Ora è la legge Lotti «Sarà una Serie A più equilibrata»
●Il ministro cambia la Melandri: più soldi per tutti e per chi fa il pieno al botteghino e vince sul campo
Dalla legge Melandri alla legge Lotti. Con la nuova ripartizione dei proventi dei diritti tv – ufficialmente varata ieri con la firma dei decreti attuativi –, il calcio italiano entra in una nuova era. Il ricavato della vendita dei diritti, tolto il 10% di mutualità, dunque all’incirca un miliardo e duecento milioni di euro, sarà distribuito ai 20 club di A per il 50% in parti uguali, per il 30% sarà determinato dai risultati e per il restante 20% dal cosiddetto «radicamento sociale», un mix di biglietti venduti allo stadio e share in tv. «Una svolta epocale – racconta il ministro per lo Sport in un post su Facebook –, per dirla semplicemente: avremo un campionato più equilibrato e, quindi, più bello». Lo sperano tutti, e in effetti ora i presupposti ci sono. Innanzitutto, spiega Lotti, perché «si consentirà di ridimensionare lo storico gap che si è creato tra le prime della classe e le cosiddette piccole, avvicinando la Serie A alla Premier League e alla Bundesliga. Si stima, infatti, che grazie a questa modifica, il cosiddetto “first to last”, il rapporto tra quanto prendono la prima e l’ultima, si ridurrà dall’attuale 4:1 a un più equo 3:1».
PIÙ PUNTI E BIGLIETTI Per assegnare il 30% legato ai risultati, parlerà il campo: chi avrà fatto più punti prenderà più soldi. «E così – auspica il ministro – non esisteranno più “partite inutili di fine stagione”». Mentre aver vincolato almeno parte del 20% di «radicamento sociale» ai risultati del botteghino incentiverà le società ad attuare politiche che riportino le famiglie allo stadio. Certo, l’introduzione durante l’iter parlamentare della riforma dello «share certificato», senza il quale le grandi ci avrebbero rimesso anche 30-40 milioni l’anno, ha ridotto la portata democratica della riforma, ma almeno Lotti l’ha portata a casa. Le big finiranno per lasciare sul campo 10-15 milioni, peraltro recuperabili con l’aumento del montepremi da dividersi.