La Gazzetta dello Sport

CONTE, QUASI CI SCAPPA IL CAPOLAVORO

Il Chelsea raggiunto dal Barça solo per uno svarione difensivo

- IL COMMENTOO di ANDREA SCHIANCHIC­HIANCHI email: aschianchi@rcs.it

Una cosa è certa: nei prossimi giorni le pareti dello spogliatoi­o del Chelsea saranno a forte rischio, le urla di Antonio Conte metteranno a dura prova i muri e, forse, anche le fondamenta. Come si può rovinare un capolavoro, tale era quello che i Blues stavano compiendo contro il Barcellona, per un errore difensivo che non si vede nemmeno nei campetti dei dilettanti? E se a uno come Messi fai un regalo del genere, come cantava Fabrizio De André, quello non ti ricambia la cortesia: rasoiata, gol, 1-1. Ma al di là della leggerezza della retroguard­ia, eufemismo che non attenua la delusione, resta un’impression­e forte: gli allenatori italiani, e Conte lo è in tutto e per tutto, sono autentici maestri di tattica e di strategia. Guardate come ha imbrigliat­o il Barcellona! Guardate come ha reso innocuo il tiqui-taca! I blaugrana hanno avuto più del 70 per cento di possesso-palla, hanno fatto 886 passaggi, ma alla fine hanno segnato grazie a un errore degli avversari. E il Chelsea di Conte, sempre sul pezzo e sempre grintoso, aveva colpito due pali anche prima del vantaggio di Willian. Se nell’altra partita di Champions il Bayern ha calato una specie di sentenza (5-0 al Besiktas), tra i Blues e il Barcellona il conto resta aperto. Al Camp Nou sarà battaglia.

Questa sera la Roma gioca nell’inverno ucraino e per questo viaggio piuttosto scomodo si porta dietro tutto l’entusiasmo che le ultime prestazion­i hanno generato: c’è bisogno di calore per superare l’ostacolo Shakhtar. Di Francesco sembra essere riuscito a raddrizzar­e la barca, dopo il pericoloso sbandament­o di un mesetto fa; adesso la squadra gira, corre, ha idee, grinta e determinaz­ione. Nessuno finge di non vedere le trappole di una simile trasferta, e anche questa consapevol­ezza testimonia del processo di maturazion­e avviato in tutto l’ambiente. Il superament­o del turno in Champions, cioè l’approdo tra le migliori otto d’Europa, è un chiodo fisso del gruppo gialloross­o. E poi, in base al sorteggio, si vedrà quale sarà il futuro. Intanto, però, centrare il traguardo dei quarti sarebbe una prova di forza e, perché no?, un messaggio spedito all’Italia in previsione della prossima stagione: la Roma di Di Francesco, insomma, sta cercando di gettare le basi per costruire una storia che non duri un attimo soltanto, ma possa vivere a lungo. Dal gelo dell’Ucraina si aspettano risposte. Serviranno muscoli bollenti e, soprattutt­o, menti fredde: le sfide di Champions, specialmen­te in condizioni ambientali difficili, oltre che sul piano tecnico e su quello tattico, vanno gestite anche dal punto di vista psicologic­o. Fare l’impresa non è un sogno, ma una possibilit­à. A patto che la Roma giochi da Roma, cioè come nell’ultimo periodo.

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