Serie B Crollo Frosinone, Empoli pareggio e vetta
●E’ 7a e chiude la mass start a 28/100 dal podio «Esperienza che mi servirà»
Adesso, per l’immaginabile soddisfazione del milanese Ottavio Cinquanta, ex presidente dell’Isu che tanto si è battuto perché succedesse, la mass start è ufficialmente gara olimpica. L’esame del debutto è superato a pieni voti: la specialità, con buona pace di chi pensa che sia una lotteria che poco abbia a che vedere con la sacralità del pattino lungo, anche su questo palcoscenico si conferma spettacolare, avvincente e coinvolgente. Sportivamente drammatica. Per informazioni rivolgersi (purtroppo) a Francesca Lollobrigida. Per la 27enne romana, risultati delle ultime due stagioni alla mano attesa a un exploit, la giornata si trasforma in una beffa: la medaglia resta a 28/100.
LA GARA La Lollo ci prova, lotta, ricuce parzialmente un buco che nell’ultimo giro pareva incolmabile, ma nella volata finale non ha gambe sufficienti per riuscire nel colpaccio. E i rimpianti sono tanti. Anche se il podio è d’autore, occupato da tre delle favorite della vigilia. Dopo una lunga fuga (bidone) dell’estone Saskia Alusalu, arrivata ad avere oltre mezzo giro o quasi 20” di vantaggio sul gruppo – partita dopo un giro e mezzo dei sedici previsti, ma come da logica saltata per aria e ripresa a poco più di due tornate dal termine – l’oro va alla giapponese Nana Takagi, l’argento alla sudcoreana Kim Bo-Reum, iridata della specialità in carica e il bronzo all’olandese Irene Schouten. È quest’ultima, sul traguardo, a precedere l’azzurra di quei dannati 28/100. E poco importa se poi la Lollo, con la classifica cronometrica che diventa a punti tenendo conto dei traguardi intermedi, al termine sia settima. La beffa resta tale lo stesso. Poco gloria anche per Francesca Bettrone (sedicesima) e per Andrea Giovannini (dodicesimo) nella prova vinta dal sudcoreano Seung-Hoon Lee, già oro sui 10.000 a Vancouver 2010.
L’ERRORE La Lollo, che forse nella batteria vinta con autorità avrebbe potuto spendere di meno, recrimina. «Avevo ben detto che questa gara è imprevedibile – sorride ironica –: dove ho sbagliato? Non in batteria: l’ho tirata per scaldare la gamba. Col senno di poi, piuttosto, non avrei dovuto muovermi per prima per provare a riprendere la Alusalu. Ma quando ho visto che il vantaggio, dopo qualche giro, aumentava considerevolmente, ho pensato non fosse il caso di aspettare. Tornando indietro, però, non so se riprenderei l’iniziativa. Forse avrei dovuto confidare sul fatto che, da sola, non sarebbe potuta andar lontano. In quattro anni non ho mai vista una gara simile. Ne farò esperienza. Perdere una medaglia così brucia, il quarto posto in volata brucia. La Bettrone? Non ha potuto aiutarmi, ma non la biasimo. Non era in grande condizione e quanto studiato a tavolino non s’è realizzato» La stagione non finisce qui: «Mi aspettano i Mondiali allround di Amsterdam – dice – e le finali di Coppa del Mondo a Minsk». Per i Giochi, arrivederci a Pechino 2022. La corsa al riscatto è già cominciata.