La Gazzetta dello Sport

Fred nel cuore E Guardiola può aspettare

●Promesso sposo del City, il brasiliano doveva partire già a gennaio. Il tecnico Fonseca: «Mi fido di lui, finché è qui...»

- INVIATO A KHARKIV

Lui non lo conosceva così bene. Tecnicamen­te parlando. Ad Alisson Becker stasera sembrerà di fare una di quelle rimpatriat­e da ex compagni di classe. Lo Shakhtar è da sempre una colonia brasiliana, Alisson ritroverà un pezzo di gioventù passata all’Internacio­nal di Porto Alegre, ritroverà Patrick, Taison e, soprattutt­o, Frederico Rodrigues Santos, detto Fred. Erano amici, erano i due gioiellini delle giovanili, hanno mantenuto le promesse. Solo che Fred ha dovuto reinventar­si per affermarsi del tutto. Il portiere della Roma non avrebbe mai immaginato di vedere quel peperino tutto scatti e finte al quale pia- ceva scatenarsi sulla sinistra, un Douglas Costa per intendersi e per restare nei pressi dello Shakhtar (è da qui che lo juventino è andato al Bayern), trasformar­si come un Supereroe nel centrocamp­ista centrale tosto, diligente e ispirato in regia che tutti ammirano e che tanti vogliono.

DA LUCESCU AL CITY Fred non è stato fortunato con le città. È nato a Belo Horizonte, è cresciuto calcistica­mente a Porto Alegre. Per chissà quale sorta di contraltar­e, in Brasile le cit- tà più brutte hanno nomi gioiosi. Poi è finito, appunto, a Donetsk e ora sta a Kharkiv, che insomma non hanno il clima migliore del mondo e non sono Londra o Rio. A Donetsk ha vissuto pure il terrore della guerra (non ancora finita, anche se non se ne parla) tra miliziani filo russi e le forze governativ­e ucraine. Nel 2014, lui e la truppa brasiliana decisero di non tornare in Ucraina dal ritiro austro-svizzero, saltando la finale di Supercoppa con la Dinamo Kiev. Poi ci ripensaron­o e lui fu uno dei primi a rientrare. LIVERANI

Fred non è stato tanto fortunato nemmeno con i controlli antidoping. Nel 2015 fu squalifica­to un anno. Ma è stato fortunato a trovare l’allenatore giusto: Mircea Lucescu. Perché da esterno era bravo, sgusciante, creava pericoli, ma segnava davvero poco. Massimo due gol a stagione, se non si conta la coppa ucraina. L’ex mago dello Shakhtar pian piano l’ha trasformat­o in un centrale coi fiocchi. E guarda caso è già promesso sposo al Manchester City di Guardiola (che già lo voleva a gennaio e che pagherà una quarantina di milioni di euro) per affiancare o sostituire Fernandinh­o, guarda caso come lui scuola Lucescu-Shakhtar. Fred in un’altra città né calda né stupenda, ma transeat. Stavolta ne vale la pena. Dice Il suo attuale tecnico Fonseca: «Ho parlato con lui a lungo. Anche se poteva andar via a gennaio ma la trattativa non si è conclusa mi ha assicurato che resterà concentrat­o fino all’ultima partita con noi. Mi fido. Fred è uno dei miei giocatori più importanti. E si merita un top team». Come Fonseca pensa sia anche la Roma: «Mi piace tantissimo Di Francesco e il suo gioco. Penso che sarà una gara equilibrat­a, con due squadre che non hanno paura di giocare e mostrare le loro idee. La qualificaz­ione non si deciderà domani (oggi, ndr) ma nel ritorno». Molto dipenderà anche da Fred e da Alisson, quelli della meglio gioventù di Porto Alegre.

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PAULO FONSECA ALLENATORE SHAKHTAR UNO SVANTAGGIO PER NOI LA PAUSA COSÌ LUNGA SENZA GIOCARE

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