Visto Di Carmine? Stende il Palermo e lancia il Perugia
●L’attaccante a gennaio doveva andare da Tedino. È il terzo k.o. di fila: Zamparini ordina il ritiro
Clamoroso al Curi. Il Palermo che viaggiava come un treno, rastrellando punti e la vetta, ha perso la valigia. Seconda sconfitta di fila in trasferta (dopo Empoli), intervallata dalla scoppola col Foggia al Barbera. Tre batoste in fila. «Periodo no», dice Tedino, evidentemente la pensa come lui Zamparini che ordina il ritiro punitivo: da domani tutti a Coccaglio.
I PROTAGONISTI Lo stop di Perugia pesa e ha una triplice lettura: la vendetta degli umbri dopo la sconfitta dell’andata (immeritata, con episodi da Var a penalizzarli), un primo tempo rosanero da schiaffi (sterile, attendista, come se si delegasse tutto alla ripresa e all’assalto finale), oltre a scelte che lasciano perplessi con un assetto spuntato dove il Palermo, in B, non vince da oltre 70 anni. Decide tutto Di Carmine, nel recupero, proprio lui, il pupillo di Briatore ai tempi di Londra e che Tedino avrebbe gradito in rosanero a gennaio. La palla che spacca la difesa palermitana la serve Cerri (irriducibile combattente), la freddezza nel beffare Pomini uscitogli sui piedi è da bomber di razza.
LA CHIAVE Il Perugia vince anche ai punti: 4-1 le azioni gol, con traversa scheggiata (testata di Di Carmine, Pomini devia) oltre a sassate che sfiorano i legni (Kouan) o impegnano il vice di Posavec, in panca dopo due gare in grigio. Nel primo tempo lascia stupiti come il Palermo tenga fuori Nestorovski e Gnahorè, specie con Coronado squalificato. Prima del riposo, tranne una deviazione su angolo all’altezza del dischetto di Rispoli (colpisce male), i rosanero non vanno, mentre tre azioni insidiose Cerri e soci le mettono in croce, subendo nulla e con Del Prete impeccabile nella versione centrale di difesa. Le perplessità sul Palermo spuntato aumentano dopo il riposo, ●
Un assist nel recupero può valere quanto una rete da tre punti, specie se nel resto della gara sei la punta più costruttiva e sgobbi da matto perché quando torna in campo si muove come aveva abituato: possesso palla, gioco, accelerazioni, squadra ad allungarsi sui lati. Poi con Nestorovski avanza anche di 10 metri. Breda però tampona bene: Buonaiuto per un Mustacchio confusionario, Colombatto in mezzo, e soprattutto Nura che crea problemi da punta aggiunta, e l’effetto rabbia del Palermo svanisce (due tiri di Jajalo e un guizzo in area di Nestorovski con tiro flebile). Il gol nel finale accredita tre punti pesanti a un Perugia che ora ha un Diamanti da incastonare. Sognare i playoff? Sì, non è peccato.