Molestie su minori In cella il presidente di una comunità
Un altro caso di minorenni violati da chi dovrebbe tutelarli. A Trieste è stato arrestato Ferdinando Cassago, 70 anni, il presidente della comunità La Fonte, che ha sede nella zona di Prosecco. L’uomo, ora ai domiciliari, avrebbe apostrofato i minorenni stranieri ospiti con frasi a sfondo razziale, minacciandoli di farli rimpatriare; avrebbe proposto a un ragazzino denaro in cambio di prestazioni sessuali, ma ne avrebbe anche infastidito alcuni nelle loro stanze e sempre a scopo sessuale. Ma le accuse riguardano anche possibili maltrattamenti, come costringere il personale della struttura a somministrare tra i pasti agli ospiti anche alimenti scaduti o mal conservati. D’altra parte, fra il 2015 e il 2017, gli uffici sanitari di Trieste hanno contestato più violazioni dopo il ritrovamento di cibi che non si sarebbero più dovuti servire. Le indagini sono cominciate nel 2017 e si sono basate sulle testimonianze di una ottantina di persone, tra dipendenti ed ex dipendenti, collaboratori della struttura ma anche gli stessi minorenni stranieri non accompagnati. Ragazzini provenienti da vari Paesi: Kosovo, Albania, Pakistan, Afghanistan e Bangladesh. I reati sarebbero stati commessi da Cassago in periodi diversi, ma comunque in un lasso di tempo compreso tra il settembre del 2013 e il settembre dell’anno scorso.
ANSIA E ora l’uomo è accusato di maltrattamento aggravato di minori (gli ospiti della comunità); atti sessuali tentati con un minorenne; ma anche atti persecutori ai danni della ex direttrice della struttura che, dopo aver lavorato a La Fonte, avrebbe riportato gravi stati d’ansia, tali da dover fare ricorso a cure mediche. Quella del sesso sarebbe stata un’autentica fissazione per l’uomo: nel refettorio, durante la consumazione dei pasti, avrebbe mimato atti sessuali con il cibo. Eppure La Fonte, fondata nel 1975, sul suo sito Internet si presenta come una «comunità che si ispira a modelli di servizio sostituivi del nucleo familiare, per rispondere alle diverse necessità di chi è solo, o non possiede una famiglia in grado di fornire assistenza continuativa», con particolare attenzione a persone con disabilità.