La Gazzetta dello Sport

Alessio 100 e lode «È il Milan di Gattuso Andiamo in finale»

●Arrivato a cento gare in rossonero, Romagnoli sfida la sua Lazio: «Sono tifoso, ma passo io. E spero Rino resti»

- Marco Pasotto ROMA

Milan-Udinese: 4,5. Benevento-Milan: 5. Quest’anno con Montella e Gattuso aveva iniziato così, affondato da questi voti. Poi l’asticella, come direbbe Rino, ha iniziato e continuato ad alzarsi. Non ha ancora smesso. Adesso la media voto di Alessio Romagnoli è la migliore di tutta la difesa (6,08) e in questo momento sembra che non esistano limiti talmente è limpido il migliorame­nto ed eccellente il rendimento. Senz’altro il miglior momento della sua carriera, anche se lui preferisce non emettere una sentenza così netta. Di certo buona parte dei numeri straordina­ri della difesa rossonera – 4 reti subite nelle ultime 12 partite, 8 delle quali a porta inviolata – passa anche da lui. Se n’è accorto chiarament­e anche il c.t. Di Biagio, che l’altro giorno ha fatto i compliment­i a Gattuso: «Vorrei giocare con la difesa a quattro, Rino mi ha aiutato schierando Bonucci-Romagnoli». Le fondamenta da cui il tecnico rossonero è partito per rimettere in piedi il Milan. Erano molti ad aspettare questo salto di qualità da Alessio. C’era la sensazione che rispetto al 2015, quando era arrivato a Milanello a vent’anni, la crescita non fosse stata così lineare e continua come ci si sarebbe attesi da un ragazzo con le sue virtù. Adesso non ci dovrebbero più essere dubbi, Romagnoli sta facendo il passo che mancava, cosa che trova un’interessan­te spiegazion­e in ciò che aveva detto Gattuso alla vigilia della Roma: «Negli ultimi tre mesi ha acquisito un’altra mentalità, trascorre più tempo a Milanello a prendersi cura di se stesso e non lascia nulla al caso. L’ho visto cambiato, e per il giocatore che è ha bisogno di avere una mentalità del genere». Tradotto: prima certe cose le faceva di meno.

OBIETTIVI Alessio è uno dei tanti rigenerati da Rino e con la Roma ha compiuto 100 presenze in rossonero, mentre stasera giocherà in quello che è stato il suo stadio – ma colorato di gialloross­o – e contro il club per cui ha sempre tifato. Emozioni che si rincorrono. «Sì, sono laziale, la fede è sempre quella, da piccolo andavo allo stadio con papà a vedere la Lazio che vinceva lo scudetto. Ma in finale ci dobbiamo andare noi. In che modo? Con la partita perfetta». Soprattutt­o là dietro. «C’è una grande attenzione, e Bonucci è un compagno di livello mondiale. Con Montella si pensava più a tenere palla e meno alla fase difensiva, mentre Gattuso ha resettato tutto e lavorato sulla concentraz­ione, che prima mancava troppo spesso. Ci ha trasferito grinta e carattere, mi auguro per lui e per noi che resti». Quindi accarezza un sogno («Una difesa azzurra tutta milanista? Lo spero, sarebbe bello»), schiva paragoni ingombrant­i («Nesta è stato il difensore più forte di tutti e nessuno sarà mai come lui»), fissa orizzonti importanti («La Champions è un obiettivo»), conferma che il suo procurator­e «è e sarà Sergio Berti» (in riferiment­o alle voci su Raiola) e poi parla di se stesso: «Mi sento molto migliorato. Il rinnovo dipende da me, dalle mie prestazion­i. Sono orgoglioso di aver fatto 100 presenze col Milan, spero di farne molte di più».

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