È una Viola in Fiore Da Chiesa a Simeone la linea di Pioli è verde
●Nelle ultime due partite, otto degli undici titolari schierati dal tecnico erano nati dal 1992 in poi. Ma in estate serviranno innesti di qualità
Il presente è piuttosto grigio, in attesa che il futuro torni azzurro. Sicuramente la linea è verde, considerando quanto giovane sia questa Fiorentina. Per costruzione, essendo una squadra sostanzialmente nata questa estate: ma anche per anno di nascita. Che la rosa fosse composta da molti ragazzi lo si sapeva. Nelle ultime partite però, anche la base dei titolari è formata da calciatori che il meglio, calcisticamente parlando, lo devono ancora vivere. Prendiamo le sfide appena affrontate con
Juve e Atalanta: la formazione era identica e formata per otto undicesimi da giocatori nati dal 1992 in poi.
Con un solo giocatore, Astori (’87), ad aver già superato i 30 anni. La cosa bella è che anche l’Atalanta (decisamente più abituata al tema), due giorni fa, aveva lo stesso numero di titolari, otto appunto, nati dopo il ’92. Bella storia.
ALTI E BASSI Il rinnovamento, così come il ringiovanimento, era ampiamente previsto. «Questo è l’anno zero» ha ripetuto anche qualche giorno fa Pioli. Certo i risultati sono peggiori di quanto il mondo viola si aspettasse. L’11° posto in classifica, le rimonte subite, la poca precisione sotto porta hanno una matrice comune. Errori, a volte addirittura inconcepibili, che stanno condannando la Fiorentina alla mediocrità. Gli errori però, fanno parte del percorso di crescita. La gioventù ha bisogno di pazienza. E di gioventù a Firenze ne stanno vedendo molta. Ricapitolando, nelle ultime due partite in porta c’era Sportiello (’92), in difesa Milenkovic (’97) e Biraghi (’92). In mezzo Veretout (’93) e Benassi (’94). Il reparto che sta soffrendo di più è anche quello maggiormente giovane. Quello offensivo con Gil Dias (’96), Simeone (’95) e Chiesa (’97).
CRESCERAI, IMPARERAI Giusto dire che a Bergamo i migliori in campo sono stati i due «vecchietti». Su tutti Badelj, classe ‘89, contratto in scadenza a giugno e ormai (salvo sorprese) agli ultimi mesi in viola. Poi Astori, muro invalicabile per tutto il match contro i nerazzurri. In passato però, il palcoscenico se lo sono preso anche i giovani. Soprattutto Chiesa, gioiello assoluto della new Fiorentina. Ma anche Milenkovic ha dato segnali importanti mentre a centrocampo Veretout e Benassi sono considerati pilastri della squadra dei prossimi anni. Da Simeone e Gil Dias invece Pioli si attende progressi e crescita. «Gil ha grandissimo potenziale» e «Simeone è l’attaccante perfetto per noi» due tra le frasi espresse dal tecnico viola sui propri talenti. La fiducia è totale, ma non può essere infinita, tocca a loro ripagarla sul campo. Perché quanto stanno facendo fino ad ora è davvero troppo poco.
I MOTIVI
Il rinnovamento era previsto, anche se i risultati sono inferiori alle attese
Ma gli errori di gioventù fanno parte del percorso di crescita
ANCHE LA PANCA Il discorso prosegue andando oltre i primi undici. A Bergamo, in panchina accanto a Pioli c’erano dodici calciatori. Nove dei quali nati dopo il 1992. Corretto ricordare che alcuni di questi presto non faranno parte del progetto viola (Cristoforo e Maxi Olivera) ed altri stanno convincen-
do pochissimo (Eysseric e Bruno Gaspar). In generale, però, c’è un filo logico che muove la strategia viola. Nella prossima estate invece l’imperativo sarà un altro. Rendere nuovamente competitiva la Fiorentina aggiungendo tanta qualità. E questa, si sa, non ha età.