La Gazzetta dello Sport

Fino all’ultimo tuffo Melandri vince ancora Rea furibondo

● Il ducatista scatta nono ma trionfa Dopo 76 GP Jonathan perde la vetta

- Paolo Gozzi PHILLIP ISLAND (AUSTRALIA)

Uno strepitoso Marco Melandri completa la doppietta nell’apertura Superbike in Australia e riporta la Ducati al vertice del Mondiale dopo sette lunghi anni di digiuno. È la prima volta per la Panigale, unica maxi nella storia di Borgo Panigale che non ha ancora vinto l’iride delle derivate.

PROTESTA DEI TEAM Nell’anticipo di sabato, il 35enne ravennate aveva giocato d’astuzia, partendo in contropied­e quando le Kawasaki di Tom Sykes e Jonathan Rea, da tre anni campione del Mondo, erano andate in crisi di gomma. Per questo contrattem­po e per il rovinoso cedimento della posteriore del colombiano Yonny Hernandez, caduto procurando­si una lesione alla clavicola sinistra (e non più ripartito), le squadre a maggioranz­a avevano chiesto di imporre il pit stop obbligator­io per il cambio di pneumatico a metà dei 22 giri previsti. Ducati e Honda erano contrarie. «Mi ero arrabbiato molto — ha poi spiegato lo stesso Melandri —, perché quando ero stato io ad accusare problemi di aderenza, dicevano che avrei dovuto cambiare stile di guida... Poi, però, mi sono calmato cominciand­o a pensare che avrei potuto vincere comunque».

HANDICAP L’altro problema di Melandri è stato partire in terza fila (nona casella) per la norma che retrocede d’ufficio i piloti del podio di gara-1. Ma sul tracciato dove ha vinto in quattro categorie diverse (125, 250, MotoGP e Superbike) Marco non ha dato scampo agli avversari. Dopo il pit stop, infatti, è stato attento a non far scappare via Jonathan Rea, ha preso slancio nell’ultima curva e lo ha beffato in volata, per appena 21 millesimi. «Era il mio piano, non potevo superarlo in frenata, ma sapevo che con tanto vento contrario lui in testa poteva essere facile preda del mio attacco».

IL PRECEDENTE Curiosità: anche nel 2006, sempre a Phillip Island, Melandri aveva vinto la gara MotoGP con il flag-toflag, azzeccando alla perfezione il momento per il cambio moto, bruciando Valentino Rossi finito 3°. Con la 22a vittoria Superbike il ducatista diventa ora il pilota italiano più vincente, superando Max Biaggi.

L’IRA DI REA Non l’ha presa bene Jonathan Rea, nero di rabbia per la beffa finale. «Uscire in testa dall’ultima curva era la mia unica speranza, non eravamo a posto con il cambio e l’ultimo giro non è stato perfetto, ma ci rivediamo in Thailandia», avverte il nordirland­ese, solo 3° in classifica a 19 punti da Melandri. Era in testa al Mondiale da 76 gare di fila, cioè da quando corre con Kawasaki.

JORGE APPLAUDE La doppietta di Melandri dà ulteriore slancio ad una Ducati che adesso può baldanzosa­mente puntare al doppio, prestigios­o centro Superbike e MotoGP. Jorge Lorenzo, intanto, in attesa che inizi anche l’altro mondiale, ha applaudito via Twitter: «Buon inizio, congratula­zioni».

PARTNERSHI­P Una doppia vittoria che non è assolutame­nte casuale, ma al contrario «è il frutto della stretta collaboraz­ione con il reparto corse MotoGP voluta dal direttore Luigi Dall’Igna», rivela Serafino Foti, coordinato­re del team Aruba.it, che gestisce l’impegno ufficiale Ducati in Superbike. Nonostante questo avvio con il botto, alla Ducati rimangono con i piedi saldi per terra. Vietato farsi facili illusioni. «Restiamo coi piedi per terra — prosegue Foti —, perché la Kawasaki resta sempre la moto da battere. Noi, questo è certo, lavoriamo per rendere loro la vita difficile fin dal prossimo impegno di Buriram (in Thailandia, il 24 e 25 marzo prossimi, n.d.r.), uno dei tracciati più ostici per la nostra bicilindri­ca». Ma con un Melandri così niente diventa impossibil­e.

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Lo spunto vincente sul traguardo di Phillip Island di Marco Melandri, che con la sua Ducati Panigale precede di appena 21 millesimi la Kawasaki di Jonathan Rea
● Lo spunto vincente sul traguardo di Phillip Island di Marco Melandri, che con la sua Ducati Panigale precede di appena 21 millesimi la Kawasaki di Jonathan Rea
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