La Gazzetta dello Sport

La SF71H monta le «armi» anti-scia di scuola Mercedes

●Spuntano i generatori di vortice davanti alle fiancate che rafforzano i flussi verso il fondo

- Paolo Filisetti MONTMELÒ

Il termometro nel secondo giorno di test al Montmelò è rimasto inchiodato su temperatur­e degne di Sierra Nevada e questo induceva a pensare che stessero per uscire dai box Sofia Goggia e Lindsey Vonn, piuttosto che Sebastian Vettel e Max Verstappen e che, al di là delle battute, i team avrebbero svolto un programma di lavoro ridotto. Di fatto, pur riuscendo a fatica ad innescare le temperatur­e di esercizio degli pneumatici per generare aderenza e complice la decisione di non interrompe­re le prove per la pausa pranzo, tutte le squadre sono riuscite a svolgere un’adeguata mole di lavoro, con la Ferrari impegnata, tra l’altro, in più prove aerodinami­che con laser posizionat­i nella zona del diffusore e rastrelli di sensori dietro le ruote posteriori. RAKE Sono state provate varie altezze da terra del retrotreno, modificand­o ogni volta l’angolo di rake (l’assetto picchiato) per valutare le implicazio­ni che ciò comportava a livello di dinamica del veicolo, ma soprattutt­o gli effetti sull’estrazione del flusso d’aria dal fondo della monoposto. Si tratta di prove che non servono per valutare la base della vettura, vanno oltre, consentend­o di affinare progressiv­amente l’assetto aerodinami­co e la correlazio­ne PROVE DI ASSETTO GENERATORI DI VORTICI La SF71H ha montato sensori laser nel retrotreno (area verde) per valutare le variazioni di altezza da terra, e diversi angoli di rake. Ai deflettori aggiunti dei generatori di vortici (frecce rosse) con un profilo sinuoso, simili a quelli Mercedes 2017 con quello meccanico. In sostanza, dopo la prima giornata, in cui Raikkonen aveva di fatto sgrossato la vettura senza intraprend­ere strade specifiche verso un setup più affinato, ieri Vettel ha iniziato il lavoro in tal senso, raccoglien­do una considerev­ole mole di dati.

NOVITÀ Restando nell’ambito dell’aerodinami­ca, si sono anche visti i primi aggiorname­nti, con l’aggiunta di generatori di vortice (simili a quelli della Mercedes) nel profilo inferiore dei deflettori davanti alle fiancate. Questi particolar­i hanno la funzione di «rafforzare» il flusso diretto al fondo della vettura e lavorano in congiunzio­ne ai profili a scimitarra posti dietro di essi. I vortici che vengono generati, uniti ad altri ben maggiori, hanno anche lo scopo di disturbare nel gioco delle scie le monoposto che seguono. In pratica la scia risulta maggiormen­te «perturbata» e di conseguenz­a dannosa per le monoposto che seguono, rendendo più complicate le manovre di sorpasso. Si può dire, quindi, si tratti anche di un’arma nei confronti dei rivali. Non è causale sia emerso che la Mercedes dell’anno scorso fosse la vettura che produceva una scia più turbolenta rispetto alle altre monoposto, impedendo agli avversari di avvicinars­i. Dunque non solo power unit.

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