La Gazzetta dello Sport

Assalto Inzaghi alla terza finale «Tanto lavoro per essere qui»

● Dopo la Supercoppa, deciso a riscattare il k.o. dell’anno scorso. E punta forte sull’effetto Olimpico

- Nicola Berardino ROMA

Acaccia della terza finale da allenatore della Lazio. Simone Inzaghi punta l’obiettivo nella sfida dell’Olimpico di questa sera. Contro il Milan vuol timbrare il biglietto per il primo traguardo stagionale. Ci tiene tantissimo ad arrivare nuovamente in finale di Coppa Italia il 41enne tecnico che ha rilanciato la Lazio di Lotito. Una via per riscattare subito il k.o. contro la Juventus del 17 maggio scorso. Un’opportunit­à per bissare il successo nella Supercoppa del 13 agosto, sempre contro i bianconeri di Allegri. E il 9 maggio Inzaghi vuole esserci assolutame­nte con la sua Lazio nell’appuntamen­to conclusivo dell’Olimpico. Anche perché la finale di Coppa Italia fa ormai parte delle tradizioni biancocele­sti: nel mirino c’è la quarta in sei stagioni per un trofeo che negli ultimi 20 anni è arrivato alla Lazio cinque volte (su 7 finali).

STRATEGIA Inzaghi ha diluito il turnover fra campionato ed Europa League per proporre la formazione migliore stasera. «Abbiamo lavorato tanto per arrivare fin qui e ora a 90’ dalla finale ce la giocheremo nel migliore dei modi. La partita sarà bellissima. Devo fare i compliment­i a Gattuso per l’ottimo lavoro che sta facendo», ha dichiarato il tecnico a Rai Sport. «I nostri tifosi ci aiutano sempre, speriamo siano in tanti: vogliamo la finale», ha aggiunto dopo la rifinitura di Formello confidando nell’effetto Olimpico (previsti 40 mila spettatori). Che si è avvertito non solo nella conquista della Supercoppa, ma anche nella gara dei quarti vinta con la Fiorentina. Soprattutt­o l’Olimpico evoca l’ostacolo superato nelle semifinali dello scorso anno con la Roma. Proprio in questi giorni, era il 1° marzo, la vittoria nel derby d’andata (2-0, gol di Milinkovic e Immobile) diede la spinta decisiva, vanificand­o il k.o. (3-2) al ritorno. Quella sera nacque pure la difesa a tre, base per l’assetto verticale che ora fa volare la Lazio.

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LAPRESSE Simone Inzaghi, 41 anni, piacentino

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