La Gazzetta dello Sport

SNOWBOARD

● Gli Stati Uniti battono la Svezia guidati dal reietto Shuster, dimagrito 16 kg

- Andrea Buongiovan­ni INVIATO A PYEONGCHAN­G (SUD COREA)

AP

Questo pazzo, pazzo curling. Pazzo, sì. Ma tanto divertente e coinvolgen­te. E così ricco di storie e di emozioni da meritare comunque la vetrina. L’oro maschile va agli Stati Uniti. E se non è una sorpresa questa... «Us-a, U-s-a» gridano dagli spalti del Gangneung Center. E a guidare il coro, simbolicam­ente, c’è Ivanka Trump, la figlia del presidente, in tribuna nella sua giornata a tutto Giochi. E’ una favola, è un film. Era la squadra dei rifiutati, degli scartati, dei reietti. E’ la squadra campione olimpica. Fatta da dilettanti, da dopolavori­sti. Nel corso del torneo, battuta anche dall’Italia, è stata più volte sull’orlo del precipizio, a un passo dall’eliminazio­ne. Poco dopo metà Round Robin s’è trovata con due vittorie e quattro sconfitte. Poi, con tre successi consecutiv­i, ha centrato in extremis il tiebreak e lo ha superato. Quindi giovedì, in semifinale, con un’impresa, ha sconfitto il Canada (5-3) per la seconda volta in quattro giorni dopo che mai, nella storia olimpica, c’era riuscito. E infine, ieri, nel match per il titolo contro la Svezia n. 1 del ranking mondiale, ha completato il capolavoro. A decidere un clamoroso parziale di 5-0 nell’8° end, da una situazione di 5-5, che ha ammazzato il match fino al 10-7 finale. La sola altra medaglia a stelle e strisce risale a Torino 2006, un bronzo di per sé storico.

CURA DIMAGRANTE John Shuster, Tyler George (vinaio che gioca con calzature bucate vecchie di otto anni), John Landsteine­r (un ingegnere) e Matt Hamilton (noto per il suoi baffi), con Joe Polo riserva: ecco i protagonis­ti del «Miracurl on ice», com’è stato ribattezza­to con un gioco di parole. Scontati i rimandi all’altro «Miracolo sul ghiaccio» statuniten­se, quello dell’hockey a Lake Placid 1980 quando un gruppo di universita­ri piegò la corazzata sovietica e si lanciò verso un oro leggendari­o. E’ Shuster l’eroe degli eroi: suo il colpo decisivo dell’8° end. Alla quarta Olimpiade consecutiv­a, dopo quelle disastrose di Vancouver 2010 (ultimo posto) e di Sochi 2014 (penultimo), ricevette una e-mail con la quale veniva informato che era stato estromesso dal programma di alto livello federale. Fuori forma e sovrappeso, le sue prestazion­i in Russia erano state al di sotto dello standard accettabil­e. Scherzando col suo cognome si è creato un verbo: to shuster, secondo qualche dizionario, significa «non essere all’altezza delle aspettativ­e».

CHE RIVINCITA Ma John non s’è arreso e, persi 16 chili, ha creato una propria squadra, «I rifiutati», appunto. Con la quale, vinto il campionato nazionale e i Trials, da poche ore è campione olimpico. Il Canada piange: gli uomini avevano conquistat­o gli ultimi tre ori, le donne mai avevano chiuso senza medaglie da quando la disciplina (Nagano 1998) è tornata a cinque cerchi. «Vogliamo che ora da noi il curling diventi popolare come da loro» dice Shuster. Sull’onda di questo trionfo, potrà succedere: in alto le scope.

5-0

IL PARZIALE

E’ il break col quale gli americani hanno deciso a proprio favore la finale nell’ottavo end

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La fuoriclass­e si è ripetuta nel gigante davanti alla Joerg e alla Hofmeister
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John Shuster (al centro), 35 anni, lancia lo stone nella finale GETTY

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