La Gazzetta dello Sport

Progetto sorpasso Forma e calendario, il Milan ci prova

●I numeri sono già con Gattuso: se batte l’Inter risale a -4 e ha due impegni facili. Ma poi c’è la Juve...

- Alex Frosio

E’finita la settimana della moda, che stabilisce le tendenze, inizia quella del derby, che in modo analogo potrebbe determinar­e l’andamento del campionato delle milanesi. L’aria di sorpasso ha cominciato a soffiare come il vento gelido di questi giorni, con effetto contrario: la Milano del calcio si infiamma. Nella moda, si è parlato molto di Gucci che ha fatto sfilare modelli e modelle con una replica delle loro teste mozzate. Il Milan conta di fare più o meno lo stesso: sfilare domenica sera con lo scalpo dell’Inter e 3 punti in meno da elidere. La classifica dice +7 per Spalletti, gap che ha toccato un massimo di 18 punti alla 15a. Ma non è l’unico dato che conta: le tendenze accreditan­o la risalita di Gattuso. Che ha anche il calendario dalla sua: poi avrà Genoa a Marassi e Chievo, mentre a Luciano toccherann­o Napoli e Sampdoria. Sorpasso possibile. E possibile anche il controsorp­asso, eventualme­nte, nel turno prepasqual­e, con il Milan che ospiterà la Juve e l’Inter che aspetta il Verona. Romane permettend­o, c’è in ballo la Champions.

ANDATA E RITORNO Sette punti era anche la distanza con cui Inter e Milan si presentaro­no al derby di andata. In condizioni opposte, però. I nerazzurri imbattuti e in parabola ascendente proseguito fino al primo posto di inizio dicembre. Il Milan aveva visto cominciare il deterioram­ento del progetto-Montella, accelerato dalla tripletta di Icardi che determinò la terza sconfitta di fila. Ora, invece, il Gattu-Milan è imbattuto da 8 partite e nel 2018 ha messo insieme 19 punti, in un processo di maturazion­e che ha portato a battere Lazio, Samp e Roma (più la stessa Inter in Coppa Italia), cioè proprio i primi carnefici in campionato. Così ha rosicchiat­o già 9 punti ai nerazzurri, che nel ritorno hanno raccolto appena due successi, e neppure limpidi, contro Bologna e Benevento. ATTACCO E DIFESA Il Diavolo ha acquisito certezze di gioco, l’Inter sembra perderne giornata dopo giornata. Spalletti ha visto crollare la produzione offensiva, da una media di 1,78 gol a partita nel girone di andata a 1,14 nelle 7 partite del nuovo anno. L’assenza di Icardi pesa tantissimo, ma ancora di più quella di Perisic, 7 centri nelle prime 15 giornate e poi più nulla. Il problema risiede anche nella capacità della squadra di mandare al tiro i suoi giocatori: dai 35 tiri di Icardi e dai 23 di Perisic all’andata, con gol annessi, si è passati ai 6 di Candreva, il tiratore più frequente e ancora drammatica­mente a zero gol, e ai 2 tiri in media a partita in meno. Gattuso ha registrato il trend opposto: 1,9 gol a partita nel 2018, contro l’1,3 dell’andata. Quelli che vanno più al tiro sono Calhanoglu, Bonaventur­a, Suso, Kessie, Cutrone, cioè la punta e i centrocamp­isti di inseriment­o, e segnano tutti. Per un girone, invece, la conclusion­e era affidata principalm­ente al solo Suso, calamita di tutto il gioco d’attacco. Anche nella tenuta difensiva i poli sono opposti: l’Inter a chiusura ermetica (0,7 reti subite a partita) ora imbarca acqua (un gol a gara). Il Milan si è blindato, grazie anche a un baricentro abbassato di quasi quattro metri (da 52,1 a 48,3).

LA FORZA DELLA MENTE Sotto l’aspetto mentale, il momento è favorevole al Milan. Ma l’Inter, pur nelle difficoltà, mostra comunque capacità di resistenza: contro le prime dieci non ha mai perso. Gattuso ha imparato a gestire le partite in salita – da situazione di svantaggio ha pareggiato a Firenze e vinto a Cagliari, prima il Diavolo aveva sempre perso una volta andato sotto – ma deve ancora conoscere la reazione a una sconfitta. Spalletti, imbattuto fino a metà dicembre, ha scoperto a proprie spese quanto una crepa possa allargarsi una volta aperta. Nel Gran Premio Champions, tra possibili sorpassi e controsorp­assi, conterà anche questo.

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GDS
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ANSA Matias Vecino, 26 anni, e Giacomo Bonaventur­a, 28, all’andata

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