Dubbi d’argento La Gremaud in pista dopo il ricovero
●Venerdì cade, picchia la testa e va in ospedale per presunta commozione, ieri il podio: ma poteva gareggiare?
Venerdì Mathilde Gremaud era ricoverata in ospedale perché mostrava i sintomi di una commozione cerebrale, dopo essere caduta mentre si allenava. Ieri la svizzera ha conquistato l’argento nello slopestyle del freestyle. La AFP storia delle 18enne è emersa nella conferenza stampa e presenta degli aspetti in chiaroscuro.
SOTTO SHOCK Venerdì sera, dopo la caduta, la Gremaud sembrava soffrire di amnesie. Così è stata portata in ospedale, dove è stata sottoposta al «protocollo commozione» della Fis. «So soltanto ciò che mi hanno raccontato — ha detto l’atleta —. Ero sotto shock, piangevo. Davvero non so cosa sia successo. Non ricordo niente dell’allenamento, ho un vuoto fino al momento in cui mi sono trovata nell’ambulanza. Sono andata all’ospedale, mi hanno visitato e tutto è andato liscio». Il punto di domanda riguarda la gestione del caso. La federazione internazionale ha pubblicato una guida di 12 pagine con le «Direttive sulle commozioni cerebrali», per individuare i sintomi e realizzare le procedure giuste al fine di tornare a gareggiare. Queste direttive prevedono che il compito di dare il via libera all’atleta ricada su un medico di squadra, non su di un professionista indipendente, e ricordano che i sintomi della commozione cerebrale si possono presentare tra le 24 e le 48 ore successive. Era il caso che la Gremaud gareggiasse?
COSCIENTE Germain Clenin, medico della nazionale svizzera, ha dato la sua versione dei fatti. «Ha sbattuto la testa ma non ha mai perso conoscenza — racconta il medico —. Questo per me è un dato importante. La commozione cerebrale può essere definita come una perdita di coscienza e lei non la presentava. Ma può essere anche definita da vomito, mal di testa forte, problemi di vista. Avevamo bisogno che passasse la notte per capire se si fossero manifestati dei sintomi. Non è successo. Le ho fatto fare dei test neurologici venerdì e sabato mattina, dopo di che ho dato il via libera. Bisogna stare molto attenti quando si parla di commozioni cerebrali. Se davvero ce ne fosse stata una, Mathilde non avrebbe partecipato alla finale».