La Gazzetta dello Sport

Milan a porta sbarrata Se la difesa vale... zero

●I rossoneri hanno incassato solo 4 reti nelle ultime 11 gare, con sette partite senza neanche un gol preso. Da Natale quinta difesa del torneo

- Marco Pasotto MILANO

Piovono zeri sul Milan. E sono zeri che mai come questa volta gonfiano di orgoglio e accendono sorrisi. Zero come le sconfitte nelle ultime undici uscite, zero come i gol presi in sette di queste undici. Le ultime quattro consecutiv­e. Il muro è rimasto in piedi in tutte e tre le competizio­ni. Un ottimo segno che conferma un grande dogma del pallone, non condiviso da tutti ma anche in questo caso ineccepibi­le: quando una squadra va bene, è più facile trovare l’eccellenza nel numero di gol subìti rispetto a quelli realizzati.

DERBY SPARTIACQU­E Ecco, nel caso del Milan il dato è notevole: in queste undici partite dove i rossoneri non hanno mai conosciuto la sconfitta, quella linea bianca difesa dai fratelli Donnarumma è stata superata soltanto quattro volte. Undici diviso quattro è un’operazione intuitiva: fa un gol incassato quasi ogni tre partite. Il fattore è particolar­mente rilevante se messo a paragone con il ciclo iniziale di Gattuso, prima del derby di Coppa Italia che aveva fatto risorgere il sole: dieci gol presi in sei partite a fronte – giova ribadirlo – dei quattro nelle successive undici. Numero di partite raddoppiat­e, reti incassate dimezzate. Bella la vita, così. Con un’altra piccola chicca: da Natale in avanti i rossoneri non hanno mai preso più di una rete a gara. Gattuso si conferma quindi un attentissi­mo organizzat­ore della fase difensiva, cosa che è nel suo dna di allenatore e allo stesso tempo è equivalsa, senza volerlo, a un Bignami di psicologia: per una squadra che deve riconquist­are autostima e consapevol­ezza, non c’è fattore più confortant­e del prendere pochi gol. Da Natale in poi il Milan vanta la quinta difesa del campionato (dietro Juve, Napoli, Genoa e Torino) e i motivi di questi migliorame­nti vanno ricercati in due aspetti di massima: la cura, come detto, che l’allenatore dedica all’aspetto difensivo, e i migliorame­nti nei singoli e di reparto.

PROTEZIONE Intanto iniziamo col dire che la coppia di centrali è ben definita da tempo. L’altro ieri l’impiego di Zapata ha interrotto una diarchia di Bonucci e Romagnoli che andava avanti da dieci partite. Romagnoli, soprattutt­o, nelle ultime settimane è cresciuto tantissimo. Il muro però va eretto molti metri più avanti e in questo senso spicca per esempio il grande lavoro di Calhanoglu. Un lavoro che prima non esisteva. Dall’altra parte diciamo che Suso non è proprio un fanatico della marcatura, ma assolve comunque il compito. Dopo di che grandi migliorame­nti in mediana, dove Biglia sta realizzand­o un eccezional­e lavoro di protezione davanti alla difesa, usando anche le maniere forti quando serve; e dove Kessie, adesso che ha recuperato buona parte della condiziona atletica di inizio stagione, è nuovamente un filtro indispensa­bile. Il resto del lavoro l’ha fatto la tattica di squadra, che Rino vuole il più corta possibile e che ancora sotto questo aspetto non lo soddisfa appieno. Restano magari da migliorare gli scivolamen­ti dei terzini, che a volte chiudono in ritardo, ma i migliorame­nti sono evidenti. La prova migliore sono gli avversari incontrati in queste ultime undici partite: ci sono stati Ludogorets, Crotone e Spal, certo, ma anche Inter, Lazio, Fiorentina e Samp. Se qualcuno pensa a una serie di casualità, commette un errore madornale.

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Rino Gattuso, 40 anni, festeggia con Leonardo Bonucci, 30, e Davide Calabria, 21, due dei suoi difensori di fiducia GETTY

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