La Gazzetta dello Sport

Cremona s’inchina La Fiat si prende la sua prima finale

●Dal caos alla rinascita: al supplement­are trionfa la nuova Torino. Sacchetti: «Non definitela sorpresa»

- Mario Canfora INVIATO A FIRENZE

Poco più di dieci giorni per (ri)trovare serenità, rimettersi in carreggiat­a e provare a scrivere un bel pezzo di storia, visto che mai si era spinta così in alto. La Fiat non sbanda più, è in finale di Coppa Italia. Con merito, lasciando lavorare serenament­e Paolo Galbiati, coach baby educato e quasi spaesato in una competizio­ne steccata da tanti suoi colleghi che vanno per la maggiore. Senza offesa per nessuno, Torino è tornata sui livelli di Luca Banchi, quando la squadra girava che era una meraviglia prima degli scossoni con la famiglia Forni, il presidente Antonio e il figlio Francesco, protagonis­ta.

NESSO Banchi, poi Carlo Recalcati, le sconfitte di fila, il tourbillon di giocatori e ora, oggi, il sogno di vincere la manifestaz­ione tricolore. Non c’è un nesso logico e guai a prendere per buono il concetto che il caos aiuta, però nell’altra «epoca», leggi un mese fa, trovare l’Auxilium in finale non sarebbe stato clamoroso. Ha ragione Meo Sacchetti, ieri sconfitto con la sua Cremona, quando dice: «Non mascheriam­o il tutto come squadra debole che arriva in finale eh - sostiene il coach della Vanoli -: i giocatori li ha sempre avuti, hanno speso, possono permetters­i il lusso di tenere fuori uno come Patterson. Questa è una squadra forte, che è stata brava a mischiare le carte facendoci attaccare male. Dispiace ma non posso certo rimprovera­re qualcosa ai miei».

PAZIENZA Torino ha messo in atto una prova intelligen­te, sbandando un po’ all’inizio ma rientrando in gara grazie alla compattezz­a, alla pazienza negli attacchi, alla voglia di buttarsi a terra per difendere con una zonetta molto mobile. Non era facile bissare la prova di giovedì contro Venezia, altra grande delusa. Per vincere queste gare hai bisogno di talento e la Fiat ne ha in quantità: Vujacic non è stato il solista dannoso di alcune gare, Blue si è inserito subito con numeri di alta classe, Washington sembra giochi con questa maglia da dieci anni: così, puoi vincere anche tirando male da 3 (26%), stare spesso sotto nel punteggio ma sempre dominando i tabelloni e non sbagliando nulla nell’overtime. Galbiati entra in sala stampa stravolto, si asciuga il sudore, sembra sia sceso in campo anche lui. «Non chiedetemi di spiegarvi la gara», dice sorridendo . Poi torna serio: «Abbiamo avuto un approccio ter- CIAMILLO COACH DELLA FIAT

HO FATTO SOLO 4 ALLENAMENT­I IL MERITO È TUTTO DELLA SQUADRA

PAOLO GALBIATI

ribile, con le gambe molli, prima di ritrovare lo stesso clima di giovedì. Anche io ero nervoso, mi sono preso un tecnico e mi dispiace. Il merito è della squadra, compatta. Ho fatto 4 allenament­i in tutto, ho più parlato che messo in pratica qualcosa. Questa finale ci dà gioia e fiducia», chiude il tecnico Fiat, mentre Marco Atripaldi (il cui rientro in società ha contributo a stoppare il caos) se lo porta fuori per ricordargl­i l’intervista alla Rai come se fosse un fratello maggiore.

SPECIALE Sorride Sasha Vujacic, uno che ha già vinto due anelli coi Lakers ed è pronto al grande colpo. «Abbiamo ritrovato il gioco di squadra - spiega -, tutto parte da lì e ognuno di noi l’ha capito. Questo non è tennis, se non ci passiamo la palla non si vince mai. Giocare una finale non capita spesso. Non siamo arrivati a quest’atto finale per sbaglio, vogliamo fare qualcosa di speciale». Ci sarà anche Trevor Mbakwe, squalifica­to per una giornata per aver dato un calcio a una sedia dopo il quinto fallo: il ricorso di Torino ha tramutato

la sanzione in ammonizion­e.

 ??  ?? Paolo Galbiati, 34 anni
Paolo Galbiati, 34 anni
 ??  ?? Diante Garrett, 29: 18 punti e 6 rimbalzi CIAM
Diante Garrett, 29: 18 punti e 6 rimbalzi CIAM

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