La Gazzetta dello Sport

Atalanta-Fiorentina Badelj scappa, Petagna lo stoppa

●Petagna risponde al centrocamp­ista in attesa dell’Europa League Due occasioni per Simeone e Gil Dias: la Fiorentina chiude in dieci

- Foto: Andrea Petagna, 22 anni

L’Europa League logora un po’ chi ce l’ha (l’Atalanta) e un po’ anche chi la cerca ancora (la Fiorentina), e farà fatica a trovarla di questo passo, non riuscendo a piazzare uno scatto a sorpresa anche quando potrebbe. Ieri avrebbe potuto, invece di aggiornare il conto della sua astinenza da vittoria (una nelle ultime 7 partite): perché la squadra di Gasp sarà anche tagliata con l’acciaio ma resta «umana», e aveva ancora abbastanza Borussia Dortmund nelle gambe e forse soprattutt­o nella testa. Ha provato a pensare all’Europa League dell’anno prossimo, più che a quella di giovedì, ma era impresa più facile a dirsi che a farsi.

LA CROCE VIOLA Per questo è stato un pareggio che ha tutto sommato accontenta­to l’Atalanta e lasciato rimpianti alla Fiorentina. Soprattutt­o per il molto creato e il poco raccolto — tanto per cambiare — in un primo tempo nel quale avrebbe potuto castigare di più un’avversaria così diversa da se stessa: morbida, quasi timida, forse un po’ stanca. Ma per una volta cinica, alla fine, puntuale nel mantenere spietata almeno un’identità: quella dello sfruttamen­to (8° gol di testa, solo l’Inter ne ha segnati di più) delle punizioni indirette. Che invece continuano a essere la croce della Fiorentina: cinque volte ha segnato così finora l’Atalanta, cinque volte ha avuto rimorsi così la Fiorentina mettendo in piedi il suo record al contrario.

LE STESSE ARMI Quando Petagna ha corretto di testa un radente di Gomez al tramonto del primo tempo, Pioli deve aver imprecato rivedendo il film di quei 45’, prima ancora che del solito errore difensivo: stavolta targato Biraghi-Milenkovic, entrambi vicini al centravant­i. Era stato il primo tiro in porta di un’Atalanta molto orfana in impostazio­ne delle «uscite» di Caldara e dai reparti stranament­e collegati a fatica. La Viola l’aveva costretta a rattrappir­si: anche in una linea a quattro dietro, con Castagne e soprattutt­o Gosens a turno abbassati, mentre Biraghi aveva ampia libertà di fare il contrario, modulando il 4-3-3 viola in un 3-4-3. La Fiorentina stava usando le armi dell’Atalanta: pressing alto e ad alto indice di intensità, raddoppi continui, i centrocamp­isti (tutti e tre) catapulte per ripartenze sul fianco più scoperto dell’avversaria. Per l’1-0 quello di Cristante, che ha concesso a Badelj di trovarsi libero e bello di tirare per due volte. TRENI SCAPPATI Ma è stato dopo il vantaggio che la Fiorentina è ricaduta nelle sue discontinu­ità offensive, prima ancora che difensive (ultima gara a porta chiusa il 22 dicembre): perché Simeone, dopo 6’, e Gil Dias, dopo 28’, hanno visto la porta ma tanto per cambiare non l’hanno morsa. Perché Chiesa fa sempre un po’ di fatica ad avvicinarl­a e Thereau resta un punto interrogat­ivo. E quando poi certi treni scappano, è dura che ripassino ancora: infatti l’Atalanta, pur senza farsi venire i venti minuti come a Dortmund, si è assestata e ha ripreso campo. Gasp ha provato a spingere con Hateboer per Mancini e Ilicic trequartis­ta dietro a due punte più larghe che nel primo tempo, ma lo sloveno non era ispirato come in Germania: se si è «tenuto» per il Borussia di giovedì, nessuno gliene farà una colpa.

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 ?? ANSA ?? L’esultanza di Andrea Petagna, 22 anni, dopo il gol dell’1-1. L’attaccante è al 3° acuto stagionale in A
ANSA L’esultanza di Andrea Petagna, 22 anni, dopo il gol dell’1-1. L’attaccante è al 3° acuto stagionale in A

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