Antonio in attesa «Resto al Chelsea se tutti sono felici...»
●Prima delle sfide con Mourinho e Guardiola, il tecnico è in una posizione di forza col club
Ci sono due certezze dopo l’1-1 del Chelsea con il Barcellona carico di rimpianti. La prima è che in Inghilterra cercano il pelo nell’uovo anche di fronte ad una prestazione quasi perfetta, dove il quasi è legato all’errore di Christensen che ha portato al pareggio di Messi: la rinuncia a Morata e la scelta di affrontare i Blaugrana con i tre piccoletti è stata uno degli argomenti cult dei giornali. La seconda è che Conte, comunque vada, non resterà disoccupato in caso di addio ai Blues a fine stagione: dietro la sua porta c’è una lunga fila di pretendenti. Ci sarebbe anche un’ulteriore certezza: riguarda la capacità di Conte di irretire il football spagnolo.
LE FRASI Il pareggio di martedì permette a Conte di affrontare con l’animo sereno due gare chiave: domenica il Manchester United all’Old Trafford, dove la vera sfida sarà quella tra lui e José Mourinho, poi, il 4 marzo, la visita al City di Guardiola. Due cime Everest, ma sono queste tappe in apparenza proibitive in cui «Antoniooo», come continua ad urlare il popolo del Chelsea, offre il meglio di sé. Sul piano politico, ora Conte è più forte e le dichiarazioni di martedì mettono con le spalle al muro la dirigenza dei Blues: «Al Chelsea c’è una forte abitudine ad esonerare gli allenatori e una grande pressione della stampa. Io sono sereno, anzi cerco la tensione. Già alla prima giornata di campionato, dopo il ko contro il Burnley, si parlava di licenziamento. La Nazionale? Lo ripeto, ho un contratto fino al 2019 e intendo rispettarlo. Al Chelsea sto bene, ma si deve essere felici in due. La mia intenzione è continuare».
SCENARI Un’apertura? In realtà Conte non ha mai chiuso le porte alla panchina dell’Italia, ma nella sua situazione di quindici giorni fa non poteva certo permettersi di mostrarsi interessato ad una nuova offerta della nazionale. Il contratto con il Chelsea è complesso e articolato. Basta poco per far scattare penali e bruciare milioni di euro: anche le parole vanno centellinate. La questione-Italia non si liquida poi con un accordo economico, ma bisogna confrontarsi anche con programmi e linee guida: con una federazione commissariata, non è facile capire che strada prenderà il nostro calcio. Conte in questo momento vuole davvero giocarsi il tutto per tutto: è ancora vivo in Champions League e in corsa per la FA Cup. Se vince un trofeo, come si regolerà lo zar Abramovich?