La Gazzetta dello Sport

Bani, bacioni a Firenze «La più bella del mondo, anche se non mi prese»

●Il centrale rivelazion­e del Chievo ha giocato col Pontassiev­e («Ma Renzi non mi ha raccomanda­to») e domani per la prima volta affronta i viola al Franchi: «Feci un provino, ma Corvino...»

- Francesco Velluzzi INVIATO A CALMASINO (VR)

Mattia Bani in Nazionale ci ha giocato: «Era l’Under 18 di Serie D. Feci una o due partite, pare selezionas­sero quelli più bravini». Ora sogna addirittur­a quella vera. Perché la sua carriera nata all’insegna del motto «Impossible is nothing» lo ha portato dall’Audax Rufina, il paese in cui è nato nel 1993, alla Fortis Juventus di Borgo San Lorenzo al Pontassiev­e. Alt, Bani: non è che l’ha raccomanda­ta Matteo Renzi che a Pontassiev­e ci vive? «Ma no, chi lo conosce? Però sua moglie insegnava nella scuola in cui andavo io. Che ora sono ragioniere». Ragionier Bani, figlio di un dirigente Coop, con orgoglio. E dignità. Dignità di chi ha fatto la gavetta e oggi è titolare nel Chievo. Dal 5 gennaio, quando Maran lo mise accanto a Tomovic al centro della difesa contro l’Udinese: «Il giorno più bello della mia vita». La Gazzetta gli diede 7 scrivendo: «Eccellente il suo debutto a sorpresa».

Ma prima del giorno più bello c’è stata tanta gavetta.

«Tanta. E’ una fase di percorso che ho avuto la fortuna di fare. La mia fortuna. A 16 anni ero in D con la Fortis. Non ho avuto le agevolazio­ni di chi parte nel grande club. Sono di Rufina, terra di Chianti».

Però in un grande club ci è andato: a 18 anni, al Genoa.

»Mi presero dal Figline.E’ stato importante, fondamenta­le direi. Ho avuto Juric e Novelli. Giocai con Perin e Sturaro col quale ho scambiato la maglia dopo aver sfidato la Juve. Feci anche un provino a Firenze quando c’era Corvino. Non mi presero».

Domenica gioca per la prima volta al Franchi... Non è che medita vendetta?

«Ma no... Firenze è la città che amo, appena potevo ci andavo con gli amici. Ho visto dal vivo qualche partita di Champions. Mi sono sempre piaciuti Mutu e Toni, i grandi di allora. Ho sempre guardato con ammirazion­e Dario Dainelli, lo ritengo quello più simile a me. E ora me lo ritrovo compagno di squadra. Sono anche stato una sera al suo locale e l’ho incontrato. Mi ha trattato bene».

Domenica ha giocato con Gamberini col Cagliari e poi Alessandro ha speso elogi per lei.

«Gli devo una cena. Certo, fa piacere. Ora quei giocatori che seguivo in viola giocano con me e mi insegnano tanto. Soprattutt­o mi hanno fatto inserire alla perfezione in un ambiente come questo che è incredibil­e. Mi hanno subito messo in gruppo, ragazzi eccezional­i». GETTY

Cosa le ha detto Maran il 5 gennaio scorso?

«”Oggi giochi tu”. Era la mattina del match. Ho avvisato subito i miei, ma non riuscivano... Poi alle altre partite, qualche volta papà è venuto».

Il sogno di una vita. La Serie A, dopo tanta B a Vercelli. Dove il Chievo l’ha seguita a lungo.

«Mi hanno preso nell’estate del 2016 e ho giocato ancora un anno a Vercelli facendo bene. L’ultimo anno mi sono ritrovato a vivere, dopo sei anni, con mio fratello Cristiano, centrocamp­ista del ‘99 che è lì in Primavera. Ma non mi chieda chi cucinava tra i due... Per fortuna c’era una convenzion­e con un locale».

Ha avuto Moreno Longo che è stato anche al Chievo da calciatore. Impatto?

«Ottimo. E’ un allenatore ambizioso, ha fame. Vercelli resta nel mio cuore».

A Verona come va?

«Bene, sto in centro, da solo».

Chissà le ragazze... Dicono che lei sia il sosia di De Gea..

«Me lo dicono. Ma sono fidanzato con Sofia che studia a Firenze. Niente distrazion­I. Voglio arrivare in alto».

Come si arriva?

«Coltivando il sogno».

E domani a Firenze?

«Che emozione. E’ la città più bella del mondo. Ma ora penso a Chiesa, fortissimo. Finora il peggior cliente è stato Ilicic».

Domenica 4 si vota. Se ne parla in spogliatoi­o?

«Sì, capita. Vorrei riuscirci, giochiamo in casa. Non votare è sbagliato».

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Mattia Bani, 24 anni, difensore del Chievo, ex Pro Vercelli
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LAPRESSE Valon Behrami, 32, a Udine dal 2017

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