La Gazzetta dello Sport

Assalto Milan Samp e sesto posto «Non si può fallire» PERCHÉ VEDERE SERIE POSITIVE

●Imperativo Gattuso per l’Europa: «Siamo a meno 3 e non siamo stanchi. Cutrone? A casa a fare l’amore...»

- Luca Bianchin INVIATO A MILANELLO (VARESE) @lucabianch­in7

A Milano è Carnevale, ma qui cadono le maschere: il Milan è tornato grande? Un po’ sussidiari­o di tattica (occhio a Giampaolo...), un po’ inno al cinismo: con Cutrone e Quagliarel­la, non si scherza

San Siro, ore 20.45

Il club è aperto solo agli aristocrat­ici. Iscritti inglesi: City, United, Liverpool, Chelsea, Tottenham. Spagnoli: Barcellona, Atletico, Valencia, Real, Siviglia, Villarreal. Tedeschi: Bayern, Bayer Leverkusen, Lipsia, Dortmund, Eintracht, Schalke. Francesi: Psg, Monaco, Marsiglia, Lione. L’elenco delle squadre che in questo momento sarebbero sicure di un posto nelle coppe è parecchio nobile e, restando ai cinque grandi campionati, si completa con le italiane: Napoli, Juve, Roma, Inter, Lazio e Sampdoria. Manca solo il Milan, che però stasera ha l’occasione per chiedere l’ammissione al prestigios­o gruppetto. Battendo la Samp, la raggiunger­ebbe al sesto posto, l’ultimo utile per garantirsi un posto nelle coppe 2018-19. Vincendo con tre gol di scarto, sarebbe sesto a tutti gli effetti. Farebbe tutta la differenza del mondo.

CINQUE MESI Milan-Samp, per questo, è fondamenta­le. Samp-Milan invece sembra sia stata giocata su Marte: è lontana meno di cinque mesi ma pare di un altro pianeta. Il Milan era allenato da Montella, giocava col 3-5-2, aveva Zapata titolare, soprattutt­o era una squadra con tante ambizioni e una crisi pronta a materializ­zarsi. La Samp dominò, le idee di Giampaolo invasero il campo e Duvan Zapata fece impazzire mezzo Milan. Il rapporto tra lui e lo Zapata del Milan, almeno per un pomeriggio, fu lo stesso che c’è tra Sergio Ramos e José Mari: un cugino molto forte, uno molto meno. Oggi è tutto diverso e al Milan allena Gattuso, che non ha rivisto la partita di andata ma ha chiari un paio di concetti. L’importanza della partita: «Con la Samp non possiamo sbagliare, loro sono tre punti sopra. Non voglio sentire parlare di stanchezza, che parte della testa. I test dicono che chi gioca sta bene. In Bulgaria nei primi 20 minuti ho avuto la sensazione che ci risparmias­simo, non possiamo farlo». La bravura di Giampaolo: «È avanti, è un professore. Quando l’ho sentito la prima volta a Coverciano, mi ha aperto un mondo. Qualche copia-incolla da lui l’ho fatto». Tessera #1 del fan club. NOVE PARTITE Il problema per Gattuso è che in queste ore ha dovuto preparare la partita contro il professore. Ha uno svantaggio e un vantaggio. Lo svantaggio: Kessie è squalifica­to. Addio fisicone, addio palle recuperate, addio inseriment­i. Nell’impossibil­ità di trovare un mini-Franck, Ringhio ha sparigliat­o, scegliendo il centrocamp­ista più diverso possibile: Montolivo. Il vantaggio: il Milan sta benissimo, di testa e di fisico. A proposito di Europa e di sesti posti, Gattuso è sesto nella classifica delle strisce positive nei grandi tornei. Il Milan non perde da 9 partite, da quando l’Atalanta andò a vincere a San Siro prima di Natale. Solo cinque squadre nell’Europa nobile fanno meglio: la Juventus è in serie positiva da 17 partite, il Bayern e il Tottenham da 13, il Marsiglia da 11, lo Swansea da 10. Il Real, il Barcellona, il Psg e tutta Manchester fanno peggio. VENTI MINUTI Gattuso forse non lo sa, di sicuro vuole impedire che la squadra interrompa la serie da 6 vittorie e 3 pareggi. Anche per questo ha chiesto l’aiuto dello stadio e dei tifosi: «Contro la Lazio c’erano 50mila persone che spingevano, un’atmosfera da vecchi tempi. Il Milan ha bisogno di questo». Sente che, per arrivare al sesto posto, ha bisogno dello stadio. Per questo, ha applaudito il gesto di Gigio Donnarumma, che giovedì a Razgrad ha regalato la maglia alla Curva Sud: «Aspettavo da tanto tempo questo gesto. Gigio ha grande senso di appartenen­za, ha bisogno di fiducia e affetto. Non giudichiam­olo sempre per quello che guadagna».

OTTO INCONTRI La speranza di Gattuso è che per Gigio sia finito il tempo delle polemiche, dei tira e molla, della tensione da contratto. Rino ieri ha raccontato di averla vissuta in prima persona, per il suo accordo: «Senza Mirabelli non avrei accettato di venire ad allenare la Primavera. Per 15-20 giorni mi ha fatto 20 telefonate al giorno, ci siamo incontrati

7-8 volte. Io spero di rimanere qui più a lungo possibile, nel mio futuro poi ci possono essere anche i Giovanissi­mi della Gallarates­e». Per sua fortuna, in squadra ha un ex Giovanissi­mo del Milan: Cutrone. Occhio alla battuta del giorno: «Con Cutrone dovete stare tutti tranquilli. Non cominciamo a fare paragoni o a parlare di Nazionale, deve crescere. Deve lavorare lavorare lavorare e riposare riposare riposare. Spero trovi una bella fidanzata, così sta a casa, pensa a lavorare e a fare l’amore». Si può dire? Massì.

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Rino Gattuso, 40 anni, in mezzo ai suoi giocatori dopo una vittoria ANSA

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