CONTE, QUASI CI SCAPPA IL CAPOLAVORO
Il Chelsea raggiunto dal Barça solo per uno svarione difensivo
Una cosa è certa: nei prossimi giorni le pareti dello spogliatoio del Chelsea saranno a forte rischio, le urla di Antonio Conte metteranno a dura prova i muri e, forse, anche le fondamenta. Come si può rovinare un capolavoro, tale era quello che i Blues stavano compiendo contro il Barcellona, per un errore difensivo che non si vede nemmeno nei campetti dei dilettanti? E se a uno come Messi fai un regalo del genere, come cantava Fabrizio De André, quello non ti ricambia la cortesia: rasoiata, gol, 1-1. Ma al di là della leggerezza della retroguardia, eufemismo che non attenua la delusione, resta un’impressione forte: gli allenatori italiani, e Conte lo è in tutto e per tutto, sono autentici maestri di tattica e di strategia. Guardate come ha imbrigliato il Barcellona! Guardate come ha reso innocuo il tiqui-taca! I blaugrana hanno avuto più del 70 per cento di possesso-palla, hanno fatto 886 passaggi, ma alla fine hanno segnato grazie a un errore degli avversari. E il Chelsea di Conte, sempre sul pezzo e sempre grintoso, aveva colpito due pali anche prima del vantaggio di Willian. Se nell’altra partita di Champions il Bayern ha calato una specie di sentenza (5-0 al Besiktas), tra i Blues e il Barcellona il conto resta aperto. Al Camp Nou sarà battaglia.
Questa sera la Roma gioca nell’inverno ucraino e per questo viaggio piuttosto scomodo si porta dietro tutto l’entusiasmo che le ultime prestazioni hanno generato: c’è bisogno di calore per superare l’ostacolo Shakhtar. Di Francesco sembra essere riuscito a raddrizzare la barca, dopo il pericoloso sbandamento di un mesetto fa; adesso la squadra gira, corre, ha idee, grinta e determinazione. Nessuno finge di non vedere le trappole di una simile trasferta, e anche questa consapevolezza testimonia del processo di maturazione avviato in tutto l’ambiente. Il superamento del turno in Champions, cioè l’approdo tra le migliori otto d’Europa, è un chiodo fisso del gruppo giallorosso. E poi, in base al sorteggio, si vedrà quale sarà il futuro. Intanto, però, centrare il traguardo dei quarti sarebbe una prova di forza e, perché no?, un messaggio spedito all’Italia in previsione della prossima stagione: la Roma di Di Francesco, insomma, sta cercando di gettare le basi per costruire una storia che non duri un attimo soltanto, ma possa vivere a lungo. Dal gelo dell’Ucraina si aspettano risposte. Serviranno muscoli bollenti e, soprattutto, menti fredde: le sfide di Champions, specialmente in condizioni ambientali difficili, oltre che sul piano tecnico e su quello tattico, vanno gestite anche dal punto di vista psicologico. Fare l’impresa non è un sogno, ma una possibilità. A patto che la Roma giochi da Roma, cioè come nell’ultimo periodo.