Oro in superG e sulla tavola Ledecka, Giochi per la leggenda
●Per la prima volta un’atleta vince nello sci e nello snowboard (in gigante) «Guardatemi: niente è impossibile»
Chissà se riuscirà davvero a ispirare una generazione, ad aprire una nuova via, a cambiare il corso dello sport. Ester Ledecka nasconde il suo mistero dietro alla maschera specchiata che continua a tenere addosso, in conferenza stampa come davanti alle telecamere. L’impressione è che lo faccia più per vezzo, per voglia di creare un personaggio piuttosto che per timidezza, scarsa autostima o «o perché stamattina mi sono alzata troppo presto», come dice questa volta. «Dovresti metterla anche tu» risponde a chi le chiede una seconda volta il perché di quella scelta. Il protocollo olimpico vieterebbe di mostrare marchi davanti alla stampa e il mascherarsi non è certo una bella cosa, ma il movimento olimpico ha fatto finta di credere alle sue scuse e l’ha già perdonata. Del resto la donna dei Giochi è lei, perché due ori in due sport diversi nella stessa edizione sono un’impresa inaudita, che ha solo due precedenti agli albori della storia olimpica invernale — Thorleif Haug a Chamonix 1924, Johan Groettumsbraten a St. Moritz 1928, entrambi tra fondo e combinata nordica — ma nessuno nello sport di oggi, professionistico e iperspecializzato. Se fino a ieri si pensava che un atleta semplicemente non avesse il tempo necessario per fare due sport ad altissimo livello, Ester ha smentito questo assioma. La sua rivoluzione sta nel messaggio che porta. «Qui si parla di divertirsi e di tornare alle radici dello sport — spiega Justin Reiter, il suo allenatore di snowboard —. Di finirla con l’imporre a bambini di otto anni una specializzazione da primedonne».
IMBATTIBILE Ester fa la rivoluzione in una giornata radiosa, davanti a un pubblico finalmente degno di un’Olimpiade, davanti a centinaia di giornalisti saliti a Phoenix Park apposta AFP per lei. Se venerdì scorso aveva sbancato il superG contro ogni pronostico, nel suo gigante ha dominato: ha messo subito in chiaro di essere la più veloce nelle qualifiche — il suo miglior tempo l’avrebbe piazzata al settimo posto nel ranking dei maschi, proprio davanti a Roland Fischnaller, poi uscito ai quarti come Coratti —, guadagnandosi la possibilità di poter scegliere il percorso più veloce, quello rosso. Così ha fatto fuori prima l’olimpionica uscente Kummer per 71/100, poi la Ulbing di 97/100 quindi in semifinale avrebbe visto uscire la Hofmeister e in fina-
le avrebbe regolato la Joerg per 46/100: distacchi enormi per uno sport che si gioca sui centesimi. Poco distante, i suoi due allenatori di snowboard e di sci, lo statunitense Justin Reiter e il ceco Tomas Bank, si scambiano il «good job», ottimo lavoro.
VENERDI’ NERO
L’enormità dell’impresa di Ester sta proprio nella gestione dei tempi e dei modi nel passaggio da uno sport all’altro. «Ho avuto una settimana a disposizione dopo il superG — racconta la Ledecka — ma fino a ieri non mi sono sentita a mio agio sulla tavola. Solo oggi ho tirato fuori la snowboarder che è in me». «Venerdì è stato un giorno tosto — racconta Reiter —. Questione di confidenza, la neve non era buona, si è fatta una bella dormita e questa mattina si è sentita meglio». «Quando è sullo snowboard si allena anche nello sci — racconta Tomas Bank, che la segue in discesa e superG —. In gennaio ha dedicato allo sci solo 7 giorni, di fatto non c’è stata una preparazione specifica per i Giochi. Forse scriveremo qualcosa sulla sua esperienza. Il punto chiave, ciò che i giovani devono capire, è che innanzitutto lei è una grande lavoratrice». «Lo sci mi allena alla velocità, lo snowboard alla stabilità — spiega Ester —. La cosa più importante per me è continuare a crescere. Il dove eventualmente otterrò dei successi è un aspetto secondario. Cosa posso dire alle nuove generazioni? Che non ci sono limiti».
ALLE FINALI
E ora cosa farà la Ledecka? «Innanzitutto tornerò a casa, mi butterò sul letto e dormirò per un pezzo», racconta. Nel prossimo weekend, però, sarà in Turchia per l’ultimo gigante parallelo della stagione. E a metà marzo rimetterà gli sci alle finali di Coppa. Ancora Bank: «Possibilità che partisse anche in discesa non ce n’erano. Se non avesse vinto il superG questo mi avrebbe dato fastidio, perché Ester è più forte in discesa che in superG. Suona strano, ma è così. Il bello è che per Are non era nemmeno qualificata per il superG, ma solo per la discesa. Ho chiesto a Skardaal: ma la campionessa olimpica può partecipare alle finali? “Non lo so, devo controllare” mi ha risposto». Alla fine ci sarà. Sì, Ester ha fatto davvero la rivoluzione.