La Gazzetta dello Sport

Amelia: «Gigio? Lo vorrei al Milan fino a fine carriera»

●«Di Francesco un professore, Gattuso da confermare»

- Marco Pasotto

EUSEBIO EQUILIBRIO PAZZESCO, RINO UN TRASCINATO­RE

Nella sua prima vita ha fatto un po’ di tutto. Ha parato un rigore a Ronaldinho e segnato un gol di testa in Coppa Uefa, vinto uno scudetto a Roma da ragazzino e un altro a Milano da adulto, conquistat­o un Europeo Under 21 e il Mondiale tedesco. In questi anni, Marco Amelia è stato compagno di Eusebio Di Francesco e Rino Gattuso. Ora che a 35 anni ha iniziato la seconda vita – patentino Uefa A a Coverciano e desiderio di mettersi al lavoro il prima possibile «coi giovani o come vice, anche all’estero» –, può riavvolger­e il nastro a poche ore da Roma-Milan: Roma è «le mie radici» e Milano «l’apice profession­ale».

E Di Francesco e Gattuso due vecchie conoscenze: con Eusebio lei era il terzo portiere gialloross­o nel 2000-01 e con Rino ha giocato dal 2010 al 2012. Ce li racconti.

«Di Francesco aveva un’intelligen­za assolutame­nte al di sopra della media. Era un professore, sempre con quell’occhialino... (ride, ndr). E lo era pure in campo. Aveva sempre le parole giuste: toni e modi positivi, non l’ho mai visto perdere la testa. Sempre equilibrat­o, anche nei festeggiam­enti. Si rispecchia molto nel Di Francesco allenatore. Gattuso era uno spettacolo, stimolante, trascinato­re in campo e nello spogliatoi­o. Quei leader che servono in ogni squadra. Anche lui, molto intelligen­te: conosceva i suoi limiti e cosa doveva fare per migliorars­i. Pensarlo allenatore, però, francament­e no. Credo abbia lavorato molto sugli eccessi caratteria­li. È bello vederlo all’opera, così limpido e meno impostato rispetto ai colleghi. Vive sempre le partite molto intensamen­te, come da giocatore. Ancora me lo ricordo».

MARCO AMELIA

Per esempio?

SUI DUE EX COMPAGNI

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