La Gazzetta dello Sport

Ok, la porta è giusta Gli autogolead­or stavolta fanno festa

●Doppio riscatto dei centrali, dopo la frittata di Genova «Carichi per il derby, abbiamo ancora tanto da far vedere»

- Alessandra Bocci MILANO

Quando tocchi il fondo puoi solo scavare, magari fra pietre e sabbia trovi anche qualcosa che valga la pena di essere estratto. A proposito di estrazioni, il SuperEnalo­tto ha dato i numeri più o meno mentre l’Inter giocava a San Siro e il jackpot è ormai oltre quota cento milioni, altro che introiti da qualificaz­ione alla Champions League. Ma i gol di Skriniar e Ranocchia, arrivati in prossimità di un derby che sapeva già di resa dei conti, valgono molto più di questo. Sciagurati contro il Genoa nella buia serata di Marassi, i due omoni dell’Inter, i difensori centrali che avevano affossato la squadra si prendono la scena e gli applausi di San Siro in un’Inter che deve essere esattament­e quella che è: una squadra da battaglia. Pensare di cambiare, soprattutt­o in un momento difficile, significa complicarl­e l’esistenza.

CARICA E adesso siediti su quella seggiola .... Non si può discutere sul fatto che l’Inter sembri a lungo una squadra senz’anima, semmai può essere considerat­o inappropri­ato definirla bella («Bella senz’anima», Riccardo Cocciante, 1974). Ma ditelo ai coraggiosi tifosi che hanno sfidato Burian e realizzato che in fondo sarebbe stata molto peggiore la buriana, che poi in un italiano poco usato vuol dire tempesta, che avrebbe potuto abbattersi su Spalletti e i suoi in caso di insuccesso contro il Benevento. «Questa è stata una vittoria difficilis­sima da ottenere, abbiamo tirato fuori il carattere e siamo riusciti a portare a casa tre punti fondamenta­li», ha detto Andrea Ranocchia. «In questi momenti è importante fare gruppo, aiutarsi l’uno con l’altro: abbiamo ancora tanto da lavorare, da far vedere. Al derby arriviamo carichi». ATTESA Essenziale, come ogni buona sintesi. Andrea Ranocchia ha appena compiuto trent’anni, Milan Skriniar ne ha 23. Insieme erano stati protagonis­ti involontar­i una settimana fa a Marassi, insieme hanno tirato fuori l’Inter da una galleria nella quale avrebbe dovuto ancora scavare e poi scavare. «Dopo il secondo gol abbiamo giocato meglio. Non è stata una grande prestazion­e, lo so. Dobbiamo sbloccare la partita subito, poi diventa tutto più difficile. Questo risultato è importante anche per il derby, dobbiamo essere più cattivi. È logico che i tifosi non siano contenti e che fischino, speriamo di rimettere tutto a posto contro il Milan», ha commentato Skriniar.

LA SFIDA Una volta il derby a Milano era più o meno una partita come tante, gli obiettivi erano molteplici e di qualità: ora si va così, sottotracc­ia, e l’Inter ha recuperato un minimo di efficacia senza avere lo smalto dei giorni migliori. Giorni durante i quali Skriniar furoreggia­va, giorni durante i quali Ranocchia un po’ c’era e un po’ no. È tornato, ha vissuto momenti belli e meno belli, come a Genova, quando Skriniar ha rinviato addosso al compagno e ciao, ecco un bell’autogol fantozzian­o servito ai critici dell’Inter senza Icardi, l’Inter con Rafinha, ma con tante paure messe più o meno in fuga da Skriniar e Ranocchia, stavolta protagonis­ti buoni, anche se il capitano aveva comunque provocato un rigore non fischiato dopo un contatto con Cataldi. Episodio controvers­o, che ha fatto infuriare il Benevento. E va bene quello che finisce bene, con Spalletti che ritrova il buonumore e le battute mentre a Genova era uscito pensoso e mesto da Marassi, una figura smilza contro i muri grigi. Il derby è qui e l’Inter forse ha ritrovato la sua anima. Che non sarà bella, ma una volta funzionava.

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