Quasi scacco poi le 2 torri
Inter tra i fischi Il Benevento osa Ma Skriniar segna e scaccia l’incubo
Una vittoria dovuta, ma anche complicata e sudata più di quanto fosse preventivabile. Forse anche immeritata. L’Inter batte il Benevento e sta nell’ordine nelle cose, meno che il Benevento arrivi a San Siro quasi a dare lezione di calcio per oltre un’ora. I nerazzurri si prendono tre punti da fermo: soluzione quasi logica, visto il tipo di calcio praticato. Ci pensano Skriniar e Ranocchia, proprio i due protagonisti in negativo della sconfitta di Marassi contro il Genoa una settimana fa. E tutto nel giro di quattro minuti, che ridanno momentaneamente alla squadra di Spalletti una sedia in Champions. Due colpi di defibrillatore al battito flebile di un’Inter fischiata e contestata a fine primo tempo. I prossimi impegni che attendono i nerazzurri sono il derby, il Napoli e la Sampdoria: per affrontare e sostenere confronti di questo livello – con tutto il rispetto per il Benevento ultimissimo che ha fatto una signora partita – ai nerazzurri serve un salto di qualità che al momento non si intravede nemmeno. Qualcosa potrà sicuramente aggiungere il ritorno di Icardi, ieri in panchina e invocato come una preghiera quando lo 0-0 tendeva allo 0-1. Ma potrebbe non bastare. Perché l’Inter non migliora.
PROBLEMI STRUTTURALI Non serve a molto anche il debutto di Rafinha dal primo minuto, inserito in una formazione che ha evidenti problemi strutturali. Il suo ritmo partita non è elevato — e comunque il cambio di passo non è tra le sue caratteristiche principali —, ma soprattutto l’ex Barça è stato «costretto» dalle circostanze tattiche a indietreggiare con frequenza per avviare l’azione con qualche idea in più, viste le scelte scontate del duo Gagliardini-Vecino. Stesso compito che di solito si sobbarca Borja Valero e stessi problemi di circolazione: la palla scorre lenta, troppo lenta. L’Inter così perde trenta metri di campo, uno spazio vitale sulla trequarti che rimane inesplorato: Eder non arretra, i due mediani (la cui forza sarebbe proprio l’incursione…) restano inchiodati in mezzo. E gli altri non aiutano, mettendo insieme una
quantità ingiustificabile di errori tecnici. A un certo punto, viene quasi da pensare che manchi un giocatore della qualità di Guilherme, che sull’altro lato del campo stringe tra le linee e fa partire contropiedi pericolosi.
BEL BENEVENTO L’Inter chiude il primo tempo tra i fischi e senza neanche un tiro in porta: non le succedeva da settembre 2016, contro la Juventus. Nessun bisogno di aggiungere altro. Il primo arriva da Vecino a inizio ripresa, ma senza la pericolosità che invece riesce a produrre il Benevento. Coda calcia alla figura di Handanovic alla mezzora del primo tempo, poi alto, imperdonabilmente, poco prima dell’ora di gioco, su splendida verticale di Brignola che lo mette davanti alla porta. Fin lì, se c’è una squadra da applaudire è proprio quella di De Zerbi. Gioca palla a terra, fa possesso rapido, senza paura, passando anche dal portiere: sarà anche la spensieratezza di chi non ha niente da perdere, ma piace.
INIEZIONE KARAMOH Il castello dei sogni del Benevento crolla con il rigore che poteva starci di Ranocchia su Cataldi, con l’uscita di Sandro – presenza da Champions finché regge – e con l’ingresso di Karamoh nell’Inter. Il francesino è un’iniezione di entusiasmo che rianima tifosi e squadra. Guadagna lui l’angolo da cui nasce l’1-0, che denuncia i problemi forse irrisolvibili della difesa del Benevento, con Letizia che si addormenta sul secondo palo. Mentre sul 2-0 di Ranocchia, su punizione-cross di Cancelo, tutta la difesa a zona non copre la porta. Il doppio vantaggio e la superiorità numerica per l’espulsione (frettolosa) di Viola liberano un po’ l’Inter, migliorata anche con Candreva trequartista, esperimento forse da ripetere perché almeno l’ala è capace di «strappare». Di certo, qualcosa Spalletti deve inventarsi per risalire davvero a livello Champions.
●I colpi di testa dello slovacco e di Ranocchia riacciuffano il terzo posto, in attesa di Roma e Lazio
SENZA MAURITO Brutto primo tempo dei nerazzurri. Delude Rafinha, Handanovic salva
Mentre sta per entrare Icardi, segnano i difensori. Viola espulso