EUROGOL & RIMPIANTI
Milan e Lazio sì. Atalanta e Napoli: peccato!
Milan Gattuso vince ancora: segna Borini, Ludogorets battuto 1-0 Lazio Immobile show ne firma 3 e Inzaghi ribalta la Steaua 5-1 Atalanta Toloi in gol, Gomez spreca il 2-0 e il Dortmund fa l’1-1 Napoli Sarri si riscatta a Lipsia: super partita, 2-0 e uscita a testa alta
In tempi ormai lontani la sfida contro il Ludogorets sarebbe stata derubricata alla voce «amichevole competitiva». Nel contesto attuale, invece, il Milan non può permettersi certi lussi perché ogni partita, per quanto poco significativa dal punto di vista tecnico, regala ai giocatori una grande opportunità: quella di dimostrarsi degni di una maglia gloriosa. Il senso di appartenenza, che dovrebbe sorgere naturalmente e che è un valore imprescindibile, matura anche attraverso serate come questa: fredda, spoglia (poco più di 17.000 spettatori), poco stimolante dopo il 3-0 dell’andata. Rino Gattuso, sacerdote del culto rossonero, adesso è la guida ideale per un gruppo di ragazzi che, oltre a provare a vincere, ogni volta che scendono in campo hanno un altro preciso obiettivo: accorciare di un passetto la distanza, ancora enorme, che separa il Milan dai vertici italiani ed europei. Dopo le brutte figure degli ultimi anni non esistono partite inutili, ma solo occasioni da non sprecare.
STRISCIA POSITIVA La vittoria contro il Ludogorets è quindi un’altra buona notizia nell’ottimo periodo dei rossoneri (quattro successi di fila, otto nelle ultime undici partite, ultima sconfitta il 23 dicembre). La qualificazione era scontata, il successo a San Siro facilmente pronosticabile per la differenza di valori, ma l’approccio alla gara era l’incognita principale. Un tiro di Silva al 9’, il gol di Borini al 21’ e l’impegno generale hanno fugato i dubbi di chi temeva un lento trascinarsi fino al 90’. La solidità difensiva è stata confermata e non sarebbe giusto legarla a filo doppio all’inconsistenza dei bulgari. Nel girone iniziale il Milan prese due gol dall’Austria Vienna e quattro dal Rijeka. Ma questa è un’altra squadra, costruita proprio partendo da una diversa compattezza difensiva.
POCHI TIRI L’altro aspetto interessante della partita era quello relativo alla fluidità e ai meccanismi di gioco. Gattuso ha trasformato il Milan puntando innanzitutto sulla condizione atletica e sulle motivazioni. Ieri sera era naturale usare marce più basse e di sicuro dalla testa non potevano arrivare input particolari per stimolare l’impegno. Quindi la superiorità sui bulgari andava costruita quasi esclusivamente con la manovra. E sotto questo punto di vista ci sono ampi margini di miglioramento. Le assenze dei principali costruttori di gioco (da Biglia a Bonaventura, da Suso a Calhanoglu) sono un alibi che reggerebbe davanti a qualunque giuria, ma le lacune di Locatelli sono ancor più gravi se rapportate alla semplicità della gara. Molte palle perse o giocate male, poca incisività: il giovane rossonero non ha ancora fatto il salto di qualità. Le aperture più pericolose sono arrivate da Kessie, Montolivo ha dato sostanza alla manovra e talvolta ha provato a sveltirla giocando a due tocchi. In generale il Milan ha costruito poco (appena due tiri nello specchio) confermando la differenza di valori tra titolari e riserve.
DELUDENTE SILVA A proposito, nessun segnale positivo è arrivato da André Silva. L’osservato speciale della serata era il centravanti portoghese alla ricerca di gol e di fiducia: non ha trovato né l’uno né l’altra. Quella di Silva è stata una prestazione vuota: dopo il tiro in avvio, si è eclissato sembrando un corpo estraneo. Mancavano i giocatori più adatti a servirlo, ma lui aveva lasciato a casa quella cattiveria che invece dimostra Cutrone ogni volta che gioca e che gli servirebbe per meritare più spazio. Gattuso nella ripresa ha cambiato modulo passando al 4-4-2 e inserendo Kalinic accanto a Silva, ma a nulla è servito. Con quest’atteggiamento difficilmente il portoghese rimonterà nelle gerarchie interne. Per quanto riguarda l’esperimento di Cutrone alla Mandzukic, infine, sarà meglio riparlarne in altre occasioni e contro avversari più forti. Patrick si è applicato molto, ha corso e rincorso, ha servito l’assist a Borini con un bel cross di sinistro, ma è apparso spaesato in certe situazioni. Il ruolo di esterno lo costringe a pensare molto, mentre Cutrone è un istintivo che tra l’altro non ha l’ottima tecnica di base di Mandzukic. Ma pur essendo fuori ruolo Patrick ha dato tutto quello che aveva: chissà se Silva ha imparato la lezione.
TESTA A POSTO Con il Ludogorets, i rossoneri non sbagliano approccio e sbrigano la pratica
Da rivedere Cutrone alla Mandzukic: ha servito l’assist, ma è apparso spaesato
SPUNTI Montolivo ha dato sostanza alla manovra, Locatelli ancora sotto tono
Tenuti a riposo Biglia, Bonaventura, Suso e Calhanoglu in vista della Roma