Crono a inseguimento per decidere il Giro Under 23
●Epilogo sul Muro di Ca’ del Poggio: l’intervallo di partenza tra i primi 20 sarà il distacco in classifica, come nel fondo e nel biathlon
Sarà di un Muro l’ultima parola del Giro d’Italia Under 23 Enel. Il 16 giugno, infatti, l’ascesa di Ca’ del Poggio, là «dove il Prosecco incontra il mare», sarà il giudice conclusivo della corsa che quest’anno diventa sempre più grande, con dieci giorni di gara e non più sette, e un tracciato sempre più selettivo. Ma attenzione, non è soltanto una questione di pendenze dell’ultima cronometro di 21,2 km — si arriva fino al 19 per cento — e di difficoltà tecniche.
MODELLO PENTATHLON Qui c’è qualcos’altro: una formula che scombina le tradizioni del ciclismo e le regole della cronometro. Davide Cassani, il c.t. che questo Giro l’ha disegnato e rilanciato un anno fa, ne ha inventata un’altra: niente più il minuto o i due fra un corridore e l’altro con il leader della classifica che parte per ultimo; fra gli ultimi 20, chi porterà la maglia rosa prenderà invece il via per primo, proprio con il vantaggio che avrà in classifica. Un po’ come succede nell’ultima prova del pentathlon moderno (quando i punti di vantaggio nella prova conclusiva di corsa vengono trasformati in secondi), o nelle gare a inseguimento di biathlon e sci di fondo.
NIENTE SCIA Una vera rivoluzione che già provoca tanta curiosità. «Scusa Davide — chiede a un certo punto Ivan Basso, nelle vesti di direttore sportivo, a Cassani: ma si potrà tenere la scia?». «No, è vietato, le regole saranno le stesse della cronometro». Muro più nuova formula: la combinazione promette davvero spettacolo. La sfida a Pavel Sivakov, il russo che vinse un anno fa, è lanciata con un condimento a sorpresa. D’altronde questo è un traguardo che vale, c’è un dato che l’organizzatore sottolinea in rosso: «Dei primi 10 classificati dell’anno scorso, 9 hanno già trovato un contratto tra i professionisti», dice Marco Selleri, direttore generale.
BICI OLIMPIONICA Ieri la corsa è stata battezzata dal ministro dello sport, Luca Lotti: «Abbiamo voluto investire come istituzione nel giro Under 23 perché parliamo spesso di giovani, ma poi si fa poco in concreto per aiutarli». Con lui c’era Renato Di Rocco, presidente federale, che ha ricordato il momento, la «scintilla» che portò Cassani a lanciare il recupero del cosiddetto Giro Baby. Con loro, anche i due vicepresidenti del Coni, Franco Chimenti e Alessandra Sensini. E proprio l’olimpionica è una ciclista amatoriale. «E in bicicletta ho preparato diverse mie campagne olimpiche» ha ricordato.
STRADE BIANCHE Saranno al via 29 squadre (15 italiane) di sei corridori ciascuna. L’ideale scenario che promette fuochi d’artificio e corsa difficile da controllare. Quattro le regioni coinvolte: Emilia Romagna, Lombardia, Trentino e Veneto. Tutto comincerà a Forlì il 7 giugno. E se il Ca’ del Poggio, il Grammont italiano, sarà l’ultimo giudice della corsa, diverse sono le giornate da sottolineare in rosso: in particolare occhio alla quinta tappa, martedì 12 giugno, con finale a Folgarida in località Malghet Aut, 12 chilometri con epilogo in salita su strada bianca. Un passaggio fondamentale prima dei verdetti del Muro. E a seguire almeno un paio di giorni di corsa ci sarà anche Alberto Contador.