La Gazzetta dello Sport

Bonucci: «Siamo squadra Come Rino nessuno mai Suoi i meriti della svolta»

●Leo: «La carica che dà è diversa da qualsiasi altro tecnico che abbia avuto. Ora possiamo puntare a grandi obiettivi»

- Alessandra Gozzini MILANO

Il quattordic­i luglio, un mese e una settimana prima dell’inizio del campionato, Montella ha vinto la sua prima partita: di fronte a un’ampia schiera di tifosi rossoneri in festa, esattament­e come succede dentro uno stadio, Bonucci salutava la folla e si presentava come nuovo acquisto. Tra Leonardo e Montella, allenatore di inizio stagione, c’era più di un punto in comune: condividev­ano

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● le presenze rossonere di Bonucci a questo punto della stagione: 23 in campionato con 1 gol vittoria al Crotone, 8 in Europa League e 3 in C.Italia impegni e obiettivi e fu Vincenzo a cogliere l’invito del club di promuovere capitano uno dei tanti nuovi acquisti. Montella scelse Bonucci e scontentò Montolivo. L’ex allenatore e l’ex juventino hanno in comune anche l’agente, particolar­e che mesi fa, durante la trattativa, fu considerat­o con sospetto. Una settimana dopo l’annuncio Vincenzo non lo nascose: «Ero convinto che Bonucci fosse raggiungib­ile, mi fidavo di chi me lo diceva, mentre i miei dirigenti avevano una percezione diversa». Ancora Montella alla Gazzetta il 22 luglio: «Mandavo a Mirabelli almeno dieci messaggi al giorno, con sole tre parole. Buongiorno o buonasera direttore: Bonucci. Leo è un profession­ista altamente competitiv­o, con la mentalità è riuscito a ottimizzar­e al massimo il suo motore. Sarà da esempio per i giovani». Difficilme­nte l’ex tecnico, oggi alla vigilia della sfida Champions contro Mourinho, rinnovereb­be i compliment­i. A Siviglia non è argomento del giorno, la sfida con lo United sì, e Vincenzo che pure ha letto quello che Bonucci ha raccontato ieri a Radio 105 e due giorni fa dopo la partita non intende replicare. «Prima eravamo fisicament­e carenti» e con «prima» Bonucci intende la gestione precedente l’attuale. «Prima» il Milan non girava e Leo ha atteso qualche settimana per farlo presente: nel frattempo ha spinto il club a dotare il centro sportivo di macchinari che esercitass­ero la forza e – fra le varie indiscrezi­oni circolate – c’era di nuovo (anche) Leonardo dietro la scelta di allontanar­e Marra, ormai ex preparator­e atletico.

LE PAROLE «Gattuso è il primo ad allenarsi a Milanello, è impression­ante»

«A Cardiff non ci siamo aiutati, lo stesso è successo qui all’inizio»

IMPRESSION­ANTE Bonucci ha semmai il merito di ampliare l’analisi e di non limitare all’aspetto fisico il recente salto di qualità della squadra: «E’ tutto merito di Gattuso, con lui abbiamo svoltato e cambiato faccia, nel carattere e nel gioco. Con lui siamo diventati squadra a differenza di prima, e con lui a Milanello c’è voglia di allenarsi». Altro compliment­o a Rino: «È il primo ad allenarsi a Milanello. E’ impression­ante per la carica che trasmette, credo di non aver mai visto nulla di simile in nessun altro allenatore», dunque nemmeno in Conte. «Ha saputo toccare le corde giuste e ora siamo tornati in corsa per grandi obiettivi». Poi però è lo stesso Leo ad ammettere che all’inizio aveva lui stesso delle difficoltà personali: «Vai in crisi quando i singoli tra loro non si aiutano come dopo la finale col Barcellona con la Juventus o qui all’inizio. Gattuso ci ha dato mentalità e senso di appartenen­za, è quello che ci mancava oltre alla condizione fisica. Eravamo tanti nuovi e anche io pensavo più a quello che mi stava intorno. Mi sentivo il salvatore della patria, ora invece mi sento solo importante come ero alla Juventus».

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Leonardo Bonucci, 30 anni, al Milan dall’estate scorsa

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