Veneto felice, ma non in A Tra droni, Gps e grigliate
●Mentre Chievo e Verona arrancano, in B sono in zona playoff Cittadella e Venezia e in C il Padova ha ipotecato la promozione
«Veneziani, gran signori»: mica tutti, in Serie B, possono permettersi un drone che dirige l’allenamento con Pippo Inzaghi. «Padovani, gran dottori»: Andrea Settembrini, laureato in Scienze Motorie con tesi sull’«Uso dei Gps nel calcio», amministra il centrocampo del Cittadella mentre Paleari si dà da fare in porta. Nel capoluogo di provincia, invece, i graduati padovani sono Bindi e Cappelletti. La morale della filastrocca? Il Pil calcistico del Veneto deve ringraziare Venezia, Cittadella, Padova (e pure Bassano) visto che – nel ministero della A – Hellas e Chievo si affannano per far quadrare i punti. E infatti… «Veronesi, tutti matti». A cercare disperatamente la salvezza, ovvio.
LE UOVA DI MARIANO
Roberto Venturato è un uomo dell’altro mondo. Con l’essere nato in Australia, deve aver trasmesso una certa passione per i viaggi anche ai suoi ragazzi: sono 9 le vittorie (sulle 13 totali) lontano dal Tombolato. Nessun altro, in B, ha fatto come il Cittadella. Ed è soprattutto così che si è arrampicato fino al quarto posto. Un rendimento che ha radici d’acciaio nelle spalle della famiglia Gabrielli. Per tutto il resto, chiedere a Stefano Marchetti: il direttore generale che ha costruito la squadra con il budget più basso della B e che s’interessa perfino degli alberghi per le trasferte. E che – al termine di ogni ritiro estivo – misura la stagione che verrà col karaoke nella baita di Lavarone, salotto della festa. Perché, come per la città, il bello sta dentro le mura. Nelle grigliate a base di salame messe in piedi dal custode e dal giardiniere del Tombolato, o nelle uova fresche che il signor Mariano, tuttofare granata, porta al campo. E pazienza se ogni tanto ci scappa anche un bicchiere di vino… Settembrini a centrocampo e Varnier in difesa, per esempio, non sembrano proprio risentirne. Anzi, basta chiedere agli osservatori della Serie A per rendersene conto.
GPS E GALLETTE
A 60 chilometri di distanza, e due posizioni più sotto in classifica, c’è voglia di scherzare: «Direi che ormai per la salvezza siamo vicini…». Una classica finta alla Inzaghi, stavolta in versione allenatore del Venezia. Una squadra al sesto risultato utile consecutivo (in fatto di continuità, meglio solo l’Empoli capolista) e che nei primi 45 minuti dà il meglio di sé: se le partite terminassero prima del tè, il Venezia sarebbe secondo. Se da una parte vince la lungimiranza americana di Joe Tacopina, dall’altra ecco la maniacale ossessione per il lavoro di Inzaghi. I giocatori vengono monitorati, in allenamento e partita, coi Gps. E quasi… marcati a uomo da Pippo. Se in trasferta si gioca dalle 18 in poi, c’è una regola: al fischio finale, si torna in albergo per la cena. Menù fisso, comprese le gallette di riso tanto amate da Pippo. Altro che cartone di pizza in pullman. Cena da campioni come quelli che potrebbero sbocciare prestissimo anche in A come Falzerano, qualità e quantità nel cuore del gioco, e Stulac, pensatore contemporaneo di un calcio che piace tanto al Genoa. A proposito di futuro: con ogni probabilità, nella prossima stagione il ruolo di direttore sportivo verrà ricoperto da Valentino Angeloni (oggi capo scout dell’Atalanta) che ritroverebbe l’amministratore delegato Andrea Rogg dopo Firenze. Il tutto in attesa del derby del 25 marzo. Quote a favore del Cittadella: si gioca in trasferta. Quote a favore del Venezia: Litteri, autore del gol vittoria dell’andata, da gennaio ha traslocato in laguna.
SERGENTE BISOLI E in C? Il Padova del sergente Bisoli governa a più dieci su Reggiana e Bassano anche grazie agli 11 gol del bomber Capello (’95, scuola Inter). Giocatori e tifosi lo seguono come fedeli soldati, lui lancia giovani come Cisco (’98, già preso dal Sassuolo), Marcandella (’97) e Riccardo Serena (’96, figlio di Michele) mentre il 20% della società è passato all’investitore franco armeno Joseph Oughourlian. Dietro, appunto, corre anche il Bassano. Da quando Colella si è preso la panchina, mentalità e classifica si sono ribaltate. E in campo si corre anche per evitare il pegno settimanale: a chi perde la partitella del martedì, tocca offrire l’aperitivo in piazza.