La Gazzetta dello Sport

Fontana «Ci siamo urlate “Via a bomba” Con la staffetta il podio più bello»

●È la più vincente di sempre nello short track «In pista siamo state brave nell’assistenza dopo la caduta. Non ho capito che cosa è successo, però l’argento premia il lavoro: 150 giorni all’anno assieme»

- Andrea Buongiovan­ni INVIATO A PYEONGCHAN­G (SUD COREA)

Nessuna come lei: Arianna Fontana conquista la settima medaglia olimpica, quattro individual­i e tre in staffetta (un oro, due argenti e quattro bronzi) e nello short track diventa la donna a cinque cerchi più vincente di sempre. La cinese Wang Meng, tra Torino 2006 e Vancouver 2010, ne aveva colleziona­te sei. In chiave italiana, adesso, ne vanta più di leggende come Eugenio Monti o Armin Zoeggeler. Eppure a lei a caldo, in una serata così, pare stare a cuore una sola cosa: la squadra.

Arianna, ha capito cos’è successo nel finale?

«Ho capito solo che abbiamo vinto l’argento e mi basta. Non so ancora perché abbiano squalifica­to Cina e Canada, in pista è difficile rendersi conto di quel che accade e non abbiamo ancora rivisto le immagini. Sul ghiaccio si pensa solo a non mollare. Abbiano tagliato il traguardo da terze e poi, a sorpresa, siamo diventate seconde. Ed è fantastico».

Ha temuto che quella caduta potesse compromett­ere tutto?

«In verità no, perché siamo state pronte con l’”assistenza”. Sarebbe stato un peccato buttare all’aria tanto lavoro per un episodio del genere. Ora siamo super felici, anche perché nel corso della stagione abbiamo un po’ faticato a ingranare».

Come ha vissuto quei momenti concitati?

« Quando ci siamo ritrovate quarte, mi sono imposta di star tranquilla. Ero pronta a dir la mia nel turno finale. Poi, la caduta. Ho visto la scena da dietro e appena Lucia è caduta sono partita per prenderla».

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Le medaglie olimpiche di Arianna Fontana, record olimpico femminile per lo short track. La cinese Wang Meng è a quota sei

Che valore ha questa medaglia?

«Enorme, è una delle più belle e conta forse più di quelle individual­i, perché è corale, condivisa. Premia il lavoro di tutto il gruppo, anche di Cyntia Mascitto, qui riserva designata, delle ragazze che son rimaste a casa e dei nostri maschietti che, in allenament­o, spesso ci danno una mano importante. E poi dobbiamo ringraziar­e tutti coloro che ci hanno aiutato. Io, in primis, le mie Fiamme Gialle, che mi mettono nelle migliori condizioni possibili».

Cos’ha detto alle compagne prima del via?

«Ci siamo gasate a vicenda e ci siamo incitate come sempre, gridandoci un: “A bomba!”».

Quanti giorni all’anno lavorate insieme?

«Circa 300 e in circa 150 si fa qualcosa in funzione staffetta».

È parsa tornata quella dell’oro dei 500: stava meglio di sabato, quando in quella dei 1500, come ha ammesso, le è finita la benzina?

«Decisament­e, lo avevo già intuito nella batteria dei 1000, gestita facilmente. A quel punto ho capito che sarei stata pronta ad andare a tuono. Sabato non era proprio stata giornata, non avevo le gambe».

Come ha ricaricato le pile?

«Domenica, con mio marito Anthony, ho trascorso qualche ora tranquilla al mare di Gangneung. A me il mare fa sempre un ottimo effetto».

Qualcuno sostiene che il ghiaccio, in mattinata utilizzato dai pattinator­i di figura per il libero della danza, fosse rovinato: è così?

«Non mi è parso e comunque, soprattutt­o in staffetta, è difficile da dire. Bello o brutto, bisogna andare».

Sta riscrivend­o record dopo record...

«Mi fa piacere, ma non penso mai che, vincendo una medaglia, posso superare qualcuno in tal senso. Qui abbiamo tutte scritto un pezzetto di storia».

A Torino 2006, a 15 anni e 10 mesi, divenne la più giovane medagliata olimpica invernale azzurra della storia, primato imbattuto: dodici anni dopo si sente la leader della squadra?

«I ruoli importano poco, conta essere ancora qui. Con le migliori al mondo e portare a casa risultati di questo genere».

Non fa mai valere il peso della sua esperienza?

« Solo motivando le ragazze: ognuna ha bisogno di sentire cose diverse in modo diverso».

Per esempio?

«Martina deve avere qualcuno che le ricordi che è brava, che è forte. Al debutto, prima della semifinale, era un po’ in crisi. Le ho ricordato delle sue bimbe, di come in poche siano state in grado di tornare dopo una doppia maternità come ha fatto lei. A Cecilia basta uno sguardo, una pacca sulle spalle e via. Con Lucia, invece, è sempre meglio avere un tono scherzoso, senza mai drammatizz­are».

Partendo dai quarti, per concludere un’Olimpiade che sarà in ogni caso da ricordare, le restano i 1000: con quali prospettiv­e?

«In mezzo c’è un giorno di pausa: spero che le mie compagne abbiano un po’ di compassion­e e di solidariet­à e non si scatenino a tavola prima che anch’io abbia finito di gareggiare».

 ?? AFP ?? Arianna Fontana, 27 anni, nata Sondrio, gareggia per le Fiamme Gialle. In carriera ha vinto, tra gli altri titoli, anche un oro ai Mondiali (nei 1500 a Mosca 2015)
AFP Arianna Fontana, 27 anni, nata Sondrio, gareggia per le Fiamme Gialle. In carriera ha vinto, tra gli altri titoli, anche un oro ai Mondiali (nei 1500 a Mosca 2015)

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