La Gazzetta dello Sport

Antonio in attesa «Resto al Chelsea se tutti sono felici...»

●Prima delle sfide con Mourinho e Guardiola, il tecnico è in una posizione di forza col club

- Stefano Boldrini CORRISPOND­ENTE DA LONDRA

Ci sono due certezze dopo l’1-1 del Chelsea con il Barcellona carico di rimpianti. La prima è che in Inghilterr­a cercano il pelo nell’uovo anche di fronte ad una prestazion­e quasi perfetta, dove il quasi è legato all’errore di Christense­n che ha portato al pareggio di Messi: la rinuncia a Morata e la scelta di affrontare i Blaugrana con i tre piccoletti è stata uno degli argomenti cult dei giornali. La seconda è che Conte, comunque vada, non resterà disoccupat­o in caso di addio ai Blues a fine stagione: dietro la sua porta c’è una lunga fila di pretendent­i. Ci sarebbe anche un’ulteriore certezza: riguarda la capacità di Conte di irretire il football spagnolo.

LE FRASI Il pareggio di martedì permette a Conte di affrontare con l’animo sereno due gare chiave: domenica il Manchester United all’Old Trafford, dove la vera sfida sarà quella tra lui e José Mourinho, poi, il 4 marzo, la visita al City di Guardiola. Due cime Everest, ma sono queste tappe in apparenza proibitive in cui «Antoniooo», come continua ad urlare il popolo del Chelsea, offre il meglio di sé. Sul piano politico, ora Conte è più forte e le dichiarazi­oni di martedì mettono con le spalle al muro la dirigenza dei Blues: «Al Chelsea c’è una forte abitudine ad esonerare gli allenatori e una grande pressione della stampa. Io sono sereno, anzi cerco la tensione. Già alla prima giornata di campionato, dopo il ko contro il Burnley, si parlava di licenziame­nto. La Nazionale? Lo ripeto, ho un contratto fino al 2019 e intendo rispettarl­o. Al Chelsea sto bene, ma si deve essere felici in due. La mia intenzione è continuare».

SCENARI Un’apertura? In realtà Conte non ha mai chiuso le porte alla panchina dell’Italia, ma nella sua situazione di quindici giorni fa non poteva certo permetters­i di mostrarsi interessat­o ad una nuova offerta della nazionale. Il contratto con il Chelsea è complesso e articolato. Basta poco per far scattare penali e bruciare milioni di euro: anche le parole vanno centellina­te. La questione-Italia non si liquida poi con un accordo economico, ma bisogna confrontar­si anche con programmi e linee guida: con una federazion­e commissari­ata, non è facile capire che strada prenderà il nostro calcio. Conte in questo momento vuole davvero giocarsi il tutto per tutto: è ancora vivo in Champions League e in corsa per la FA Cup. Se vince un trofeo, come si regolerà lo zar Abramovich?

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LAPRESSE Antonio Conte, 48 anni, allena il Chelsea dal 2016-17

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