Progetto sorpasso Forma e calendario, il Milan ci prova
●I numeri sono già con Gattuso: se batte l’Inter risale a -4 e ha due impegni facili. Ma poi c’è la Juve...
E’finita la settimana della moda, che stabilisce le tendenze, inizia quella del derby, che in modo analogo potrebbe determinare l’andamento del campionato delle milanesi. L’aria di sorpasso ha cominciato a soffiare come il vento gelido di questi giorni, con effetto contrario: la Milano del calcio si infiamma. Nella moda, si è parlato molto di Gucci che ha fatto sfilare modelli e modelle con una replica delle loro teste mozzate. Il Milan conta di fare più o meno lo stesso: sfilare domenica sera con lo scalpo dell’Inter e 3 punti in meno da elidere. La classifica dice +7 per Spalletti, gap che ha toccato un massimo di 18 punti alla 15a. Ma non è l’unico dato che conta: le tendenze accreditano la risalita di Gattuso. Che ha anche il calendario dalla sua: poi avrà Genoa a Marassi e Chievo, mentre a Luciano toccheranno Napoli e Sampdoria. Sorpasso possibile. E possibile anche il controsorpasso, eventualmente, nel turno prepasquale, con il Milan che ospiterà la Juve e l’Inter che aspetta il Verona. Romane permettendo, c’è in ballo la Champions.
ANDATA E RITORNO Sette punti era anche la distanza con cui Inter e Milan si presentarono al derby di andata. In condizioni opposte, però. I nerazzurri imbattuti e in parabola ascendente proseguito fino al primo posto di inizio dicembre. Il Milan aveva visto cominciare il deterioramento del progetto-Montella, accelerato dalla tripletta di Icardi che determinò la terza sconfitta di fila. Ora, invece, il Gattu-Milan è imbattuto da 8 partite e nel 2018 ha messo insieme 19 punti, in un processo di maturazione che ha portato a battere Lazio, Samp e Roma (più la stessa Inter in Coppa Italia), cioè proprio i primi carnefici in campionato. Così ha rosicchiato già 9 punti ai nerazzurri, che nel ritorno hanno raccolto appena due successi, e neppure limpidi, contro Bologna e Benevento. ATTACCO E DIFESA Il Diavolo ha acquisito certezze di gioco, l’Inter sembra perderne giornata dopo giornata. Spalletti ha visto crollare la produzione offensiva, da una media di 1,78 gol a partita nel girone di andata a 1,14 nelle 7 partite del nuovo anno. L’assenza di Icardi pesa tantissimo, ma ancora di più quella di Perisic, 7 centri nelle prime 15 giornate e poi più nulla. Il problema risiede anche nella capacità della squadra di mandare al tiro i suoi giocatori: dai 35 tiri di Icardi e dai 23 di Perisic all’andata, con gol annessi, si è passati ai 6 di Candreva, il tiratore più frequente e ancora drammaticamente a zero gol, e ai 2 tiri in media a partita in meno. Gattuso ha registrato il trend opposto: 1,9 gol a partita nel 2018, contro l’1,3 dell’andata. Quelli che vanno più al tiro sono Calhanoglu, Bonaventura, Suso, Kessie, Cutrone, cioè la punta e i centrocampisti di inserimento, e segnano tutti. Per un girone, invece, la conclusione era affidata principalmente al solo Suso, calamita di tutto il gioco d’attacco. Anche nella tenuta difensiva i poli sono opposti: l’Inter a chiusura ermetica (0,7 reti subite a partita) ora imbarca acqua (un gol a gara). Il Milan si è blindato, grazie anche a un baricentro abbassato di quasi quattro metri (da 52,1 a 48,3).
LA FORZA DELLA MENTE Sotto l’aspetto mentale, il momento è favorevole al Milan. Ma l’Inter, pur nelle difficoltà, mostra comunque capacità di resistenza: contro le prime dieci non ha mai perso. Gattuso ha imparato a gestire le partite in salita – da situazione di svantaggio ha pareggiato a Firenze e vinto a Cagliari, prima il Diavolo aveva sempre perso una volta andato sotto – ma deve ancora conoscere la reazione a una sconfitta. Spalletti, imbattuto fino a metà dicembre, ha scoperto a proprie spese quanto una crepa possa allargarsi una volta aperta. Nel Gran Premio Champions, tra possibili sorpassi e controsorpassi, conterà anche questo.