Sci: uomini a 0 Squadra vecchia e organizzazione da ripensare Che fallimento
● Dopo i Mondiali di Vail e St. Moritz, azzurri a secco di medaglie anche ai Giochi: si chiude il ciclo olimpico di Fill e Inner, gigante e slalom crollati
INVIATO A PYEONGCHANG (SUD COREA)
Zero medaglie a Beaver Creek 2015, zero a St. Moritz 2017, zero a PyeongChang 2018. La nazionale maschile ha bucato gli ultimi tre grandi eventi di sci alpino e confermato ai Giochi in Sud Corea una tendenza preoccupante. Le donne stanno meglio — anche se nel futuro dello slalom c’è una voragine —, per gli uomini è notte fonda. Il capoallenatore della squadra maschile Max Carca ha parlato apertamente di «fallimento», perché il triennio che l’ha visto in sella non si è concluso con il raggiungimento dell’obiettivo principale, la conquista di almeno una medaglia ai grandi eventi. Ha già detto che preferisce farsi da parte, che vuole staccare la spina, che potrebbe anche prendersi un anno sabbatico, che al limite tornerebbe a fare il tecnico in una singola specialità. Le imminenti elezioni federali impediscono al presidente Flavio Roda di prendere dei provvedimenti a breve. Il 22 aprile si saprà se toccherà a lui ridisegnare il futuro della squadra maschile, ma la sua candidatura a un nuovo quadriennio è forte e nel frattempo qualcosa si muoverà.
TECNICI
L’Italia esporta tecnici vincenti in tutto il mondo — i team di Francia, Svizzera, Norvegia, Svezia sono zeppi di allenatori di casa nostra —, spesso non confermati negli staff azzurri. Certo, qualche volta sono impegnati in un altro metodo di lavoro, con team più piccoli, più focalizzati sui singoli atleti, meno dispersivi rispetto all’organizzazione azzurra. E qui ci si dovrà interrogare: ha ancora senso questo modo di allenarsi con gruppi ampi? O per il futuro avrà più senso dividere in piccole equipe?
VELOCITÀ La squadra di velocità in questi ultimi anni è girata attorno ai tre campioni altoatesini — Peter Fill, Christof Innerhofer, Dominik Paris — con il primo a fare da perno, forte delle due coppe di specialità vinte nelle ultime due stagioni e dell’esperienza. Medaglie a parte, i risultati in questa stagione sono stati importanti, soprattutto in discesa. Due vittorie a Kitzbuehel, con Fill nel 2016 e con Paris nel 2017, bastano a riempire il curriculum di qualsiasi sciatore e le due coppe di specialità di Peter nelle ultime due stagioni sono un bottino prestigioso e inedito. «L’Olimpiade è la gara di un giorno, una Coppa del Mondo dice che sei stato forte per tutta l’annata» ha spiegato Peter Fill, che per un oro olimpico rinuncerebbe alla coppetta di combinata conquistata quest’anno, ma non alle due di discesa. Premesso questo, le parole di Innerhofer dopo il superG, seppur dette a caldo, dimostrano che in squadra qualche mal di pancia c’è. E poi resta il tema del ricambio generazionale, perché dei tre solo Paris si può considerare già da oggi una carta credibile per Pechino 2022. Buzzi ha fatto due top 10 a Kitzbuehel e a Garmisch, ma dietro — complici anche alcuni infortuni — non sembrano emergere altre carte futuribili.
SLALOM E GIGANTE Nelle specialità tecniche la situazione è ancora più preoccupante. Quest’anno non sono arrivati podi, i big come Stefano Gross, Manfred Moelgg e Florian Eisath hanno qualche acciacco e faticano a mettere insieme due buone manche. Luca De Aliprandini e Riccardo Tonetti in gigante sono determinati e sanno essere veloci, ma non hanno costanza per ripetersi nelle due manche, e dietro non emergono talenti nuovi. Le cose vanno ancora peggio in slalom: dietro a Stefano Gross e Manfred Moelgg c’è un cratere
PROBLEMI
Il capoallenatore Carca lascerebbe, ma tutto è fermo per le elezioni di aprile
In attesa di giovani di livello, solo Vinatzer ha brillato nel team event
aperto, con i giovani Tommaso Sala e Liberatore che per tutta la stagione non hanno mostrato di essere ancora a livello. La convocazione di Alex Vinatzer è stata un segnale per tutti, il diciottenne gardenese ha fatto bella figura ieri nel team event, è riuscito a essere più veloce di Pinturault, ma ha bisogno di tempo per crescere. E qui ci si dovrà domandare: il ricambio è stato troppo ritardato? Perché sono andate perse annate intere e forse bisogna lavorare in un altro modo per accelerare la maturazione? Sperando che nel frattempo gli avversari non corrano troppo.