Un’altra rossa in F.1 Ecco il fattore Alfa
Snella e col cuore rosso per schiodarsi dal fondo
Il filo rosso con le corse, quelle con la C maiuscola, come vanno considerati i GP di Formula 1, rescisso più di trent’anni fa (era il 1987) viene riannodato con questa C37 in livrea biancorossa (tutt’altro che armoniosa), che è la monoposto numero 26, realizzata a Hinwil da quando, nel 1993, Peter Sauber decise, dopo una fruttuosa parentesi negli Sport Prototipi (fu lui a svezzare gente del calibro di Michael Schumacher, Heinz Harald Frentzen e Karl Wendlinger) di fare il grande salto nel Mondiale. Proprio in quell’anno l’Alfa vinse il Dtm, il Turismo Tedesco, con Nicola Larini. Corsi e ricorsi.
ROTTA Da quando è uscita dal Mondiale, tutto è cambiato in casa Alfa. Basti pensare ad Arese, dove a dicembre si è celebra- to il matrimonio con il team svizzero alla presenza di Sergio Marchionne, capo di Fca e Ferrari e di Pascal Picci, l’uomo di riferimento degli svedesi che hanno salvato il team svizzero. Fuori dal Museo, che dà una idea precisa di che cosa è stato questo marchio non solo nelle corse ma anche nel mondo dell’auto, ci sono ancora capannoni dismessi e, laddove venivano realizzate auto che costituivano il sogno non solo degli italiani, un apprezzatissimo centro commerciale. Marchionne, da buon emigrante che ha toccato con mano la venerazione nord americana per il Biscione, ha deciso di invertire la rotta, ma oggi l’Alfa non ha un dna suo, la tecnologia per affrontare un severo banco di prova come la F.1, per questo le nozze con la Sauber vanno inquadrate per quello che sono: una brillante operazione commerciale, che avrà beneficio per entrambe i part- ner. All’Alfa i GP serviranno per guadagnare quella visibilità necessaria a incrementare i volumi di vendita dei suoi nuovi gioielli, Stelvio e Giulia; alla Sauber per tornare appetibile sul mercato degli sponsor (nelle ultime 24 ore ne hanno annunciato una manciata, Carrera porterà 5 milioni); e al pianeta Fca per recuperare i crediti vantati sulla fornitura motori del passato (36 milioni?).
TRAGUARDI «Il nostro obiettivo per il 2018 è chiaro: vogliamo recuperare il gap rispetto agli altri team e migliorare le nostre prestazioni», ha fatto scrivere il team principal Frederic Vasseur. Non sarà difficile: l’anno scorso, frenata dalla power unit Ferrari vecchia di un anno, la Sauber racimolò la miseria di 5 punti. «Ma la sola presenza di un marchio storico come Alfa — ha garantito Marcus Ericsson, mai a punti negli ultimi 49 GP — costituisce un grande stimolo, c’è molto entusiasmo nel team». Il frutto è appunto questa C37, firmata da Eric Gandelin, che è in Sauber da una vita ( vi approdò dalla Prost nel 2002). «La macchina rappresenta un cambiamento radicale dal punto di vista aerodinamico rispetto al passato — ha spiegato nella presentazione virtuale il direttore tecnico Jorg Zander —: lo si nota nel muso (dove spuntano due prese d’aria per l’S duct; n. d. r.) e nell’alettone anteriore. Abbiamo allungato il passo, portando in avanti l’asse anteriore per incrementare la presenza (dietro le ruote) di deflettori che miglioreranno il flusso aerodi- namico. Sono stati cambiati pure i braccetti delle sospensioni e gli elementi all’interno che ora sono più compatti e leggeri. La parte posteriore della vettura è molto più stretta, il reparto progetto ha lavorato duro per ridimensionare il pacchetto di raffreddamento».
PRIMI TEST
La C37, già in pista ieri in Spagna, godrà della Power Unit Ferrari aggiornata
Il Biscione per ora è solo un marchio ma nel futuro qualche tecnico italiano...
POTENZA Un passo in avanti notevole è offerto dalla possibilità di sfruttare la stessa power unit e il cambio che saranno montati sulla Ferrari 2018. «Essendo stato disegnato — ha aggiunto Zander — sulla geometria delle sospensioni posteriori della Ferrari, il cambio ci ha costretto a portare le nostre sospensioni indietro di 40 millimetri». Gli svizzeri han-