Ohno da un 8 all’altro «La mia sorellina Arianna: cuore, testa e ferocia»
● Apolo, come la Fontana, ha conquistato otto medaglie nello short track: «Ha istinto e fiuto per la vittoria. Altri 4 anni al vertice? Non è semplice»
L’aria (da ragazzino) è quella di sempre, anche se adesso gli anni sono 35. Apolo Ohno, a PyeongChang come commentatore tecnico per la rete televisiva statunitense Nbc, in mezzo a tanti fenomeni asiatici di relativa personalità, resta l’uomo-immagine dello short track, il personaggio più riconoscibile e riconosciuto. Non solo perché, almeno fino a quando ha gareggiato (2010), con la bandana in testa e il pizzetto accattivante, era considerato un sex-symbol. Al punto che nel 2002, le lettrici di Sports Illustrated Women lo scelsero quale atleta più bello dell’anno... Ma soprattutto perché vinceva. E come se vinceva. Fino a otto medaglie olimpiche. Otto, come quelle del sudcoreano poi russo Ahn Hyun Soo alias Viktor Ahn. E come, da giovedì, quelle di Arianna Fontana. Roba da primatisti ogni epoca. Con l’aggiunta che i due, Apolo e Arianna, si conoscono da... anni.
Apolo, in che rapporti è con Arianna?
«E’ la mia sorella italiana... Abbiamo gareggiato insieme per diverse stagioni: l’ho vista crescere. Da pattinatrice giovane e inesperta che era, dall’enorme potenziale, alla formidabile atleta che è, serissima professionista capace di rimanere concentrata come pochi altri».
Vi siete parlati a PyeongChang?
«Ho parlato con lei e con suo marito quasi a ogni sessione di allenamento sostenuta da quando sono arrivati in Sud Corea. E prima ancora sono sempre stato in contatto con loro per capire come stava andando la preparazione e avere notizie di prima mano. Mi è sempre parsa calma, rilassata e pronta alla battaglia».
Cos’ha Arianna di così speciale?
«La ferocia agonistica. Forse non ha mai goduto delle migliori condizioni di preparazione possibili, ma ha qualità che, a prescindere, la rendono una combattente. E’ sempre stata capace di attaccare da dietro, da centro gruppo o dalla testa. Nello short track non sempre vince chi è più veloce, ma quasi sempre chi è più intelligente».
Qual è la sua miglior qualità?
«Il cuore e la mente: ha l’istinto, il fiuto per la vittoria e sa gestire la pressione».
Dove potrebbe ancora migliorare?
«Come molti, se non tutti, nelle metodologie di allenamento e nelle relative tecnologie applicabili».
Tecnicamente vi assomigliate?
«In termini di ritmo e velocità forse sì, non nel gesto vero e proprio».
Arianna ha vinto la prima medaglia a Torino 2006, a 15 anni ed è ancora qui: potrebbe continuare?
«Non so quali siano le sue intenzioni, rimanere a galla per un altro quadriennio non sarebbe semplice. Sia quel che sia, la sua carriera è già incredibile così».
Conosce il suo gruppo?
«Incontro i genitori, ma conosco molto bene il marito Anthony: ha gareggiato per gli Stati Uniti e siamo stati compagni di squadra anche all’Olimpiade di Torino 2006».
C’è qualche atleta donna del passato, più o meno recente, che possa essere messa sul piano di Arianna?
«In fatto di medaglie parlano i numeri: proprio no...».
E’ ancora legato all’Italia?
«Ne sono sempre innamorato: mi piace tutto, dalla cultura, alla moda, dalla cucina, alla gente. Cerco di venirci almeno una volta all’anno e quando ci sono mi sento felice. Ho affrontato alcuni dei più grandi azzurri ed è sempre stato un onore gareggiare a Bormio, uno dei luoghi a me più cari al mondo. In più la famiglia della mia fidanzata è romana».
A quando risale la sua prima volta?
«Avevo 15 anni, ai Mondiali a squadre organizzati proprio a Bormio. Era il 2000».
Le è piaciuta questa Olimpiade?
«E’ stata diversa da quelle precedenti, molto caratterizzata dall’ambiente sudcoreano. L’ho apprezzata sin dal primo giorno».
LE PAROLE «Adoro l’Italia, ci vengo una volta all’anno. Un onore gareggiare a Bormio»
«C’è un altro Apolo Ohno all’orizzonte? Mmmmm, non penso...»
E’ ancora molto vicino al mondo della pista corta?
«Seguo tutte le gare internazionali, le tappe di Coppa del Mondo e gli Europei. E la collaborazione con la Nbc mi appaga. Sono sempre stato un grande appassionato e continuerò ad esserlo».
C’è un nuovo Apolo Ohno all’orizzonte?
«Mmmm, non penso...».