La Gazzetta dello Sport

La legge di Messi su Conte

Willian illude i Blues ma Leo è spietato e firma il pareggio

- Stefano Boldrini CORRISPOND­ENTE DA LONDRA

●Primo gol dell’argentino al Chelsea sull’ errore di Christense­n che vanifica i piani tattici del tecnico

Messi firma il primo gol al Chelsea al nono tentativo, ma i Blues sono vivi e possono ancora lottare per la qualificaz­ione: vista l’atmosfera della vigilia, versione «cronaca della morte annunciata», Conte ha dato ragione alla scelta della dirigenza di andare avanti con lui dopo la crisi di gennaio e le fibrillazi­oni dell’ambiente più difficile del calcio inglese. L’allenatore pugliese compie l’ennesimo capolavoro tattico contro il football spagnolo, ma non dormirà qualche notte pensando ai due pali colpiti nel primo tempo da Willian, il primo al 33’, il secondo al 41’. Il bello del calcio è anche questo: una sfida che pareva già decisa prima di scendere in campo, lascia invece tutto aperto. Il Chelsea può mangiarsi le mani per quello che poteva essere e non è stato.

POSSESSO ED ERRORI Il Barcellona ha dominato nel possesso palla, alla fine sarà 73% a 27% per la banda di Valverde, ma il Chelsea è stato protagonis­ta degli episodi decisivi: nel gol di Messi c’è stata la mano, anzi il piede maldestro di Christense­n. Il difensore danese, splendida scoperta di questa stagione, rovina mesi di prestazion­i ad alto livello con un passaggio in orizzontal­e che, da sinistra a destra, manda in tilt i suoi compagni di reparto, ma non un vecchio pirata come Iniesta. Lo spagnolo, che sul prato dello Stamford lasciò il segno con uno dei suoi colpi più celebri, nel 2009, intercetta il pallone e serve Messi: il sinistro chirurgico dell’argentino non perdona. Peccato: un momento di black out ha rovinato il capolavoro tattico di Conte.

IL PIANO DI ANTONIO L’allenatore italiano aveva parlato di un «piano» alla vigilia del match e il progetto, basato sul trio d’attacco composto dai piccoletti, con Morata in panchina, ha funzionato in lungo e lavoro. L’avvio a tavoletta di Hazard è stato un segnale colto al volo dal resto della truppa. Willian, in grandissim­e condizioni di forma, è stato l’incur- sore lungo la linea della trequarti. Pedro si è sdoppiato nel doppio ruolo di spinta e rincorsa. Kanté, altro elemento-chiave del piano, ha consumato i polmoni per controllar­e Messi negli inseriment­i centrali del fuoriclass­e argentino. Moses, infine, ha governato con autorità settanta metri di fascia. Non tutto è riuscito alla perfezione, perché Fabregas si è per- so nella girandola del Barcellona e Alonso non ha mai alzato la voce, ma anche così, alla fine del primo tempo, il bilancio è stato sorprenden­te. Quattro occasioni per il Chelsea – i due pali di Willian e altrettant­i tiri di Harard –, contro due chance per i catalani, la prima con Paulinho di testa, la seconda, sempre di cabeza, con Piqué.

RIPRESA La notizia dell’intervallo è stata un numero zero: nessun tiro nello specchio della porta di Courtois da parte del Barcellona. Il primo, per la cronaca, ha avuto la firma di Suarez: una conclusion­e sporca. Il Chelsea ha trovato ulteriore coraggio e la rete di Willian ha illuminato lo Stamford. Il brasiliano ha gestito il pallone servito da Hazard e con un destro perfetto ha trafitto ter Stegen. La folle corsa di Conte, scatenato nel dare il «cinque» ai tifosi, è stata spettacolo nello spettacolo. Il Barcellona ha cercato di reagire, aggrappato al radar di Busquets e al genio di Messi, ma la giornata di luna nera di Suarez è stata una zavorra. La gestione difensiva è l’Abc del calcio di Conte e ad un certo punto si è intravisto un bis del 2-0 alla Spagna agli europei di Francia. L’errore di Christense­n ha frantumato i sogni di gloria, ma il Chelsea è ancora in corsa per la qualificaz­ione. Se pensiamo al Conte ad un passo dall’esonero di quindici giorni fa, questo 1-1 è un mezzo miracolo.

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