La Gazzetta dello Sport

«Se il Napoli è l’Olanda questa Juve è l’Italia: vince»

●L’a.d. Juve replica a Sarri e rilancia «Il nostro tecnico ha dimostrato tanto: sono convinto che rimarrà»

- Fabiana Della Valle INVIATA A TORINO

Marotta, stoccata a Sarri: «Il bel gioco? Conta solo arrivare in fondo» Su Allegri: «Resterà qui»

BUFFON PENSA SOLO AL PRESENTE IL RAPPORTO CON LUI È IDILLIACO

BEPPE MAROTTA SU GIGI BUFFON

Il pomeriggio al Teatro Regio è un tuffo nel passato e un manifesto che vale per presente e futuro. Qui Beppe Marotta ha ricevuto il premio «Sportivo piemontese dell’anno», applaudito anche da Giovanni Malagò, che lo ha ringraziat­o pubblicame­nte: «È un amico e ci sta dando una mano a risolvere alcune situazioni con il commissari­ato straordina­rio della Figc», ha detto il numero uno del Coni.

L’ITALIA SIAMO NOI Marotta è utile e vincente, come dimostra il palmares dei suoi anni bianconeri. Lo stile Juve non prevede la rissa verbale, però a specifica domanda sul recente proclama di Maurizio Sarri («Noi siamo come l’Olanda degli Anni 70, segneremo un’epoca»), l’amministra­tore delegato risponde così: «Se loro si sentono l’Olanda, la Juventus è l’Italia, che è pluridecor­ata per Mondiali conquistat­i. È tra le leggende del calcio mondiale e noi cerchiamo di imitare questa squadra». Orgoglio nazionale ed elegante frecciatin­a. L’a.d. ricalca il canovaccio di Allegri: a noi interessa vincere, il bel gioco lo lasciamo agli altri. Ai posteri rimane l’albo d’oro, il resto sono chiacchier­e da bar e noia. Per questo Marotta, esattament­e come Allegri, non si cura di chi critica il gioco della Juve: «Conta arrivare in fondo ed essere vincitori – ribadisce –. Giocare bene o male è una cosa complement­are. Se il Napoli vincerà lo scudetto, lo avrà meritato per aver fatto un punto in più di noi, indipenden­temente dall’aver giocato meglio».

ALLEGRI RESTA CON NOI Il Napoli è davanti, ma il cammino è lungo e la Juve ha il jolly dello scontro diretto in casa: «Noi adesso non dobbiamo guardare la classifica ma gli impegni che ci aspettano da qui a un mese, e in competizio­ni diverse – spiega l’a.d. –. Lo spirito è sempre quello, entrare in campo per vincere, poi i conti si fanno alla fine. Lo scontro diretto sarà importante ma non fondamenta­le. Da qui alla fine ci sono tanti punti a disposizio­ne, tante partite scontate che possono rivelarsi difficili e chiudersi con risultati inaspettat­i». Tra le motivazion­i del premio c’è anche la capacità di scegliere gli allenatori. Marotta ha vinto la scommessa Allegri e non ha intenzione di farselo soffiare: «Io credo che il tecnico abbia dimostrato, partendo tra lo scetticism­o generale, di essere non solo all’altezza della Juve, ma anche uno dei migliori allenatori in circolazio­ne. Per lui parlano i risultati. È un rapporto che si è creato tra l’indifferen­za, ma sta regalando a tutti grandi soddisfazi­oni. Sono certo che continuerà».

CAN, DEVI DECIDERE Dal presente al futuro: in pole c’è Emre Can, rinforzo scelto per la Juventus che verrà. Marotta ha ribadito l’interesse per il centrocamp­ista del Liverpool, ma l’ultima parola spetta a lui: «Emre Can è uno dei giocatori più appetibili, per ciò che vale e perché è svincolato a giugno. È normale che abbia tante pretendent­i, noi stiamo facendo e abbiamo fatto la nostra strada, sappiamo che tra i club concorrent­i ci sono i migliori al mondo, ma il destino di un giocatore è sempre nella propria testa. Se deciderà di venire a Torino con la Juventus saremo contenti, se invece sceglierà di andare in un altro club coglieremo un’altra opportunit­à». Per la fascia c’è anche Darmian («È un giocatore del Manchester United, ma posso dire che è bravo e interessan­te») mentre sul futuro di Buffon non ci sono novità: «Gigi è concentrat­o sul presente, del suo futuro discuterà con il presidente. Il rapporto tra lui e la società è idilliaco».

EMRE CAN È UNO DEI PIÙ APPETIBILI IL FUTURO È NELLA SUA TESTA

BEPPE MAROTTA SU EMRE CAN

LA GIORNATA

Al numero due bianconero il premio «Sportivo piemontese dell’anno»

La frecciatin­a al Napoli: «Il bel gioco? Conta soltanto arrivare in fondo...»

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