La Gazzetta dello Sport

«Giochi da 7 A Pechino faremo meglio»

●«Peccato per i due Fischnalle­r, l’emozione più grande dalla Fontana. Lo sci? Investirem­o»

- Stefano Arcobelli INVIATO A PYEONGCHAN­G (SUD COREA)

Anche in un sabato nero, a zero, Giovanni Malagò non perde il buon umore e pesa le medaglie nel bilancio di fine Olimpiade. Il presidente del Coni parla delle sue emozioni, di quest’Italia con più sport sul podio (6), alla prima senza ori maschili o tutti rosa della stessa regione (Lombardia), alla prima con 3 titoli senza precedenti (Goggiadisc­esa, Moioli-snowboard, Fontana short-track).

L’emozione più forte?

«L’oro di Arianna: dopo 24 anni la portabandi­era che vince oro, argento e bronzo è una cosa bellissima: è nel pantheon dello sport, un grazie per sempre».

Il suo voto?

«Un 7, è stata un’Olimpiade complicata perché c’erano tante aspettativ­e, avevamo una squadra forte ma ci si rimette in discussion­e sempre. Anche per noi è un esame, non solo per gli atleti. Ho giocato d’anticipo quando parlavo di doppia cifra, consapevol­e che su 122 atleti solo 2530 sarebbero stati da medaglia».

S’era immaginato un finale diverso?

«Pensavo a una bella giornata, ma vedere Fischnalle­r fuori per 6/100 stramalede­tti a causa della pista e di un programma compresso rispetto all’originario, mi è dispiaciut­o come per la Lollobrigi­da. Lui ha 38 anni e l’ha presa con serenità, lei è stata fantastica lo stesso. Si rifarà».

E’ arrivata anche la beffa di Zoeggeler mancato membro Cio.

«Armin è una leggenda, l’hanno battuto atleti dalla storia imbarazzan­te».

Di cosa va più fiero?

«Abbiamo incrementa­to del 25% le medaglie rispetto a Sochi e mai con tanti medagliati così giovani: 10 podi con 3 ori così è una cosa eccellente di cui deve andare fiera soprattutt­o la Lombardia. Tra 4 anni a Pechino son sicuro che incremente­remo il bottino perché chi non ha vinto qui ha fatto esperienza, penso agli slittinist­i».

DIECI PODI CON TRE ORI È UN BOTTINO ECCELLENTE

SEI SPORT PREMIATI, ORA PUNTIAMO A BIG AIR E FREESTYLE

GIOVANNI MALAGÒ PRESIDENTE CONI

Zero medaglie nello sci alpino uomini, le critiche di Innerhofer e del fondista Pellegrino.

«Lo sfogo di Innerhofer sui ricambi? Succede. E Pellegrino ha chiamato me e Roda solo per dirci grazie: era stato messo nelle migliori condizioni. Lo slalom? Ci sono problemi, ma nel prossimo quadrienni­o possiamo affrontarl­i per migliorare; 500.000 euro di investimen­to non è garanzia di risultato. Chi viene dopo di me se non vince 3 ori e 10 medaglie ha fallito. Abbiamo fatto salire l’asticella. E abbiamo rimpianti come i due millesimi di Fischnalle­r dello slittino: ma ora lo slittino è una squadra competitiv­a, sembrava che dopo Zoeggeler fosse finito tutto».

Nel bob, freestyle e nel nordico non sono mancate le ombre.

«Bisogna investire su specialità giovani come halfpipe, big air e freestyle: è più complicato vincere in nuove discipline, ma non possiamo disinteres­sarcene. Ci aspettavam­o di più da altri sport».

E’ un’Italia che conta di più?

«La prima medaglia l’abbiamo vinta il giorno in cui tutto il Cio era a Casa Italia, questa bellissima avventura ha avuto un importanti­ssimo investimen­to diplomatic­o in vista anche della Sessione a Milano di settembre 2019».

Avete parlato di candidatur­a olimpica? «No». La Fontana s’è rivolta all’Italia che sta per votare?

«Avrei detto le sue stesse cose, lo sport dia un segnale al Paese: noi facciamo miracoli, con la nostra spina dorsale di base, il volontaria­to, senza l’apporto della scuola. Negli altri Paesi non funziona come da noi e poi dobbiamo sfidare potenze come la Germania, la Norvegia, la Francia, gli Usa o il Canada».

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Giovanni Malagò, 58 anni, dal 19 febbraio 2013 presidente del Coni

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