La Gazzetta dello Sport

Federer Il Laureato «Io, numero 1 grazie a Nadal»

●>oger per la quinta volta atleta dell’anno Laureus: «Rafa grande atleta, amico e rivale»

- Gian Luca Pasini INVIATO A MONTECARLO

Per eleggere un re, un Principe e una Principess­a sono il meglio. Così è Alberto di Monaco con la moglie Charlène a salire sul palco della Sala delle Stelle. Alberto lancia il filmato che presenta i vari candidati, prima di lasciare l’annuncio a Martina Navratilov­a, indimentic­abile campioness­a, che con la solita schiettezz­a chiama il nome che tutti aspettano, il campione dei campioni del 2017, per i Laureus Awards, gli Oscar dello Sport. «Roger Federer», ma subito lo ferma. «Prima che tu salga ho due parole da dire — aggiunge —. Non è solo una questione di vittorie, quelle che hai ottenuto nel 2017. E’ come hai vinto. Lo spirito che hai messo in ogni palla che hai colpito. Il tuo modo di essere. Sei stato di ispirazion­e per me, ma anche per milioni di altre persone...». Applauso dirompente mentre le immagini raccontano le sue vittorie del 2017, ma anche una storia che continua, con il torneo di Rotterdam, dove a 36 anni suonati è diventato di nuovo il numero 1 del tennis mondiale. E lui sale emozionato come un ragazzino al primo torneo. Ha gli occhi lucidi.

RESPIRO Ma ricaccia indietro l’emozione, una volta, due. Fa ampi respiri. «Devo dire grazie tante volte — mentre bacia il trofeo che lo consacra uomo dell’anno per la quinta volta —. Prima devo dire qualcosa su Rafa Nadal (anche lui nelle nomination, ndr). Non sarei il giocatore che sono se non ci fosse stato lui: un grande atleta, un grande amico e un grande avversario». E più tardi, sul maiorchino, dirà: «Siamo rivali, ma siamo anche tanto altro. Ogni partita che giochiamo l’uno contro l’altro è qualcosa che ci resta dentro. Quando vinci al quinto set o quando perdi. Poi ci sono i rapporti personali: lui che viene a salutare la mia famiglia, io la sua. Chiaro che rimane la rivalità sul campo, quella che piace ai tifosi». E prima aveva detto: «Voglio parlarvi anche del grande privilegio che ho avuto a fare la carriera che ho fatto. Ma anche di quello che ho avuto dalla vita, i miei 4 figli, mia moglie, i miei meraviglio­si genitori. E poi grazie alla Laureus e a tutti i grandi campioni dell’Academy che mi hanno premiato».

RINGRAZIAM­ENTI Era quella la seconda volta che Federer saliva sul palco. Una prima volta lo aveva fatto a inizio serata. Boris Becker dà un’idea della grandezza di Federer e di una carriera che si avvicina ai 100 tornei conquistat­i (97): «Quando 12 anni fa ti premiai per la prima volta, non avrei mai immaginato di farlo nuovamente a distanza di tanto tempo. Compliment­i, questo è il riconoscim­ento per il Comeback del 2017... (sesto Laureus complessiv­o, ndr)». E lui: «Devo essere sincero, non avrei mai immaginato di essere di nuovo su questo palco, ma ancora di più non avrei mai immaginato di tornare a così alto livello. E se sono riuscito a farlo devo dire grazie a tante persone. Ai dottori che mi hanno operato, al medico che mi ha seguito. Al fisio che mi ha aiutato nella riabilitaz­ione, al mio preparator­e che mi vedeva spostare sempre più lontano il rientro in campo. Un mese che diventavan­o due, poi tre. La prima volta che mi hanno detto che non avrei potuto giocare per mesi pensavo che stessero scherzando. Poi ho capito che sarebbe stata la verità. E’ stata dura». Spiega meglio: «Penso di essere una persona positiva, di vedere il bicchiere mezzo pieno, ma quando le settimane di assenza aumentano le cose diventano difficili. Devi cercare di rilassarti, avere una vita normale».

RITIRO Qualcuno gli chiede del ritiro. «E’ dal 2009 che mi fate questa domanda. E’ solo una domanda, lo so, ma è come un martello che bussa alla tua porta e bussa tutte le volte che qualcosa non va. Quando vinci la domanda evapora, vola via, ma quando perdi, torna costante. Allora devi fare muro per non farti condiziona­re dalle negatività. Devi tornare a fare quadrato con la famiglia, con i tuoi allenatori. Tenere le negatività fuori dalla porta. Poi un giorno, quando sarà il momento, anche questo accadrà». L’ultima domanda: lei è bello, vincente, elegante, generoso. Un difetto? Roger sorride: «E’ la risposta più facile: cerco di esser un buon padre, un buon marito, un buon giocatore di tennis, ma vi assicuro che di difetti ne ho tanti. Cerco di imparare da loro qualcosa tutti i giorni». Indubbiame­nte ci riesce. Applausi. Scrosciant­i.

97 IL NUMERO I tornei vinti in carriera da Roger Federer (20 Slam), secondo dietro i 109 di Connors

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GETTY Un numero 1 premia un altro numero 1: Boris Becker, 50, consegna il Laureus a Roger Federer, 36

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