Bologna colpisce di Destro e manda il Genoa al tappeto
●Con un gol e un assist per il 2-0 di Falletti l’attaccante impone lo stop dopo tre vittorie alla squadra che l’ha lanciato in Serie A
Itasselli erano tutti sparsi sul tavolo, tra assenze eccellenti (Verdi e Palacio) e uno scetticismo palpabile nell’aria: il puzzle Bologna lo rimette insieme Destro con l’aiuto di Falletti. Giocolieri e giustizieri del Genoa. Nella dura lotta contro l’anonimato della classifica, motivo principale delle numerose defezioni in tribuna al Dall’Ara, il Bologna si aggiudica un confronto non di poco conto alla ricerca di una dimensione più alta, più consona al prestigio del club. E il verdetto va oltre l’immaginazione: seconda vittoria di fila dopo una striscia di 7 sconfitte in 9 gare e brusco stop imposto al lanciatissimo Grifone, reduce da tre acuti di fila.
PACE E GOL Una reazione proporzionale alla difficoltà del momento. E riconciliazione fu. Il tempo s’incaricherà di chiarire se sarà scalata vera, nel frattempo il Bologna va a dormire nella parte sinistra della classifica agganciato all’Udinese a quota 33 e si riconcilia col suo pubblico, che lo aveva fischiato domenica scorsa nonostante la vittoria di misura sul Sassuolo. La squadra di Donadoni lascia pure una sensazione finale di orizzonti inesplorati grazie ad un secondo tempo giocato a ritmi alti, in fondo al quale ritrova lo spirito dei giorni migliori. Una svolta voluta a tutti i costi e ottenuta per effetto anche delle scelte felici del tecnico, che non solo ritrova il cinismo sottoporta di Destro (in gol dopo un’astinenza durata 4 giornate e pure altruista in occasione del raddoppio) ma vince pure la scommessa Falletti, entrato nella ripresa al posto di Poli (fermato da un risentimento al polpaccio destro) e che va subito in copertina con le sue scariche elettriche in campo.
RISVEGLIO Al Dall’Ara succede che i padroni di casa si risveglino dopo l’intervallo e una prima parte di gara tra sbadigli e agonismo puro. Senza il tridente vero, con Verdi claudicante in panchina e Palacio out, Donadoni sposta l’inerzia con un 3-5-1-1 figlio dell’emergenza e sfruttando soprattutto un’idea di Pulgar (lancio col contagiri) e un taglio di Masina da vero incursore: Rosi è distratto e si perde il dirimpettaio, Destro poi lo sorprende per la seconda volta in pochi istanti spingendo il pallone in rete, mentre il terzino, ormai a terra, tenta di rinviare la sfera e di evitare il tocco di mani a pochi centimetri dalla linea di gesso. È la scintilla che accende il fuoco bolognese. Il
buon fraseggio del Grifone, servito nel primo tempo come una fune per spingersi su sopra la metà campo con più continuità degli avversari, s’inceppa e perde qualità. Quando poi Spolli rilancia sul corpo di Falletti, favorendo il contropiede decisivo e quindi il gol del medesimo Cesar su assist di Destro, la partita prende una piega definitiva.
APPLAUSI Così il Bologna separa il suo destino da quello degli ospiti, cui non serviranno a nulla gli ultimi assalti di Pandev e Lapadula e la spinta incessante di Laxalt sulla fascia sinistra. Il tentativo di Ballardini di accentuare il tasso di pericolosità con l’ingresso in campo dei brevilinei Lazovic e Medeiros si rivela infruttuoso, soprattutto perché a quel punto il Bologna si ricompatta dietro a difesa del risultato con Donsah e Mbaye cacciatori di palloni in mezzo. Proprio i difensori low cost, che finora erano stati la piacevole sorpresa del Genoa, si rivelano all’improvviso la zavorra dei liguri, puniti peraltro da quel Destro lanciato in Serie A proprio dal Genoa nella stagione 2010-2011, ironia della sorte. E finisce come doveva finire, almeno dal punto di vista dei rossoblù di casa. Il pubblico, al triplice fischio dell’arbitro, applaude convinto: forse a Bologna qualcosa è cambiato davvero.