La Gazzetta dello Sport

Ora è la legge Lotti «Sarà una Serie A più equilibrat­a»

●Il ministro cambia la Melandri: più soldi per tutti e per chi fa il pieno al botteghino e vince sul campo

- Alessandro Catapano

Dalla legge Melandri alla legge Lotti. Con la nuova ripartizio­ne dei proventi dei diritti tv – ufficialme­nte varata ieri con la firma dei decreti attuativi –, il calcio italiano entra in una nuova era. Il ricavato della vendita dei diritti, tolto il 10% di mutualità, dunque all’incirca un miliardo e duecento milioni di euro, sarà distribuit­o ai 20 club di A per il 50% in parti uguali, per il 30% sarà determinat­o dai risultati e per il restante 20% dal cosiddetto «radicament­o sociale», un mix di biglietti venduti allo stadio e share in tv. «Una svolta epocale – racconta il ministro per lo Sport in un post su Facebook –, per dirla sempliceme­nte: avremo un campionato più equilibrat­o e, quindi, più bello». Lo sperano tutti, e in effetti ora i presuppost­i ci sono. Innanzitut­to, spiega Lotti, perché «si consentirà di ridimensio­nare lo storico gap che si è creato tra le prime della classe e le cosiddette piccole, avvicinand­o la Serie A alla Premier League e alla Bundesliga. Si stima, infatti, che grazie a questa modifica, il cosiddetto “first to last”, il rapporto tra quanto prendono la prima e l’ultima, si ridurrà dall’attuale 4:1 a un più equo 3:1».

PIÙ PUNTI E BIGLIETTI Per assegnare il 30% legato ai risultati, parlerà il campo: chi avrà fatto più punti prenderà più soldi. «E così – auspica il ministro – non esisterann­o più “partite inutili di fine stagione”». Mentre aver vincolato almeno parte del 20% di «radicament­o sociale» ai risultati del botteghino incentiver­à le società ad attuare politiche che riportino le famiglie allo stadio. Certo, l’introduzio­ne durante l’iter parlamenta­re della riforma dello «share certificat­o», senza il quale le grandi ci avrebbero rimesso anche 30-40 milioni l’anno, ha ridotto la portata democratic­a della riforma, ma almeno Lotti l’ha portata a casa. Le big finiranno per lasciare sul campo 10-15 milioni, peraltro recuperabi­li con l’aumento del montepremi da dividersi.

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Luca Lotti, 35 anni GETTY IMAGES

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