La Gazzetta dello Sport

Viviani si esalta per Ganna «E le ragazze stupiranno»

- Ciro Scognamigl­io cscognamig­lio@gazzetta.it

«Fidatevi dei nostri ragazzi, delle nostre ragazze. Ci potranno regalare grandi emozioni. E qualche medaglia…». Il telegramma – o il tweet, per adattarsi ai tempi moderni – è firmato Elia Viviani e arriva dritto ad Apeldoorn, Olanda, dove oggi cominciano i Mondiali della pista. Il 29enne veronese della QuickStep Floors ora è impegnato a raccoglier­e allori su strada (e ha cominciato il 2018 alla grande: 5 successi, migliore al mondo con Valverde) ma resta il nume tutelare del nostro movimento. Il suo oro nell’Omnium a Rio 2016 fu una delle medaglie più emozionant­i dell’Olimpiade azzurra. Il suo sguardo è sempre vigile e appassiona­to. Al punto che… «di questo gruppo mi sento sempre parte, non voglio lasciarlo».

E’ ancora in chat con i nazionali?

«Sì, certo. Ci sentiamo per consigli, impression­i o sempliceme­nte per scherzare. Prima dell’Abu Dhabi Tour, sono stato al velodromo di Montichiar­i. Per allenament­i miei, ma anche per vedere i ragazzi come stanno, chiacchier­are con loro. Hanno fiducia, possono fare bene, sono sicuro che saranno a battagliar­e per portare in alto la maglia azzurra. Gli auguro il meglio».

Le speranze principali?

«I due quartetti dell’inseguimen­to a squadre, innanzitut­to. Avete visto negli ultimi anni che migliorame­nti sono stati fatti: sia i ragazzi sia le ragazze hanno vinto la Coppa del Mondo. Chiaro, il Mondiale è diverso, non è una classifica. Prove secche, bisogna che stiano bene tutti. Il quartetto è questione di feeling, ma la nostra qualità è alta. Il fatto che manchi l’Australia (punta ai Giochi del Commonweal­th, ndr) ‘libera’ uno dei primi cinque posti. Si può ambire a due podi».

Perché due podi ‘pesanti’?

«I quartetti sono l’ambizione più grande che l’Italia può avere. E’ la specialità che richiede più impegno e sulla quale abbiamo lavorato maggiormen­te. Ah, poi c’è Ganna… Un talento vero che a gennaio in Argentina, a San Juan, ha cominciato molto bene su strada. Si gioca da due anni la finale dell’inseguimen­to individual­e. Un oro, un argento… Speriamo si riprenda il titolo».

Altre carte importanti?

«La Barbieri, che difende il titolo nello scratch. Nell’americana, nuova specialità per le donne, abbiamo ben figurato in Coppa. Poi c’è Consonni, è a un livello altissimo nell’Omnium. Ha mancato finora il podio, ma è sempre stato quarto o quinto. Significa che è lì, che può approfitta­re di qualsiasi situazione per finire sul podio. In generale, le specialità olimpiche sono quelle che contano veramente, ma un Mondiale è un Mondiale. Le maglie iridate di scratch e corsa a punti, per dire, restano molto importanti. Infine, due giovani come la Paternoste­r e la Balsamo sono già realtà».

Confermato che in inverno ritornerà in pista verso Tokyo 2020?

«Sì, nell’ultima fase dell’anno solare. Il nuovo format dell’Omnium mi aiuta a non dovere fare troppo lavoro specifico. Salterò dalla strada per prendere in pista i punti che servono alla qualificaz­ione. Intanto, tifo perché questi Mondiali siano azzurri. E possono esserlo».

LA CHIAVE Il veronese: «Mi sento sempre parte di questo gruppo, non voglio lasciarlo»

«Occhio a Consonni E in inverno tornerò in pista per puntare ai Giochi di Tokyo»

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RECORD Le azzurre campioness­e europee del quartetto a Berlino 2017 con il nuovo record italiano: 4’17”853. Da sinistra, Silvia Valsecchi, 35 anni, Tatiana Guderzo, 33, e le rocketgirl­s Elisa Balsamo, 20 ieri, e Letizia Paternoste­r, 18. Per il quartetto...

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