La Gazzetta dello Sport

Douglas Costa shock: «Ho dovuto perdere per non morire»

●Accadde nel 2009: «Giocavo nel Gremio, facemmo vincere il Flamengo per evitare il titolo all’Internacio­nal. Altrimenti...»

- Filippo Conticello @filippocon­t

Finì col Maracanà in delirio e in campo tutto il «Fla» in festa: Adriano, che di quel Brasilerao 2009 fu «Imperatore» e capocannon­iere in maglia Flamengo, aveva parlottato durante la partita con i giocatori del Gremio facendo gridare allo scandalo. Tra loro, anche la nuova freccia della Juve che, evidenteme­nte, non ha di- menticato quell’atmosfera: «Dovevo giocare per non vincere...», ha ammesso ieri Douglas Costa. In una lunga intervista postata dal canale brasiliano «Pilhado» su YouTube, il bianconero ha confermato quello che all’epoca, dicembre 2009, era più che un sospetto. Il suo Gremio si scansò e regalò il match al Flamengo, che grazie a quel 2-1 vinse il titolo: altrimenti avrebbero festeggiat­o quelli dell’Internacio­nal di Porto Alegre. Non una squadra qualunque, ma l’arcirivale nella capitale dello Stato del Rio Grande do Sul. Viste le premesse, impegnarsi al massimo e magari regalare il titolo agli odiati cugini avrebbe comportato più di un rischio per Douglas e compagni: «Facemmo dei cambi, io dribblavo da una parte, dall’altra, ma sempre lontano dalla porta. Era una partita difficile da giocare. Non potevo dare tutto me stesso ed era brutto...», ha aggiunto ieri il brasiliano della Juve.

VIVI E FELICI Al Maracanà il Gremio si era presentato con appena tre titolari più giovani di bellissime speranze, come lo stesso Douglas, allora 18enne e fresco di secondo posto al Mondiale Under 20. Nonostante il diktat della torcida prima di partire per Rio, il Gremio all’inizio se la giocò pure: il gol di Roberson aveva ammutolito il tempio, ancora immenso prima del restyling per il 2014. Nel mentre, l’Internacio­nal stava pure vincendo contro il Santo André: insomma, la tempesta perfetta. A quel punto, ecco la rimonta, agevolata da un atteggiame­nto morbido degli avversari. Lo ha ammesso candidamen­te Douglas: «Se ci era stato ordinato di perdere? I dirigenti ci dissero che potevamo fare ciò che volevamo e che la responsabi­lità era nostra. E poi che, al ritorno a Porto Alegre, se avessimo vinto, la gente avrebbe invaso la pista in aeroporto e non saremmo potuti partire: i tifosi del Gremio avrebbe voluto ucciderci...». Giusto per capire fin dove si arrampichi la rivalità, quando due mesi fa il Gremio allenato dall’ex romanista Renato Portaluppi è stato battuto dal Real nel Mondiale per club, Porto Alegre non ha dormito per il tripudio «Inter». Così, date le premesse, Douglas ha concluso: «Sarebbe stata una macchia per la storia del club dare il titolo all’Internacio­nal. Se avessimo battuto il Flamengo saremmo morti, invece loro vinsero 2-1 e fummo tutti felici».

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MINACCIATO Douglas Costa, 27 anni GETTY

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