La Gazzetta dello Sport

Pascolo & Abass Il futuro di Milano sarà azzurro? «Ora basta scuse»

●I giocatori dell’Olimpia stregati dal c.t. Sacchetti «Poche regole e tanta libertà»

- Vincenzo Di Schiavi INVIATO A CLUJ (ROMANIA)

Per ora titolari in Nazionale e gregari nel club. L’Italia alla milanese torna a casa. Purtroppo verrebbe da dire. «No, non è così, non mettiamola su questo piano. Per favore...» reclama Awudu Abass, protagonis­ta insieme a Dada Pascolo della neonata e vincente Italia di Meo Sacchetti. Di quella si parla, senza però dribblare tutto il resto. Schegge di una stagione fatta di opposte polarità.

L’AZZURRO Italia significa un pass per la seconda fase staccato con sorprenden­te anticipo: «Non era scontato – riflette Abass –. Ritrovarsi solo 3-4 giorni prima delle partite non è facile. Nella prima a Torino contro la Romania faticammo, poi è andata sempre meglio. Nelle ultime due abbiamo imposto la nostra pallacanes­tro». «Che è corsa, intensità, coinvolgim­ento e inclusione – aggiunge Pascolo –. Tutti devono manovrare la palla. L’impronta di Sacchetti si vede eccome». Un concetto di pallacanes­tro che Abass compendia quasi filosofica­mente: «Ci ha dato poche regole e tanta libertà che va usata in modo responsabi­le e non autolesion­ista». Il ritorno dei big non preoccupa l’ala milanese: «Non cambierà nulla nel modo di giocare e poi tutti fanno parte di questo gruppo. Certo, lo spazio magari diminuirà, ma conta solo il bene comune».

CANTÙ Il vivifico effetto della maglia azzurra restituisc­e a Pascolo quanto disperso in estate. L’infortunio in Nazionale è stato l’incipit di un stagione problemati­ca a livello personale. «Mi sono fatto male a Tel Aviv nell’ultimo allenament­o prima dell’Europeo. L’infortunio fa parte del mestiere, ma non mi ha aiutato, anzi mi ha condiziona­to parecchio. Comunque non ne faccio una questione di Nazionale o Milano, di quintetto o panchina. Devo esprimermi meglio, non posso essere contento del mio rendimento». «Torno carico a Milano ma lo ero anche prima – spiega invece Abass –. Non sono uno che si abbatte facilmente davanti alle difficoltà che comunque ci sono. Anzi le vivo come sfide, sono testardo. Come squadra dobbiamo trovare il modo per uscire da questo brutto momento». Capendo innanzitut­to dove sta il fondo del pozzo. Ovvero la disfatta in Coppa Italia contro Cantù. Far di peggio significhe­rebbe cominciare a scavare. Ma come spiegare una figuraccia simile? «Più si sprofondav­a, più l’ansia saliva – riflette Awudu –. Ad un certo punto ognuno di noi ha pensato di poter recuperare 20 punti da solo e siamo andati in tilt». «Le partite secche vanno controllat­e da subito – rincara Dada –. Altrimenti l’ansia sale, la foga pure, affretti i tiri e non ragioni.

SIAMO SPALLE AL MURO, SI DEVE VINCERE LO SCUDETTO DAVIDE PASCOLO ALA EA7

È stato un errore andare sotto così. Colpa nostra». «Vergognarc­i? Sì, ci sta – aggiunge Abass, di certo, visto il ruolo subalterno, uno dei meno colpevoli – non abbiamo giocato da squadra di Eurolega. Sono sicuro che una partita così non si ripeterà più».

MESSAGGIO I giocatori dell’Emporio se lo sono ripromessi in un summit dopo la disfatta. «Dobbiamo essere più uniti, più squadra – spiega Pascolo –. Le tante partite perse in volata tra Serie A ed Eurolega hanno influito negativame­nte. Abbiamo smarrito un po’ di certezze». Abass la spiega senza troppi giri di parole: «Siamo spalle al muro. Non abbiamo più scuse, dobbiamo mandare un messaggio positivo già con l’Efes. In campionato avremo tutte le big in trasferta, quello è il primo banco di prova. Bisogna vincere e arrivare ai playoff con tutto un altro spirito». «Spalle al muro? Sì, ma in modo costruttiv­o – rintuzza Dada –. Ora dobbiamo per forza vincere lo scudetto, ma quello, Coppa Italia o non Coppa Italia, era l’obiettivo obbligato in ogni caso». Poi si tireranno le somme. Per ora, davanti alla parola futuro, scatta immediato il «no comment, non è questo il momento».

LA SCONFITTA CONTRO CANTÙ? SÌ, DOBBIAMO VERGOGNARC­I AWUDU ABASS ALA EA7

 ?? CIAMILLO ?? Uno accanto all’altro in azzurro: a sinistra Davide Pascolo, 27 anni, in palleggio Awudu Abass, 25 anni, entrambi giocatori di Milano
CIAMILLO Uno accanto all’altro in azzurro: a sinistra Davide Pascolo, 27 anni, in palleggio Awudu Abass, 25 anni, entrambi giocatori di Milano
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