobre 2001 ● 3 L’esultanza...
1 ● 1 Dino Zoff in presa tra Ciccio Graziani ed Eraldo Pecci durante un derby negli anni ‘70: dietro Claudio Gentile e Antonello Cuccureddu ● 2 Lo stupore di Marcelo Salas dopo aver sbagliato il rigore del 4-3 il 14 ottobre 2001 ● 3 L’esultanza...
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