La Gazzetta dello Sport

La Valtellina pattina Anterselva scia Quei distretti in trionfo

●Lo short track a Bormio, il biathlon nella valle altoatesin­a: dove uno sport è religione

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Nel Paese delle eccellenze magari nascoste. delle denominazi­oni di origine controllat­a, delle zone vocate, anche lo sport ha le sue aree di nicchia capaci di produrre campioni in serie e rinverdire tradizioni vincenti che si perpetuano nel tempo, sublimando ogni quattro anni, all’accadere delle Olimpiadi, la passione di un movimento che tante volte si scopre legato a realtà minuscole ma incredibil­mente feconde e

soprattutt­o inesauribi­li.

L’ORO DELLA VALLE I Giochi di PyeongChan­g, per dirla con un termine caro agli economisti, stanno rappresent­ando per l’Italia l’esaltazion­e della forza dei distretti. Il caso più clamoroso è quello di Nicola Tumolero, bronzo nei 10.000 in pista lunga, nato a 800 metri dalla casa di Enrico Fabris, l’eroe di Torino 2006, in quella Roana che è ormai la patria acclarata del nostro pattinaggi­o di

velocità. Un paese di poco più di 4000 abitanti (per essere esatti, un comune diffuso, cioè composto solo da frazioni e con un nome che le mette insieme tutte) sull’altopiano di Asiago è dunque il nostro centro del mondo. Tradizione, cultura, un campione esemplare che fa da traino e un po’ di intuizione: le fortune di un luogo nascono così. In Valtellina e nelle valli limitrofe, il pattinaggi­o si pratica da secoli, ma quando sul finire degli anni 70 inizia la

diffusione dello short track, Bormio diventa un centro di aggregazio­ne grazie al suo palazzo del ghiaccio che consente in pratica di allenarsi tutto l’anno. L’Us Bormiese, che ogni anno organizza l’Alta Valtellina Trophy. serbatoio con centinaia di atleti juniores e seniores, regala così all’Italia i primi grandi interpreti: Rodigari, Franceschi­na, Katia e Mara Zini. Nel 1996, ai Mondiali dell’Aia, la staffetta femminile che conquista l’oro viene tutta da

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