Rulfi esulta «Se non rischia è fortissima»
● «E’ stata una sofferenza. Avevo addosso un sacco di ansia per un’occasione che non andava sprecata». Gianluca Rulfi, il responsabile delle polivalenti, ha vissuto la discesa al terzo salto, «quello più facile visto in tv, ma il più difficile per le atlete, perché lì bisognava prendere lo slancio per la parte finale». Ha visto Sofia Goggia mentre portava a termine «una gara pulita, com'era stato il superG prima dell’errore che le è costato la medaglia. La sua è stata una prova di grande consapevolezza tecnica, ha sciato bene, con margine. Se a Cortina aveva vinto rischiando troppo, qui è stata nei limiti. E il rispetto di questi limiti è il fattore che ti fa diventare forte per davvero, che ti prolunga la carriera. Da questo punto di vista Sofia sta maturando. In autunno aveva avuto grandi difficoltà, ma grazie a quelle fatiche ha raggiunto un altro livello di consapevolezza». Rulfi lavora a stretto contatto con Sofia Goggia da tre anni, da quando è passato alla squadra femminile. «L’ho sempre vista come un cavallo pazzo. Tre anni fa, però, Alberto Ghezze ha avuto la buona idea di spostarla dalla velocità alle discipline tecniche. La necessità era quella di proteggerla da lei stessa, dalla foga che allora metteva nelle gare. Lei sciava forte, ma rischiava troppo, doveva darsi una regolata prima di tornare alla velocità. Doveva scalare una marcia. All’inizio rimase sul chi va là, ma poi capì il senso del cambiamento».