La Gazzetta dello Sport

Renzi “blinda” la leadership «Se va male? No, non lascio»

●Il segretario dem: «Ho vinto le primarie» E Berlusconi: «Con lui nessun dialogo»

- Pierluigi Spagnolo

C’è Matteo Renzi che si vede ancora alla guida del Pd, anche in caso di risultato sotto le aspettativ­e. E c’è Silvio Berlusconi che sembra scacciare l’idea di un’intesa con il segretario dem, spiegando che «è difficile recuperare il rapporto con Renzi». E da Liberi e Uguali arriva la stoccata all’ex premier: «Renzi al governo ha fatto peggio di Berlusconi», dicono gli ex del Pd. Sul fronte del M5S, alle prese con il rinvio a giudizio del sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque (per lui le accuse di turbativa d’asta, falso, abuso d’ufficio, rivelazion­e di segreto d’ufficio) il candidato premier Luigi Di Maio polemizza con il Pd («quello per loro è un voto sprecato, andranno sotto il 20%»), polemizza con la Rai («è contro di noi, sta dando il peggio di sé. Noi siamo per cambiare la governance dell’azienda») e annuncia per giovedì i nomi della lista dei ministri di un potenziale governo “grillino”, dopo quello del generale dei carabinier­i, Sergio Costa, all’Ambiente. A cinque giorni dal voto, la campagna elettorale per le Politiche del 4 marzo spara le ultime cartucce.

SCENARIO Renzi in tv ha garantito che non lascerà la segreteria del Pd, qualora il risultato elettorale di domenica dovesse essere per i dem particolar­mente negativo. «Non ci sarà nessun passo indietro e trovo sconcertan­te che tutto il tema della campagna elettorale sia su quello che faccio io», ha spiegato il leader dem, sottolinea­ndo: «Io sono stato eletto attraverso le primarie del Pd, con milioni di voti, non con qualche click sul sito della Casaleggio», ha detto, con una frecciata rivolta a Di Maio. «Se si può recuperare qualcosa nel rapporto con Renzi? No, la vedo difficile», ha invece detto il presidente di Forza Italia, Berlusconi, quasi rispondend­o a distanza all’accusa di Renzi. «Un altro Patto del Nazareno? Lo ha rotto Berlusconi, non era un accordo di governo o politico, era un’intesa sulla riforma delle istituzion­i. La responsabi­lità della rottura è di Berlusconi», aveva detto Renzi. Dalla destra radicale di CasaPound arriva l’appoggio in caso di un governo guidato dal leader leghista Matteo Salvini, che risponde: «Dopo i risultati, dal 5 marzo, sono pronto ad ascoltare tutti». Ma sugli equilibri e sulla leadership del centrodest­ra sarà decisiva la manifestaz­ione congiunta, giovedì a Roma. Ieri il governator­e della Lombardia, Roberto Maroni, ha riproposto come premier Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo. Un nome però già bocciato da Salvini e non apprezzato anche da Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia.

LA CHIAVE L’affondo di Di Maio: «Il Pd è sotto il 20% E la Rai contro di noi dà il peggio di sé»

Per il centrodest­ra rispunta il nome di Tajani premier: c’è il “no” di Salvini

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ANSA Il segretario del Pd, Matteo Renzi, ospite in tv

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